Donne

Occhi di un blu limpido che ti gelavano il sangue, con quel maturo che tu avresti conosciuto solo molti anni dopo. Lei invece aveva già visto tutto. L’italia, l’inghilterra, la società maschilista.
Cose che a quindic’anni gli altri ignorano lei le aveva stampate in quell’oceano indiano. Che ogni tanto era scuro come la notte.

Occhi castani, come i capelli chiari. Lei che era di un posto per lui lontano. Lei con la scrittura dolce che ancora conserva. Lei che era così tenera e gentile. E forse adesso chissà dov’è. Ognuno avrà fatto i suoi errori e le sue scelte.

Ancora occhi chiari, blu. E qualcuno che d’un tratto scompare e si allontana. Quelle parole che non hai mai ammesso. E poi la storia o le dicerie si fanno spazio. E di una persona che avresti voluto vicino rimangono solo quelle: le parole. Che perdono valore per la strada. Le accantoni, assieme ai ricordi, ai rumori di contorno, alle rotaie che sfrecciano sotto di te, sempre troppo velocemente, sempre troppo in fretta.

E poi gli occhi che piangevano, o che erano felici. Lei ed il non capire cosa succedesse. Lei e la prima volta. Lei ed il si ed il no. Ed il non adesso. E la fiducia tradita. Lei e l’inganno, e le cose non dette. La ricerca e l’ossessione. Lei e gli odori. Tanti, troppi. Centinaia di odori da collezionare in bottiglie di vetro. Uno ad uno ancora li ricorda. Ed ogni tanto ci riflette.
Lei e la musica che diventava vita.

Lei ed i mondi paralleli, separati, inconciliabili. Lei e quella sensazione avvolgente del va tutto bene, anche se bene non andava. Lei ed i baci morbidi morbidi morbidi. Che sembravano panna montata. Lei che in fondo non vai bene. Ed ancora qualche ombra, ancora qualche no. Ancora ma non adesso.
Non ancora.

Lei ed i capelli nero pece. Lei e tutto quell’impossibile. Quel tentare di nuovo che non sarebbe durato. Lei e tutto quello che hai dentro. E ancora Firenze e l’italia. Lei e due cuori e una capanna. Che poi scompare e riappare. Che poi diventa capannina e poi rimane solo un singolare. Lei e le parole che non ho mai detto. Lei e tutto quello che avrei voluto, lei e tutto quello che non ho.
E tutto e ancora tutto. E silenzi e attese. E ma in fondo non è ancora il tempo. E forse è troppo presto e forse non vai bene, di nuovo. E riproviamoci, e non ci arrendiamo. Non ora.

Tu. Tu e tutte le cose che non sei riuscito a dire. Sulle scale con l’estate che ti teneva per mano. E tutti l’avevano capito ma voi due continuavate a parlare.
Tu e la tua fottuta abitudine di sciupare tutto. Di vedere le cose, a volte troppo in fretta. Tu e l’abitudine a non stare zitto. Tu e quella sincerità di cui faresti bene a meno. Tu e le tue bugie. Ma nessuno le scopre mai. Tu con l’indecisione di sempre, che quel primo passo sembra pesare tantissimo, ma i pesi veri arrivano dopo. Conquistare è solo una percentuale. Riuscirci è ben altro. Tu e quello che non sei e di certo non sarai. Alto, bello biondo, con la decisione di un deciso e la virilità di un uomo. Tu che non ti sei mai sentito accettato. Anche quando qualcuno adora la tua parte peggiore.
Tu che in fondo vorresti solo scrivere poesie ma non sai come fare, non sai cosa dire. Un tempo ci riempivi le smemorande, ora le rileggi e pensi “Ma che cavolo scrivevo?”. Tu che non sai pronunciare le parolacce perchè la parola “Cazzo” la pronunci con la solita verve di “Giornata“. Tu che scrivi scrivi e parli parli e non ti zitti mai. E forse adesso, forse soltanto ora, capisci che è ora di finirla.

Andrea (sdl)


Abbiamo perso le parole

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Quando ligabue scrisse questo pezzo forse le parole le aveva perse da qualche parte. E davvero, quando capita di perdere le parole, non sai dove ritrovarle. Poi provavi a comporre qualcosa che somigliasse ad una canzone. Come per raccontare la tua storia. Ed alla fine ti rendi conto che è proprio quella che vorresti raccontare. Fare in modo che qualcuno possa sentire tutto. Ma le parole le hai perse, quello è il vero problema. Non le sai ritrovare.

E non è certo un testo che parli di ciò che è successo fino ad ora che potrà aiutarti a ritrovarle. La vera cosa, quella che è più difficile di tutte le altre è riuscire a trovare qualcuno che le possa ascoltare, qualcuno che abbia quel cuore adatto, per sentirle. Forse è davvero per questo che perdiamo le parole. Non è tanto perchè non riusciamo a mettere insieme qualche virgola, qualche punto e un pò di lettere.No, perdiamo le parole per qualche altro motivo, perdiamo le parole perchè perdiamo chi le ascolterà. Ed è quella la vera tortura che dobbiamo sopportare. Le parole non si perdono, si perdono le persone. Ed è per questo che fa male davvero.

Andrea (sdl)