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Pensieri

La vita d’altri

llibreria - bookstore - Amsterdam - HDR
foto appartenente al rispettivo autore (MorBCN su flickr)

Per una volta ho voluto immaginare la vita d’altri. Sono tre scatti, tre foto viste, tre scatti istantanei. Tre pensieri che mi hanno lasciato persone quasi sconosciute. Capita sempre così. E’ una folata di vento quella che ti sorprende.

Foto 1

E c’erano persone. Persone ovunque. E rumori, scoppi, lampi e luci. Il sapore fumogeno dei fuochi d’artificio che come stelle cadenti si disperdevano nel cielo, tra le nubi artificiose del fumo.
E c’era la gente, troppa gente per poterla raccontare, ed una piazza di sconosciuti coperti da un colore giallo salmastro che non dava un nome a nessuno di loro.
Ma tutti loro sapevano di essere lì per una ragione e quindi, STAP, ed il sughero volava come un proiettile di piombo nel nulla, tra la folla indefinita. Colpendo in testa sconosciuti e FLASH qualcuno diceva sorridi. E loro nel mezzo, numeri tra i numeri, volti tra i volti.
Non avevano nome, ma sapevano come trovarsi.

Foto 2

Lei disse “Baciami”, e lui si sentì quasi incerto, colto impreparato da una richiesta così adolescenziale. Pare che gli adulti vedano il bacio come un antipasto, e non come una delle portate. Nessuno potrà confermarvi questa cosa, ma lo dicono.
Baciami lei ripetè, avvicinò le labbra e come per sigillare qualcosa che sarebbe potuto volare via schioccò un bacio lì, dove le labbra s’incontrano come nessuna retta parallela farebbe mai.
Ed il bacio fu morbido, non secco, umido delle labbra di lei coperte da quel tanto che bastava di rossetto.
I capelli di lei si strofinarono sul suo naso o forse li scostò prima, non ricordava.
La luce asettica non rendeva giustizia a quel bacio che forse nessuno avrebbe mai ricordato se non per uno scatto, una foto quasi mossa, con cui si voleva salvarlo, da qualche parte.
Per non dimenticarlo.

Foto 3

Come la racconti la primavera in una foto d’inverno? Come la metti su carta se non con dei capelli biondi ed un sorriso? Come la trasformi in parole se non con un tramonto?
La primavera è uno stato d’essere, non solo una stagione, è un modo di respirare l’aria che hai intorno, di vivere il sole che muore modesto all’orizzonte come una cosa sempre nuova e diversa.
Primavera è la malinconia dell’autunno mischiata alla solarità dell’estate. Questa è.
E così si può tentare di salvarsi un pezzo di cuore, in attesa che il treno passi o si fermi da qualche parte. Che prima o poi succederà.
Si può tentare di immortalare un tramonto, senza un sole, un colore arancione sullo sfondo ed un’idea di primavera, anche d’inverno.
Nonostante le giacche pesanti, i cappelli o gli stivali, si può tentare di immaginarla una primavera così.
In un sorriso, in un pensiero.

Andrea (sdl)