Fight me

Con questo post mi farò probabilmente qualche inimicizia, ma questo è ovvio. Non si può pretendere di accontentare il mondo intero. E la cosa strabiliante è che potrò farmi inimicizie di persone che, senza questo post, probabilmente avrebbero così tante cose in comune con me da stupirsene. Ma poco importa.

Chiariamo anzitutto una cosa : Non sono un moderato.
Non lo sono e mai lo sarò. Sono dell’idea che bisogna avere idee forti e realizzarle con la giusta dolcezza. E avere idee forti non significa non ammettere confutazioni, ma anzi essere l’elemento attivo della PROPRIA confutazione.

Rimango però un pò male di fronte a certe cose.
Essendo capitato per caso, girando tra alcuni blog, ad un sito ( http://www.tmcrew.org ) che ha come contenuti decine di proteste“. Alla cocacola, alla globalizzazione, al sessismo, etc etc etc.
Partiamo anzitutto da degli interessanti luoghi comuni di cui spero sarà facile identificare la matrice.
Senza voler fare alcuna generalizzazione è facile vedere come, molte persone che “disdegnano” la globalizzazione, poi fanno esse stesse parte di un processo che tende a globalizzare o a togliere personalità all’individuo.
La globalizzazione portata avanti da multinazionali quali Nike, Coca-cola, etc. effettivamente toglie individualità alla persona, agglomerandola poi, con le sue “scelte” alla massa.
E’ facile poi identificare una buona cerchia di persone che “disdegnano la moda“. Scelta più che rispettabile e mai biasimabile per me.
Peccato che esistano gruppi interi che per fuggire all’incubo della moda, seguono la moda.
Si guardi gli stili di capelli, di vestiti, di trucco che i maggiori movimenti giovanili hanno, e si confrontino tra essi.
Giusto, ci sono differenze. Esattissimo. Differenze non percepibili nella “scelta di vestire” se non da persone appartenenti a quella determinata “categoria”. E’ innegabile però il fatto che (eccezioni a parte e casi particolari) si tenda ad amalgamare lo stile creandone uno “distintivo”.
All’interno di esso poi ogni individuo cercherà di distinguersi forse, ma all’esterno questa è la visione.
Ma non è forse la stessa visione che si avrebbe, appartenendo ad una delle suddette categorie guardando “coloro che seguono la moda“? proprio perchè non si appartiene a quell’ambito riesce difficile coglierne le differenze stilistiche e umane. E mentre da un lato è vero questo, dall’altro è vero che, con questi pensieri, l’individuo perde valore per due motivi.

  • Primo : Ognuno vede differenze solo nella sua cerchia di interessi, e così lo stesso per le uguaglianze.
  • Secondo : La tanto odiata globalizzazione finisce con l’attuarsi per altre vie,e probabilmente si può ipotizzare che solo la mancata diffusione di certi fenomeni ne rappresenti il vero ostacolo.

In aggiunta a questo nel sito c’erano forti critiche al “potere dei grandi“, alla “coca cola” e alle sue scelte (oltre che alle implicazioni della globalizzazione a livello politico). E in ogni pagina c’era forte l’appello all’unità per combattere i nemici. Con azioni violente e non, a seconda dei campi. Manca il tanto agoniato “Fottere per la verginità” e saremmo davvero al completo.
Purtroppo non mi considero disilluso, ma neanche illuso. Di queste due fortune non ne ho avuta alcuna.
E non credo personalmente che il “potere dei grandi” si fermi con rivolte.
Come non credo che boicottando McDonald o la CocaCola otterremo un mondo migliore.
Non ritengo che sia così il metodo per arrivare a certe soluzioni.
Questo è il metodo più semplice, più diretto, e meno produttivo.
C’è un metodo nettamente più difficile (infinitamente), meno diretto e, se realizzato, dannatamente più produttivo.
Solo che siamo abituati ad avere tutto il biscotto intero, e non a pezzetti, quindi non viene considerato. Inoltre fa sempre il suo effetto l’idea della rivolta, dell’opporsi all’invincibile direttamente, petto contro petto, parola contro parola. Fa scalpore, e genera dentro di se un forte desiderio di eroismo per certi versi, che non ho assolutamente l’intenzione di stigmatizzare. Molte delle idee partorite per manifestare sono buone, ottime e altresì stupende. Alcune, (come i black bloc) non le condivido assolutamente (vedesi “Fottere per la verginità“). Sono cose orrende condite da belle parole, null’altro.
Ghandi diceva che non solo il male non va fatto, non va neanche pensato.
Ed in questa frase, che è un pò universale (a parte che non si può usare per cucinare), che secondo me va ricercato il vero metodo, che sembra a prima (e seconda) vista impossibile da fare.
E’ cambiando il modo di pensare, il modo di vivere, che il mondo cambia. E il modo di pensare, il modo di vivere siamo noi a deciderlo e a trasmetterlo.
Facile dire di essere contro la globalizzazione, contro lo sfruttamento, contro il dolore dei paesi poveri.
Ma guardiamo nel nostro piccolo.

Quante volte abbiamo ferito qualcuno vicino a noi?
Quante volte il nostro egoismo si è fatto vivo ed ha danneggiato altre persone?
Quante volte la nostra brama di gloria e di potere si è fatta scudo con altre persone?
Quante volte si è offeso qualcuno senza preoccuparsi della persona?
Quante volte abbiamo odiato?

e così via. Potrei elencarne milioni di casistiche umane dove noi coscientemente facciamo male ad altri. O forse non coscientemente, ma quando lo scopriamo siamo incapaci di risolverle il casino.
“Non c’entra niente” si potrebbe dire. Invece si. Perchè è da sentimenti così, da pensieri così, che il 90% dei mali che affliggono questa terra sono originati.
“Ha iniziato lui”, “E’ per colpa sua” altre risposte. Beh, un errore ne giustifica un altro? E alimentare la vostra vendetta non significa forse farla alimentare a lui successivamente e così via? Perchè continuare? Per sfogarsi? E’ un circolo vizioso. Piano piano diventa la lotta tra bande mafiose, dove se uccidi uno ne vedi morire uno e poi ne uccidi un altro e ne vedi morire un altro e così via. Più in alto ancora la cosa cambia. Ma la radice è quella, unicamente quella.
Certo, nel singolo sembrano piccoli, ma piano piano che il livello sale la grandezza del danno aumenta e così via. E quindi non è con cose plateali che il mondo viene cambiato. Sono le rivoluzioni silenziose che in genere spiazzano. Solo loro a cambiare il mondo. Anzi, siamo Noi. Noi che decidiamo di imparare, decidiamo di non danneggiare, decidiamo di non far star male. Decidiamo di ridurre un attimo il nostro vocabolario volgare per non permettere a certi luoghi comuni di ferire le persone senza motivo. Decidiamo di aprirci e di concederci. Decidiamo di non odiare e di perdonare. Decidiamo di lasciare il passo e di non fare la solita struggle for pleasure. Decidiamo di regalare il nostro amore.
Questi sono i metodi.

Se tutti tenessimo agli altri, nessuno soffrirebbe, perchè l’unica certezza di questo mondo, oltre la morte, è che a nessuno piace soffrire. (nemmeno ai masochisti).

Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

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