Chiedo innanzitutto scusa a colei che, con questo indegno confronto, rischierò di screditare. Semmai i suoi occhi peccaminosi abbiano mai la fortuna di scivolare su quest’indirizzo, su queste parole, io le chiedo scusa.
Perchè so fin dal principio che è un paragone inutile. I fatti testimoniano più di quanto non serva, e questo ci basta.
Girando girando girando per la rete, c’era un blog un blog a luci rosse. Ma non nera il diario adolescenziale di una ragazza con cui poi farà i soldi (e non solo?), no, era qualcosa di più. Lei, minigirl, parlava del sesso con le parole dell’amore, confondendo il lettore con idilli che il miglior scrittore tarderebbe ad avere, mescolando i liquidi della verità caldi, senza mai farli raffreddare. Rabbia, malinconia, amore, sesso, piacere, si intrecciavano come amanti in un quadro dipinto nella mente di lei, e lei trasportava pure noi in quel mondo, paradosso d’amore e di piacere. Ma è stata tra le poche a saper dosare tutti gli ingredienti, a fermarsi sul baratro della volgarità e riempire quel vuoto di piacere con dolci parole di cornice. E si finiva col credere, davvero, che quella fosse una vita reale poetica, quand’invece, di questa vita, sappiamo che la poesia è una rara cosa.
Ora il blog pare morto. Finito come l’amore che a volte, fiamma incerta, scompare dai nostri cuori. Io ne ho letti svariati pezzi. L’ho trovato irriverente, è vero, a tratti quasi volgare. Ma c’era troppa poesia in quei testi, troppo amore e malinconia, perchè potessi sorvolare su di esso come uno dei tanti. Non potevo dimenticarlo così, nè abbandonarlo. Era semplicemente troppo scritto bene, troppo bello in ogni suo dettaglio, perchè fuggisse da me.
E anche se non è il mio genere gli ho voluto rendere onore qui, nel mio piccolo teatrino dei sogni, sperando che un giorno, la sua fiamma, riprenda vita.
Andrea (sdl)