Come cambiano le cose

E’ strano guardare indietro in una vita diversa dalla tua. E’ strano voltarsi e vedere (tramite occhi altrui) quel “com’eravamo“. E domandarsi fuori dal tuo corpo le solite cose, per finire con la solita, poco eclatante, esclamazione : Come cambiano le cose.
Cambiano a volte senza un perchè, ma principalmente cambiano per un motivo.
Spesso quel motivo è il dolore. E’ la barca che affonda e i topi che scappano via. Troppo tardi te ne rendi conto e tutte le volte devi ricordarti come si nuota.
Strano ma vero, il dolore fa meglio di mille sorrisi, se si è capaci ad affrontarlo.
Mentre lo sguardo è ancora fisso nell’esclamazione tornano alla memoria tutte quelle contraddizioni tra presente e passato. Chi prima credeva nell’amore, chi non ci crede più. Chi prima cercava storie facili chi ora non le vuole più.
Perchè ci si rende conto piano piano di qualcosa. E’ come se una conoscenza aliena si insidiasse e piano piano mettesse radici. Fermenta, come per creare chissà quale sorpresa.
Talvolta questa conoscenza ci porta a sapere cose più vicine alla verità. Cose che ci porteranno del bene. Che faranno bene.
Altre volte invece saremo di nuovo con i topi che fuggono (che affondano) che scappano (che ridono) che piangono (che si domandano) che ballano (che muoiono) che si perdono
nelle profondità del mare (della notte) della quiete (della terra) del silenzio (delle bugie) delle parole (del contrasto) della paura che continua incontestabile a richiedere il suo dazio, ferma di fronte alla porta (al tuo cuore).
Come cambiano le cose. Parlare e rendersi conto (“Eppure a volte non mi spiacerebbe essere quelli di quei tempi là”) delle trasformazioni che abbiamo subito, quasi per magia. Nemmeno un anno, e tutto sembra così diverso, la tela ha cambiato colore, è invecchiata o migliorata. Ancora non sappiamo se saremo aceto o vino, se saremo bugia o verità. Ancora guardandoci, impersonificandoci, non sappiamo chi o cosa diventermo. E’ troppo presto per quello.
Ma non è mai troppo presto per voltarsi, guardare la strada percorsa ed esclamare le solite parole di stupore.
Che la strada che percorri sembra sempre così tanta,
solo perchè non riesci mai a vedere quella che potrai percorrere ancora.

Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.