Ed il tempo che passava e intanto, stranamente, non cambiava nulla. Non il suo cuore leggero, non il sorriso, non il suo desiderio di andare oltre. Ci sono momenti nella vita dove senti il rumore distinto di un meccanismo che con lentezza sta ritornando al suo posto. Senti il clac degli incastri degli ingranaggi.
In quei momenti di viva lucidità quello che guadagni è una profonda consapevolezza di ciò che sta avvenendo. Non senza esitazione cerchi di continuare, ma ciononostante rimani desideroso di muoverti.
Tutto quello che provi è solo una strana percezione del mondo. Come se tutto fosse più semplice di quanto appare. A volte lo è davvero, a volte vederlo così ti permetterà di risolvere cose che altrimenti sarebbero state insormontabili.
Anche quando rimani fermo, anche quando ti sembra di non aver fatto passi avanti, comprendi che è giusto così, che la vita a volte deve lasciarti in panchina a riposare, per le buone partite, per i momenti dove tutti attorno a te diranno “Ehi, guarda!”.
Perché non è mai stato importante vincere, ma vivere. E vivere è sì una partita, ma non di quelle dove c’è un premio alla fine. C’è sempre stato un premio durante. Quello della tua felicità.
E mentre il meccanismo sta piano piano rimettendosi dove doveva stare fin dall’inizio avrai paura. Paura che sia un’illusione, che un giorno ti sveglierai con il solito dolore da qualche parte che non sai dire dove.
Paura di essere sempre la solita persona, paura di quello che potrebbe accadere.
E’ normale, fa parte del gioco. Non esiste una vittoria sicura per nessuno. Ma di sicuro sono quelli che con quella paura hanno pensato “Ce la posso fare” che sono arrivati in fondo con un sorriso.
Andrea (sdl)
