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Contro La Solitudine Dell’Era Digitale

Joshua Tree, Sunset.  Southern California.
immagine appartenente al rispettivo autore (Randy Weiner Photography, su Flickr)

Ci sono vuoti che non siamo capaci di colmare.
Iridescenze nella notte che non siamo capaci di nascondere.
Le chiamiamo paure quando non sappiamo dare loro altro nome, ma la verità è che avremmo preferito fare diversamente, scegliere una via migliore.
Con tutti i buoni propositi di una vita ci guardiamo e ci chiediamo: Potevamo fare meglio?
Si, decisamente.
E allora salgono tutti i dubbi legittimati dalla domanda.Cosa ho sbagliato, perché.
Ci ripromettiamo di essere padri migliori, figli migliori. Facciamo fioretti per un anno migliore ed alla fine dell’anno contiamo come siamo stati incapaci, e allora abbassiamo il tiro, o lo alziamo.
In entrambi i casi alla fine d’anno successiva saremo ancora tutti qui, a dirci che avremmo potuto fare meglio.
Che nel mondo non dobbiamo arrenderci, che dobbiamo renderlo più bello, più accogliente. Ma poi alla resa dei conti, nel rush finale, ci accorgiamo di esser senza fiato. Inutili, abbandonati.”

L’era social esisteva già

Immagine appartenente al rispettivo autore

Come probabilmente alcuni di voi sanno ho da poco iniziato a guardare Facebook, per trovare tutte quelle persone che conosco. L’altro giorno ho però riflettuto su un’inquietante somiglianza tra Facebook e qualcosa che con internet ed il social ha poco da spartire.
Anzitutto vorrei chiarire: Cosa è Facebook?
Facebook nasce per connettere le persone che conosciamo, i nostri amici appunto. Rimanere collegati ad essi per non perderli. Avere loro informazioni e novità, sapere cosa succede loro.
Molti miei amici entrano in facebook e guardano le ultime cose successe ai loro amici (i quali scrivono di tanto in tanto qualche messaggio qua e la).
Ecco, la somiglianza tra facebook e le murate di annunci mortuari è in qualche modo disarmante. Un confronto azzardato ma che alla fin fine è secondo me corretto. L’annuncio mortuario (quelle cose bianche e nere appese ai muri, di cui spero conosciate meno gente possibile) è un qualcosa affisso in determinati posti. Chi vuole sapere qualcosa va lì e saprà ogni giorno se a qualche “amico” è successo qualcosa.
Prima qualcosa come facebook non era inoltre praticabile proprio per l’assenza di una tecnologia che lo permettesse.
Chissà come sarebbe unire tutti questi anziani tramite facebook. Forse, incoscientemente, è sempre stato il loro sogno, quello di non aspettare un triste annuncio ma di poter seguire, con quotidianeità, gli avvenimenti che segnano la vita delle persone a loro care.
Questa sarebbe una vera rivoluzione.

Andrea (sdl)

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