Abuso di potere

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Penso sia normale, in quanto povero mortale, essere leggermente insofferente di fronte a chi, con un contesto sociale ben diverso dal mio, fa largo abuso della sua posizione.

Mi riferisco alla fresca fresca polemica sulla satira sviluppata da alcuni fedeli cattolici di alto rango.
Piccolo riassunto della puntata precedente :
La chiesa è una potenza quasi europea (volevo dire mondiale ma è oggettivamente esagerato), ha un “reddito” davvero alto. Superiore alle proprie aspettative.
Reddito ovviamente usato, oltre che per scopi benefici, per mantenere tutta quella facciata d’oro che la ricopre.

La cosa interessante è che, ovviamente, sono i ranghi…mmm, come potrei chiamarli…
ah già : Elitari
dicevo : la cosa interessante è che, ovviamente, sono i ranghi elitari ad insorgere. Non certo quelli che si fanno in quattro. Casualmente è la parte seduta su una poltrona di pelle e non con le mani sporche di fango a farsi viva.
Perchè l’altra parte, quella buona della chiesa, si sta smazzando per risolvere alcuni dei problemi più importanti che ancora, quella parte “ricca“, fatica ad accettare.

Un esempio? I preservativi per l’africa.
La bibbia è vecchia. Può essere usata anche nei giorni d’oggi, a patto però di poter ammettere che esistono contesti sociali nettamente differenti.
Nella bibbia non ci poteva essere scritto che parlare al cellulare è peccato perchè fa male al cervello.
Insomma, sarebbe un pò troppo anche per il Signore no?
Ed è questo il punto. Una parte della chiesa (quella fatta d’oro) ora si lamenta per delle battute ironiche. L’altra parte (che non ha comunque espresso posizioni) sta impegnandosi per risolvere quel divario che viene sentito da tante parte sociali. Divario interno alla chiesa stessa, dove da un lato la chiesa sembra stupenda, dall’altro inutile.

A chi dobbiamo credere? A chi non sa reggere una battuta? Ai polemici che hanno perso la forza di ridere di se? O a chi combatte per quel bene in cui più di mezza umanità quasi sicuramente crede?

Qui non è destra o sinistra. Nè bene o male. E’ semplicemente delineare confini.
Quelli del credo, quelli della chiesa, e quelli della stupidità.

Andrea (sdl)

ps : il collegamento con l’immagine scelta è per palati allenati…

La religione è perfetta

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La religione, come ogni credo in generale è perfetto.
Sia ben chiaro. Con questo post non voglio dire che la religione sia sbagliata o altro, solo elencare gli “sporchi trucchi” dietro ogni tipo di vera fede.
Il discorso nasce a fronte di un confronto tra me ed un’altra persona (credente) e siamo arrivati ad una conclusione molto evidente, ma non sempre accettabile.
Il primo vero problema da affrontare è la frase
“Non si può usare la
logica comune per cose così. La logica non può rappresentarle.”
Il secondo vero problema è
“Non puoi capire. E’ un’esperienza interiore. Se non la provi non puoi capire”.
Perchè considero queste due frasi due veri, mastodontici, problemi?
Perchè rendono qualunque credo inconfutabile, incorreggibile, perfetto.
La prima frase scardina le basi del ragionamento logico, mettendolo in una posizione di incompetenza, ma dimenticandosi che il ragionamento logico è semplicemente una definizione.
I criteri di eguaglianza in matematica sono definiti rispettando certe regole. A volte per rispettare questi criteri si definiscono cose “ad hoc” per facilitarne l’eguaglianza. Così potrebbe essere tranquillamente nella religione. La logica magari può essere applicata, ma con interpretazioni leggermente differenti a seconda dei casi.
Purtroppo una frase così stronca metà delle confutazioni.
Alla rimanente ci pensa la
seconda.
Il motivo? Beh rende inabili tutte le persone intenzionate a confutare.
Ti dice : tu non hai la patente e quindi non puoi guidare.
Punto.
Nessun’altro commento accettato.
In effetti sarebbe anche vero, dopotutto la religione E’ un’esperienza interiore. Ed effettivamente non la si può comprendere se non avendola provata noi stessi. E con religione, sia chiaro, ho inteso un concetto molto ampio. Si passa da quelle famose alla visione del tutt’uno con il mondo. E’ quasi il “Credo in genere” purchè non sia terreno ovviamente, altrimenti la seconda frase non ha senso di esistere.
Ora, date queste due frasi la mia paura, e la critica che rivolgo volentieri a chi crede : Come si fa a capire di sbagliare?
Il punto è proprio questo. Tu non hai diritto a confutare qualcosa finchè non la provi, ma se la provi non hai assolutamente interesse a farlo, anzi, ti schifa l’idea. Inoltre la cosa in cui credi non può essere analizzata per le comuni metodologie. Quindi : Come si capisce quando si sbaglia?
E’ questa la cosa che maggiormente mi inquieta della religione. L’inabilità ad avere errori. La totale ignoranza della possibilità che “Credo nella cosa sbagliata.
E’ tutto perfetto lì. A partire dalle basi, fino alle torri. E tutte le frasi intorno lo sono.

Ma è una perfezione reale o costruita?

Andrea (sdl)