
Torna l’aria del natale.
Si inizia a ricostruire quel nostro albero di speranze. Iniziando ad allargare quei rami di plastica prima uniti. Separarli fino a che quella composizione prenda la forma di un semplice albero, verde, di una plastica sottile, da farlo sembrare quasi vero.
Poi si inizia ad abbracciarlo con le luci, perchè non c’è mai buio in questo periodo. Ogni strada è luce, ogni cuore piano piano si schiarisce, ma con lui nessun dubbio scompare mai.
Si gira attorno all’albero, per coprirlo di luci.
Poi quando il calore sarà pronto inizieremo ad addobbarlo.
Prima la punta. Perchè si parte sempre dall’alto e si finisce con lo scendere.
Come con i baci. Partono dalle labbra, e finiscono sulle gambe.
Si prendono i colori delle sfere natalizie. A volte rossi a volte dorati.
A volte bianchi e blu. In fondo il calore non è nella tonalità.
Ci si improvvisa un pò artisti.
Forse meglio là, forse meglio quà.
Si costruisce qualcosa, per concludere l’anno. L’ultima nostra costruzione, l’ultimo bacio.
Si ripensa a tutti i natali passati. Quelli buoni, quelli cattivi. Si ripensa un pò a tutto quello successo, a ciò che ci siamo lasciati indietro, e a ciò che stiamo stendendo sulla nostra strada. Ora sono regali, dopo saranno ragioni.
Infine c’è quel filo luccicante che passa attorno ai rami fasulli di questa piccola astrazione illuminata.
Si passa e la cosa è completa.
Il giorno finale poi, sotto di esso appariranno le luci dei regali. I nostri propositi al mondo, a chi ci sta vicino. Li costruiremo per loro, perchè le strade non si debbano mai dividere. Perchè vorremo poter sempre stringere la loro mano quando ci sentiremo soli.
Così si conclude questo piccolo giro artistico.
Si piazzano quei due o tre pacchetti e poi si tirano su le tende, come sempre.
I sorrisi o la delusione attenderà sulla porta del giorno prescelto.
Si attacca la spina, ultimo ingrediente, oltre al nostro amore, e si accendono finalmente le luci.
E finalmente andiamo in onda.
Andrea (sdl)