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Heartache

Siamo ciechi? Me lo domando perchè mi rendo conto come, a volte, facciamo soffrire inconsapevolmente le persone. Come semplicemente andiamo avanti per la nostra strada fottendocene di tutto il resto.
Come se non importasse.
E tutto questo perchè i nostri valori cambiano. Mutano. Diventano qualcos’altro.
I nostri interessi infine si posano su altre cose, e su quelle noi iniziamo a costruire le nostre nuove speranze, od ossessioni.

Così. Inconsapevolmente, iniziamo ad uccidere. Anche se non ce ne accorgiamo. Anche se nessuno sente quegli urli di dolore che provochiamo.
A volte siamo anche capaci di uccidere per pietà. Senza saperlo.
Di torturare persone pensando di fare del bene, comportandoci come la nostra singola morale ci direbbe di fare.
E tutto pare normale, giusto. Non ci accorgiamo mai dov’è l’errore. Eppure c’è. Singolo errore che butta giù castelli di carte.

Nel cercare un’immagine da associare a questo post, ho cercato la parola “Loss”. Perdita. Tra le foto c’era quella di un’uomo che piangeva appoggiato ad una parete di un’anonimo luogo. Mi ha fatto male. Mi ha fatto male pensare soltanto di poterla inserire qui. Ritrarre il dolore a chi serve? Come dimostrazione dell’esistenza dello stesso? credo che nessuno sia così idiota da non accorgersi di quante cose siano sbagliate, di quanti dolori ci siano. Siamo ciechi quando li facciamo noi, non quando gli altri li fanno a noi. Quindi un barlume di coscienza c’è.
Ma allora perchè realizzare una foto così? L’ultimo messaggio che una foto vuole inviare qual’è?

Ed il dolore inizia ad assumere le forme di un miele, quando l’autolesionismo prende le sue dovute contromisure. E allora ci pare che vada davvero tutto bene, anche quando iniziamo a sanguinare. E non ci accorgiamo del sangue sulle coperte, sui vestiti, sul cuscino. Non ci accorgiamo della casa che diventa rossa, del cuore che diventa nero, di noi che ci siamo persi, di nuovo su di una strada asfaltata dove se cadi non ti sbucci solo un ginocchio, ma ti grattugi silenziosamente il tuo cuore.
Ma continuiamo ad alzarci, imperterriti. E c’è gente che continua a farci cadere.

Finiremo prima noi il cuore o loro la speranza?

Andrea (sdl)

(Ps: Lode a Roland [in foto])

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

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