
Credo nel fatto che capita spesso di sbagliare, a volte di brutto, di ascoltare il consiglio sbagliato, di dire una parola di troppo e a volte anche solo di venire fraintesi.
Credo che questi errori, questi inciampi, possano essere corretti e non ci definiscono come persona nella nostra interezza, ma solo in un istante della nostra vita.
Sono errori, ci segnano, ma non rappresentano chi siamo.
Sono un peso con cui dobbiamo convivere, e sono scelte che possiamo correggere.
Credo che dobbiamo imparare a dare seconde, terze e quarte occasioni, perché dovremmo aver imparato per primi come le porte chiuse in faccia, le strade tagliate, i pregiudizi vecchi, siano qualcosa che ci impedisce di spiccare meglio il volo.
Allo stesso modo, dovremmo permettere agli altri di fare lo stesso.
Anche se ci hanno fatto arrabbiare, anche se ci hanno traditi, anche se ci hanno delusi.
Credo che a distanza di tempo e di anni sia doveroso concedere un reset di tutto il passato, dare un’occasione pulita da tutti i pregiudizi e i preconcetti, una nuova stretta di mano all’altro per conoscersi di nuovo.
Perchè negli anni noi cresciamo, cambiamo, ci modelliamo e veniamo modellati.
I nostri stessi valori cambiano e il modo in cui vogliamo lasciare un segno nel mondo si trasforma.
Per questo dopo anni ha senso fare finta che la persona che conosciamo da anni, o con cui lavoriamo da anni, sia di nuovo uno sconosciuto.
Che gli attriti siano una cosa del passato e di nuovo torniamo a presentarci, a conoscerci, a capire chi siano queste due persone oggi, non chi erano ieri.
Ma sopra ogni cosa, credo che dobbiamo concedere una seconda possibilità anche alla persona che per prima ci ha portato dove siamo: Noi stessi.