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Pensieri

Curatemi… Curatevi…

Fa male. Porca miseria se fa male. Questo tempo che dovrebbe lenire le ferite e nascondere il sangue.
Fa male. Troppo male. Il solito male che tutti conosciamo. Quello che non ha cure e che dipende tutto da noi. Nessun fattore esterno bimbi miei. E’ tutto un casino nostro.
Eppure continua a far male. Per errori e parole. Per scelte. Che uno vorrebbe rimangiarsi.
Quando ti sembra di voler concedere un’altra opportunità scopri con dolore che erano tutte tue fantasie, che l’unica opportunità che devi concedere è a te e non a lei. Lei ne ha avute, e per ora le rifiuta.
Fa male pensarci. Un male boia.
So che è temporaneo, che è solo un periodo. Che tutto si scioglierà nel tempo. So che non fa poi così male.
Ma il dolore lo sento. Se tocco la ferita, se mi toccano la ferita, il sangue esce.
E stavolta non risarcisce. Non ancora.
Quanto tempo d’incubazione ha questo virus? quanto ancora signor dottore? quanto devo aspettare perchè completi il suo effetto e mi lasci in pace? o mi infetti per bene magari.
Sarebbe una buona idea.
Morire d’amore.
Che storia vecchia. Sembra quasi priva di fantasia.
Eppure dietro queste spoglie parole c’è di più. Come in tutto questo intero blog. Citazioni a canzoni nascoste, dediche. Per quanto io voglia mantenere questo blog esterno a me alla fine son pensieri che produco io, e appunto di me qualcosa avranno no?
Non è un diario, nè uno sfogo. Sono le parole come vorrei dirle. Perchè questo blog per me significa scrittura. Non ha un filo nè una linea. Quelli (se sapete cercare) stanno altrove. A legare 400km di pensieri.
Viene quasi da piangerci.
Un filo di 400km. Esisterà? Secondo me no.
Ma un pò ci credo che esita. Che nell’orizzonte cittadino un filo trasparente tagli la città in due, come un tempo si faceva con muri e muraglie, ma non divida le persone.
Un filo che connetta. Che lasci pensare e condividere.
Condividere qualcosa è stupendo. Della vita da single odio non poter condividere nulla. E’ uno spreco.
Non ho niente da dare a chi non ha da ricevere. E allora cosa vale tutto questo? una scopata?
No grazie. Non sono tipo purtroppo (o per fortuna).
Cerco altro, sebbene sia piuttosto carnale.
Ma se non c’è niente da condividere io che ho nelle mani? niente.
Vuotato di me sento che alla fine nelle parole non ci sono mai le risposte che vorrei. Che le mie domande non sono domande ma retoriche avversità.
Ci provo, è vero. A valutare.
E in questi pochi cambiamenti di me che faccio, per rimanere me stesso (citazione…), rimane poco della trasformazione.
E’ il passaggio che mi manca. Che vorrei non mi mancasse.
O è altro a mancarmi.
Delle mani da stringere, il calore da sentire, l’odore da assaporare.
I miei 5 sensi reclamano l’unica cosa non sensibile da loro.

E’ un male dottore?


Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

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