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Montevarchi alle 15.30 di un sabato

Montevarchi è una piccola città come tante. Le sue strade asfaltate non mancheranno di ricordare qualcosa a chiunque ci passi per caso. I pessimi addobbi natalizi ricorderanno a chi guida che era meglio passare dall’autostrada.

Ma per me, oggi. E’ stata una sincera tortura.
Montevarchi alle 15.30 di un qualunque sabato pomeriggio equivale più o meno ad una città rasa al suolo. O una delle migliori città abitate da Zombie dell’universo. S.King, o qualunque altro scrittore horror potrebbe trarre spunto dal silenzio paranormale che, in quest’orario si sprigiona dalle ceneri della città.
Non c’è un negozio aperto. Solo i bar. Ma sono vuoti. Qualche vecchietto si concede la solita battuta all’interno di essi, ma non allarghiamo troppo le viste della città sennò si perde di vista dove andiamo.
Non c’è niente di niente. Luci spente, negozi chiusi. Poche macchine, un cielo grigio ed un cretino come me che viaggia a giro sperando di trovare un negozio aperto per comprare una cosa.

A montevarchi non hai scelta il sabato pomeriggio. O trovi chiuso, o trovi casino. E’ incredibile. L’unica cosa affollata (ed ovviamente non chiusa) è l’ipercoop. Luogo di perdizione dove centinaia di automobilisti perdono la pazienza a causa delle file (Se solo sapessero che non c’è una strada unica per arrivarci…).
Forse a montevarchi la scelta non cel’hai mai avuta. Come in ogni piccola città.
Ti becchi cosa c’è sotto l’albero, e se non ti piace vattene pure fuori di casa.

Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

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