Via

Via, via. Il ragazzo le stringeva la mano con una dolcezza innaturale. Come la dolcezza di un bambino, una dolcezza così infantile, così pura.
Dovevano andarsene, lontano. Andare via da questo posto, da questa routine, da questa vita. Trovare un modo di allontanarsi dai luoghi comuni, dalle paure
via
da tutto quanto di scuro li circondasse.
Fuggire dalla vita di lei e da quella di lui. Per questo si erano ritrovati ed erano pronti a partire.
Via.
Via da tutte le paure, le angoscie. Andare in un altro paese, e ripartire. E nel paese scoprirsi turisti, o forse stranieri. Nessun paese davvero li avrebbe accolti. Non l’america, non la cina, non la francia nè la spagna. Nessun paese, nessuna nazione, nessuna regione, nessun villaggio, nessuna casa. Sarebbero sempre stati dei viaggiatori, mai abitanti.
Due orfani senza una famiglia, senza una patria a cui rendere conto. Senza niente. Dimenticati da ogni nazione ed ogni padre.
Orfani.
E allora l’unico modo era questo. Cercare un posto altrove, lontano.
Lui le stringe forte la mano, con quella innaturale dolcezza. Lei lo guarda. E insieme volano
via
nell’acqua
via
e il sole sembra sempre più lontano
via
e l’aria piano piano scompare
via
e gli occhi si chiudono
via
e tutto diventa buio.
via


Andrea (sdl)

[Note aggiuntive]

Non contento di aver scritto questo piccolissimo brano, mi sono permesso di improvvisarne una lettura. Qua sotto troverete un piccolo riquadro in Flash, contenente il riferimento al brano “Via“. Potete ascoltarlo, se volete. La voce è la mia. Le inflessioni dialettali pure. Ancora non potrò recitarlo come il testo meriterebbe, ma spero comunque che possiate apprezzarlo, e che ciò renda lo spazio digitale meno tecnologico e più umano.


soundtrack : Ludovico Einaudi – Giorni dispari

Thoughts in Words (L’anello)

Rise senza sapere perchè. Di fronte a lei non c’era niente. Camminava per la strada e rise un attimo. Come se qualcuno scrollasse dalla chitarra la polvere e si prepararasse al concerto per suonare.
Da quella risata qualcuno fu colpito. Passava per la strada anche lui. Senza sapere perchè scelse una via diversa per tornare dalla scuola.
Ore e ore di niente a dormire su un banco. Ancora conservava la forma indefinita del braccio su cui poggiava la testa.
Rise senza sapere perchè. Di fronte a lui non c’era niente.
Poi vide il suo sorriso.

Sono momenti che rimangono. Uno rimane folgorato dal niente e continua a guardare un punto indefinito oltre il proprio destino. Allungando la mano verso l’eterno.
10 metri era la distanza che li divideva.
Una strada trafficata nel mezzo. Nessun semaforo.
Si fermarono. E videro invisibili strisce per la strada. Allungarono entrambi la mano tendendola con decisione verso l’altro. I loro occhi seguivano rette parallele che bersagliavano i loro compari senza errore di mira.
Erano le 12.30 di un’estate qualunque. Un estate dove le auto passavano in una città di turisti e non di passanti.
Fecero esattamente 5 passi ognuno. Sperando che potessero incontrarsi. Il primo passo fu la scommessa. Il secondo la speranza. Il terzo la conferma. Il quarto la paura. Il quinto la dannazione.
Al centro della strada non c’era niente. Una striscia bianca ora divideva le loro corporeità senza toccarle. le loro mani si erano posate sui fianchi adesso. Si guardavano. Attorno a loro la fortuna decise di far passare le auto, ma di concedere 5 passi ciascuno. La fortuna li guardava da chissà dove. Decise di scommettere anche lei, se fossero tornati o no spettava a loro.
Il traffico aumentò. I clacson suonavano mentre i due si erano piantati al centro della strada senza però interromperne miracolosamente il flusso.

Pare che a volte anche la fortuna s’innamori delle persone, ma non sempre essa può deciderne il destino. Fu così che dalle mani di lui apparve miracolosamente un anello ed iniziò a rotolare diagonalmente per la strada. Lei lo vide toccar terra e con uno scatto fulmineo (incoerente con tutto quel paesaggio calmo che loro rappresentavano) si girò e lo inseguì.

Nei due lati della strada stavano per passare esattamente 3 tir 2 camioncini e 4 auto nei prossimi 10 secondi. Il tir di fronte agli altri vide chiaramente la ragazza gettarsi di fronte ad esso, sentì il tonfo sordo del tocco con qualcosa che gli fracassò il parabrezza e la frenata servì poco a rallentarne la corsa.
Dall’altro lato il ragazzo vide lei che partiva. Imbambolato perse circa 1,02 secondi di tempo prima di partire. Poi mosse il primo piede. Il ragazzo non si accorse di avere una scarpa slacciata, al terzo passo cadde a terra inevitabilmente. UNa macchina che percorreva la via opposta si accorse di lui ed iniziò la sua inevitabile frenata. Il ragazzo non riuscì a sentire il contatto con essa mentre sbandava, sentì solamente un tonfo.

Il tonfo fu metallico e di facile riconoscimento. Pare che la fortuna a volte si innamori delle persone. Dicono che a volte la Sfortuna decida di smettere di lavorare per alcune persone.
Fu così che mentre Alia teneva stretto in mano l’anello e Luca guardava il cemento di fronte a se, cosparso di resti del tamponamento tra Auto e Camion, sentirono entrambi che quell’incontro, violento per tutti, si poteva davvero chiamare uno scherzo del destino.


Andrea (sdl)