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Essere

16-07-10 The Best Way To Make It Through
immagine appartenente al rispettivo autore (Bethan su flickr)

Sono fatto di ogni odore che ho respirato, di tutto il sudore d’altre persone che in un modo o nell’altro è finito su di me. Sono fatto della saliva di chi ho baciato, dei profumi di chi ho toccato, dei pensieri di chi ho conosciuto.
Sono fatto di vestiti che ho scelto, di persone che mi hanno scelto per qualcosa di più importante, di elementari equazioni che soluzione spesso non hanno.
Sono fatto di caldo, di sale e delle lacrime che ho visto cadere, che ho baciato, che ho leccato via sotto ogni loro buio, delle luci soffuse, delle candele spente con un soffio e via, sono fatto dei suoni della casa in cui vivo, dei passi che sento, dei pensieri che ho.
Sono fatto dei batticuore che ho ascoltato, cercando una sinfonia perfetta, delle parole che ho indovinato senza che nessuno le proferisse, sono fatto degli sguardi che volevo congelare, come i momenti che vivevo, sono fatto di mani che si stringono per non lasciarsi mai ma che poi si sono separate sempre.
Sono fatto del profumo di shampoo sui capelli, della voce che non sempre usciva ed a volte era rotta e spezzata. Sono fatto di morsi, segni sulla pelle, sulla schiena, dentro il cuore, di cicatrici che col tempo non andranno mai via e non voglio alcuna chirurgia estetica che nasconda ciò che ero.
Sono stato il mio passato, ma non lo sono più, e nel mio futuro non c’è qualcosa che sono o che io possa sapere di essere.
Sono fatto di rabbia, urli, vetri rotti e spaccati, di vasi che si riempiono fino a strabordare, di piante che muoiono per mancanza d’amore, di quadri dipinti, centinaia di foto per immortalare la perfezione, centinaia di momenti perfetti immortalati e poi morti altrove.
Sono fatto di luce, della speranza che vorrei ognuno avesse nel cuore, della gentilezza di chi vuole comprendere, del cinismo di chi non sa capire.
Sono di passaggio, ma ho una strada da seguire, ho desideri da realizzare, ed un corpo da muovere.
Sono fatto degli abbracci, quelli buoni, quelli finti, quelli cattivi, quelli che avresti voluto durassero di più, quelli che sarebbe stato l’ultimo e quindi facciamolo durare, quelli che non sai cosa dirai appena ti stacchi, quelli che dovrà andare così, quelli che ci rivediamo presto, quelli che vorrei davvero poter trasmettere qualcosa.

Siamo fatti di tante cose. Anzi, siamo formati da tante cose. Ci siamo formati su di esse, ma ciò che siamo sfugge. A noi come agli altri.
Siamo il prodotto di tutto ciò che ci è passato addosso, ma più di ogni altra cosa siamo qualcosa che non è rappresentato da nulla di tutto questo.
Non siamo il nostro passato.
Non siamo il sudore d’altri, nè i loro batticuore.
Non siamo neanche i nostri batticuore come non siamo le lacrime che abbiamo dato o visto.
Siamo qualcosa di diverso. Qualcosa che grazie a tutto questo ora esiste, ma che in verità non lo rappresenta.
Per dirla semplice: siamo noi.

Andrea (sdl)