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On Tuesdaisy, he ate through two pears. Which were rotting and fuzzy and caused some hallucinations.
immagine appartenente al rispettivo autore

Era solo un sogno? Un timido passaggio di note che nessuno avrebbe poi ricordato? Cos’era se non questo?
Alcuni rapporti si reggono su bisogni, su doppi giochi, false bugie, secondi fini. Non c’è mai un primo in queste cose, solo la rabbia e l’amarezza della sabbia che viene portata via e che segue già qualcos’altro.
Quello che rimane è un deserto piatto senza dune, e ti viene da domandarti se tutto questo sia giusto. Se sia giusto avere rapporti basati su castelli di carte che con un soffio di sincerità cadono a terra, si comprimono sotto il loro insensibile peso per poi accasciarsi senza far rumore.

Volto abbassato, non vogliamo farci scoprire. Ci crediamo migliori, ma è solo la consolazione dei perdenti. In questi rapporti falsi viene spontaneo chiedersi: Era tutto per questo?
Si passa una vita intera ad instaurare rapporti sinceri, ma ci sono sempre i momenti dove qualcosa che per te era speciale tutto d’un tratto si sporca.
L’altra faccia della medaglia è che magari era speciale anche per l’altra persona, ma in modi e fattezze differenti tra loro. E così il rapporto scompare. Diventa etereo, inesistente.

O forse la conclusione è che tutti i rapporti si reggono su dei contrabbandi nascosti. Che tutto è un gioco d’azzardo in cui noi scommettiamo a discapito di qualcosa e qualcuno. E che nascondiamo la nostra partita tutto il tempo.
Qualunque siano le carte, viene da domandarsi come giocarle. Ma alla fine è questa la giocata che vorremmo fare?
Solamente sabbia, che insegue il vento per cercare una direzione, un’altra direzione dove fuggire via, magari affogando nell’acqua dell’oceano. Oppure poggiandosi su altri fratelli e sorelle come loro.

Cerchiamo conforto nel mondo. Perchè di conforto abbiamo bisogno. E nel castello che cade, nella costruzione che pian piano si oscura, cerchiamo l’appiglio, l’ultima speranza che ci faccia dire che tutto non è stato vano. L’ultima luce, quella in fondo al tunnel quando ancora c’è uno spiraglio, un barlume di luminescenza.
Poi tutto si spegne. Le carte si coprono gli occhi, i misteri vengono scoperti. Rimangono le amarezze dei rapporti rotti, cambiati, trasformati.
E le domande.
Ma a quelle nessuno risponde mai, perchè l’ignoto, in questo caso, è un bene.

Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

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