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Ancora…

Ci risiamo.
Non mi piace essere ripetitivo, ma oramai ho il desiderio di sensibilizzare quante più persone mi sia possibili con le mie parole.Se non ci riesco mi metterò l’animo in pace, ma non posso non provare.

Ci risiamo, dicevo.
E sinceramente mi sto stancando.
Sto ovviamente parlando della strage di Bali, o, per essere più precisi, di quanto è stato trasmesso alle tv.
Ammetto che serva per far “capire” come è dal vero un’attentato ma BASTA!
Perchè dobbiamo sorbirci all’infinito la visione dei morti di quel ristorante?
Non lo sto dicendo per fuggire dalle immagini sgradevoli, come i più cinici potrebbero pensare. Lo sto dicendo perchè, dietro a quel video, ci sono vite che muoiono e che, morte una volta, gli viene concesso l’orrore di essere riprese e ritrasmesse in un ciclo quasi infinito.
E così muoiono di nuovo, come espediente televisivo, come marketing, share, o quant’altro.
Muoiono per coloro che ancora non hanno imparato a portare rispetto alle vite perdute.
Muoiono senza pietà, senza memoria, l’unica memoria sarà questo filmato, e noi lì, intrepidi ed eccitati dalla paura, a guardare la televisione, in attesa di altri morti, di altre vite sciupate, di attentati che non si fanno aspettare.
Forse è l’ora di smetterla.

Se ci si ragiona poi, si può vedere come questo continui solo a creare il terrore che sta invadendo le persone.Come la paura del diverso, o degli zaini.
Tra quanto dubiteremo dei nostri vicini? Tra quanto ci sposteremo nel vedere una persona “sospetta” con uno zaino?

Questo tempo forse è già arrivato, e veniamo inconsciamente pilotati nell’aver paura, nel fuggire, nel temere, quand’invece dovremmo ricordarci come reagire, come affrontare, come imparare e crescere, da questi attentati.

Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

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