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Caro babbo natale


Caro babbo natale,
eccoti qui la mia lettera per te. Come ogni anno la scrivo e la riscrivo, prova su prova, fino a che non mi sembra adatta. So già che, con l’aumento del prezzo del petrolio, forse quest’anno non ce la farai di nuovo a passare da me, ma ti capisco, non devi preoccuparti. Stavo appunto pensando a regalarti una renna diesel ma s’ha da vedere se le vendono, potresti anche andare a metano magari, Basta mettere due belle bombole sulle corna tipo. Potrebbero essere anche carine se addobbate.

Il tempo continua a passare ed io sono diventato più alto, anche se non abbastanza. Avevo chiesto di diventare due metri, ma il viagra non ha aiutato. Eppure tutti i miei amici mi definivano in un modo che mi sembrava consono con l’utilizzare quella medicina di papà. Tu non puoi fare niente? Che poi aveva degli effetti collaterali di cui nessuno parla e che mi sono costati qualche scena d’imbarazzo.
Vabbè, non è così importante in fondo. Ti dicevo comunque che il tempo continua a passare, a cadenzare i suoi unici secondi, tutti in gruppi, tutti assieme.
Hanno tutti smesso di scriverti lettere? Sembra che nessuno lo faccia più. Secondo me le ricevi ancora le lettere, e forse non sono i bambini a mandarle. Oggi i bambini hanno tutto. Io a 10 anni pensavo a tutto fuorchè ad una ragazza e mi accontentavo di qualche bel giocattolo plasticoso o di un pò di lego. Oggi a 10 anni hai la ragazza, il cellulare, le suonerie polifoniche, l’ultimo gioco uscito. Ma non hai il lego. Penso che tutti questi bambini non impareranno mai a costruire qualcosa di loro, ma ad usare qualcosa costruito da altri.
Magari dovrebbero crescere anche loro. Pensi che se gli regali del viagra li aiuterai a crescere?

Io, lo ammetto, ti ho sempre chiesto troppo. Il castello a grandezza naturale forse era un pò eccessivo per i tempi. Diventare presidente del consiglio pure (Però vedo che qualche bambino l’hai reso felice, potevi almeno dirmi perchè io no!). Essere meno timido, meno stupido, meno un pò tutto. Meno me stesso forse.
Ma in fondo se non si è bambini e non si chiede troppo allora, che senso avrebbe? E’ bello quando chiediamo “la pace nel mondo”, “che la fame scompaia”, “che tutti siano felici”, è bello perchè tutti ci credevamo allora. Poi probabilmente l’età ci ha giocato un brutto tiro, col viagra, i presidenti del consiglio, le teste di caldo ( ehehe ). Adesso ci accontentiamo che “La guerra in iraq finisca”. E so che comunque le persone che lo dicono sono gli stessi bambini che un tempo sognavano la pace nel mondo. Anzi, caro babbo natale, credo che tutti, da bambini, c’abbiamo sperato. Al tempo importava più la pace che la guerra. Al tempo la guerra neanche esisteva. Era un concetto troppo “adulto”, troppo stupido perchè dei bambini lo potessero concepire, o anche solo assimilare.
Oggi invece la guerra è ovunque. Ci sono intrighi internazionali anche nella famiglia, o nel bagno di casa.

Quest’anno non so cosa chiederti. Vorrei chiederti qualcosa di vero, di sincero, che mi serva e costi poco. Ma non so davvero cosa mi serva, cosa costi poco, e se ci sono cose vere e sincere ai giorni d’oggi.
Più ci penso e più sono in dubbio. Anche quando, tutte le mattine, mi prendo la mia pasticca di viagra sperando di crescere e la poso sul comodino di camera mia, mi guardo intorno e mi domando cosa potrei volere da te. Ma in fondo crescendo è normale non volere più niente. Guadagnamo tutto, anche ciò che vogliamo e nessuno ci sorprende più, o solo raramente.
Caro babbo natale, quanto vorrei la pace nel mondo, la mafia scomparsa, la gente serena e non affamata. Quanto vorrei che le contraddizioni di questo mondo, la caccia ai pirati informatici invece che ai condannati politici, la guerra per la pace, il fottere per la verginità, l’alta velocità lenta, le mamme che uccidono e sono buone, quanto vorrei che tutte queste cose fossero solo un piccolo ricordo, solo un sogno nella memoria di ognuno di noi, da cui svegliarsi per poi alzarsi dal letto e finire col farsi una buona tazza di thè caldo.
Ma so che non è così. So che non sarà così. Non ora babbo natale. Capisco che per te è già tanto aver permesso alla coca-cola ed a emergency l’uso del tuo colore preferito, e sono sicuro che l’avrai fatto in buona fede. Tu si che sei buono.
E quindi quest’anno penserò a me e non agli altri. Dimenticherò le guerre, i rinvii a giudizio, i condannati, i ladri, gli impostori, i bugiardi, i deboli che soffrono, il male che non scomparirà mai.

Guarda m’accontento di un’altra scatola di viagra, che le mia l’ho finite. magari quest’anno cresco dai.

Con amore,
Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

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