Un saluto perchè lo sciopero di trenitalia mi ha spostato la mia partenza, e due note, sul TG2 ed il TG5 di questa sera.
Un plauso, più che una nota, al tg5, per aver proposto due servizi di rara intensità, il primo, sulle condizioni degli intercity notturni, modesta ed incredibile descrizione di una situazione, che con le parole ammalia, ma con i fatti ghiaccia il sangue. Davvero bella, mi augurerei tutti la potessero vedere. Per certi versi mi ha ricordato i libri di Giovanni Bogani.
Complimenti anche al servizio sportivo, dotato di un’ironia da fuoriclasse, che concede qualche sorriso in tempi così incredibilmente cupi.
E poi il tg2, davvero da ringraziare. Per aver fatto sensibilizzazione di un problema, che pochi notano e che molti vivono.
Il macabro desiderio di immortalare i momenti, quelli della vita comune, quelli di un’avvenimento triste, e quelli di un massacro.
Perchè, oltre alle persone capaci di farsi la fila storica per vedere il papa morto al solo scopo di fare una foto per dimostrare il fantomatico “Io c’ero”, oltre a quelle, esistono anche coloro che sono capaci di stampare su una memoria l’immagine di una strage, di un’attacco terroristico, come dire, io c’ero e ci sono, quando coloro che quell’attacco l’hanno vissuto fin troppo, sono sepolti, o forse scomparsi.
E così, con la semplicità di un click ci si abbandona al comune desiderio di ricordare, lasciando alla tecnologia e non al nostro cuore il compito di mantenere a fuoco una memoria, un punto fermo del nostro passato.
Per non dimenticare nessuna strage, per non dimenticare alcun morto.
Ma no, nell’era del turismo tutto è fotografia, immagine digitale di un mondo rappresentato in bianco e nero, di un mondo che fatica a vivere, e che mostra come, ancora, siamo soltanto capaci di pensare ad apparire, di quanto, purtroppo, tutte le stragi del mondo finiscano in un’insulsa serie di bit, 1 e 0, a ricordarci solamente di essere presenti, lì, in qualche parte del nostro hard disk, del nostro pc, della nostra macchina digitale o del nostro computer, e così li dimentichiamo, i morti del nazismo, i morti dell’11 settembre, li dimentichiamo in quell’immagine e li facciamo morire di nuovo, in una tortura eterna, togliendo rispetto all’uniche persone che, quel rispetto, forse se lo meriterebbero.
Andrea (sdl)