E’ un gioco che da bambini riesce male, da adolescenti (per me l’adolescenza arriva fin oltre i 30anni, dipende dalle persone) riesce benissimo, da adulti non rende più poi tanto. Sembra quasi fatto apposta per quell’età, o per chi in quell’età c’è rimasto.
Per avere il question time vi servono innanzitutto degli amici. Farlo con qualunque altra persona distaccata sarebbe un male. Non risponderebbero a dovere.
Un grosso vantaggio del question time è che ti permette di svelare certe cose, senza mai dirle apertamente. La cosa più bella è che ognuno si scava dentro per trovare le risposte e regalarvi se stesso.
Come funziona il question time? Come vi pare. Nel mio (nostro) caso ci mettiamo un pò dove ci và ed a turno facciamo una domanda, possibilmente seria e “psicologica“. A volte la domanda può basarsi su evocazioni di fatti, altre volte possono semplicemente essere riflessioni e considerazioni. Chi fa la domanda decide l’ordine (o il disordine) di risposta, e se rispondere per primo o per ultimo. Dopodichè tutto stà ai giocatori. Se escono buone domande usciranno buone risposte.
Una domanda del Question Time è stata appunto quella letta in questo blog (“Devi” e “Vuoi”).
Un altra è la differenza tra odio e rabbia. Un altra pensare ad un ricordo romantico/erotico e dire le proprie sensazioni (e ne sono uscite di diverse strane, molto romantiche a mio parere). Un altra ancora è il concetto di credere in Dio (avanti miei prodiiiii), poi c’era anche il ripensare ad un’immagine della propria vita che contenga un raggio di luce in un ambiente buio o crepuscolare e nel raggio ci dovevano essere particelle di pulviscolo in controluce, dire l’età del ricordo e associare con quella immagine un qualcosa per ogni senso (olfatto, gusto, udito…).
Il Question Time ti scava nel passato nel presente e nel futuro. A tal punto che il momento più erotico/romantico della mia vita finì per l’essere sopra un paio di scale mobili e nel mio raggio di luce, nascosto tra i pulviscoli che cadevano come neve attraverso la luce si poteva assaggiare un cappuccino (o forse un bacio di quel sapore…), sentire il silenzio della città a notte fonda, toccare dei capelli, vedere un soffitto illuminato da un lampione stradale ed odorare del Davidoff da donna.
Andrea (sdl)