Le parole delle piccole intese

Quando le ascolti le riconosci subito. Sono le parole a cavallo tra destra e sinistra. Parole oramai note a chiunque e che chiunque riconosce (ma non identifica).
Quando in ogni congresso di una qualunque parte politica le senti, sai già a cosa sei di fronte. Mollica, riempimento. O nel caso migliore, un buon contorno, qualcosa tipo le patatine fritte (e rifritte nel solito olio).
Progressista.
Questa la prima parola.
La senti ovunque. Sembra che tutti i politici vogliano essere Progressisti. Che sia una qualità che tutti hanno, o che tutti ambiscono ad avere.
Progressista. Che forse un tempo un significato cel’aveva, come molte altre parole. Prima di essere affogata nel solito olio bollente di masse di persone pronte a sbandierare simboli, comprare gadget.
Un tempo non c’erano i gadget, forse c’era la politica, ma su questo ci sarebbe comunque da ridire.
Riformista.
Sempre tutto in una parola. Si prende e si impacchetta un centinaio di intenti per poi riassumerli come? una sola parola.
E’ come dire che la mamma è sempre la mamma. Sono piccole cose che vanno bene a tutti, un pò come alcuni veggenti che danno (fanno?) solo risposte che possano essere interpretabili in mille modi, così da azzeccarci sempre.
E quando sbaglia chi lo sente il lamento, tra anche solo mille persone?
La riforma, il cambiamento. Adesso non ci sono più parole come “Conservatrice”. Siamo tutti -ista qualcosa.
Tutti cerchiamo di essere -isti.
Laica ma cattolica. Altro simpatico esempio di quante cose si vendono in tutti i congressi politici.
Anche qui non c’è blu o rosso che tenga, non c’è nessun politico che eviti questa triste verità.
I laici cattolici, gli atei cattolici, ma quanta gente ci si trova quà. Una forza politica che sia così mi par quantomeno improbabile, e senonaltro dubbia.
Ma tutte son così, dai congressi della destra a quelli della sinistra. E non è qualunquismo questo che vi mostro, non è la resa, è solo una piccola modesta considerazione.
Sono un considerazionista. Faccio considerazioni perchè ritengo sia giusta la forza individualista delle persone.
No, non è vero, ma era un buon esempio giusto?

I riassunti servono, e lo sappiamo. Le sintesi pure. Ma è davvero giusto spogliare la parola di ogni sua caratteristica? E’ davvero giusto inneggiare i loghi, le singole parole. Gasarsi quando senti “Riformista” che ti sembra chissà quale novità, chissà quale cambiamento. E trovarsi tutti uguali, con le spillette attaccate di fronte al grande schermo, fede cieca nel fratello, in Lui?

Non so. Le domande si accavallano. Ma il bello dei congressi sono che le domande che senti sono quelle comode, mai quelle vere. Nei congressi non vedrete incertezze o dubbi. Il congresso è, per così dire, “La registrazione in studio dei politici“. Così non scoprireste mai che Avril Lavigne alle volte canta da far schifo in live, come non scoprirete mai che tutti quei gadget, tutte le sintesi che vi hanno fornito, forse, non erano altro che una stupenda carota.

Andrea (sdl)

Per concludere, come post-scriptum esterno, mi permetto di aggiungere un pezzo di una canzone di Guccini (Addio) :

Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
però è amico di tutti perché non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d’imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l’unica fede il cui sperare…


Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

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