Su di me

Sono qui. Di fronte ad un computer. E’ il mio modo di scrivere. Personale. Come tutte le cose che scrivo. Ogni scrittore, ogni persona che cerchi di gettare per terra delle parole, scrive cose personali.
Voi non lo sapete, ma loro lo sanno benissimo. C’è un momento particolare dove la mente di chi scrive fa “bip” e dentro il racconto ci finisce qualcosa di tuo.
Non si può evitare. E’ così. Alcuni autori ci sanno convivere benissimo, e se hanno la fortuna di avere delle vite divertenti da raccontare, beh, fanno racconti autobiografici.
Una doppia fortuna, c’è poco da dire. Bukowski l’ha sempre ammesso, e non credo avesse a vergognarsene. Lui, nel suo piccolo genere, era un genio.
Un uomo che ha saputo unire il romanticismo alla volgarità. Che ha dimostrato al mondo intero che all’interno della merda ci poteva essere l’amore. Di come le peggiori situazioni umane potessero comunque essere “romantiche” a modo loro.

Sono qui, dicevo, con una candela accesa ed un pò di incenso che sparge per la casa un odore quasi di chiesa. Era l’immagine migliore che avevo, quando sono partito a scrivere. Spesso capita che inizio a scrivere un racconto e poi ho quello che molti chiamano “Il blocco dello scrittore”. Il racconto muore, e vi giuro che mi dispiace. Per me ogni piccolo racconto è una vita a se stante che vorrei portare avanti, far crescere e vivere. Ma alle volte questo non è possibile e mi devo accontentare di qualcosa di meno.
E’ così che sopravvivo al mio bisogno di buttare giù parole.
C’è chi ne fa un lavoro, ma io non ho il talento e il tempo per poterlo trasformare in qualcosa del genere.

Certo, se qualcuno di voi avesse contatti con un editore, beh, ci proverei. Ma sono sicuro che non sarebbe un’impresa facile. Vuoi per il mio italiano dozzinale, per la mia semplicità nello scrivere, o per il fatto che sono come sono e scrivo come scrivo. Non voglio diventare un secondo Federico Moccia, già non apprezzo il primo, e sebbene comprenda che debbano esistere scrittori più commerciali di altri non mi piacerebbe l’idea di divenirne uno.
Sono scelte per carità. Ma quindi, quello che io mi domando è: cosa diavolo sto scrivendo?
In verità nulla. Ero partito con un’idea, ma poi il mio dito medio l’ha cancellata. Che cosa brutta. Parlava delle cose che rimettiamo a posto, che togliamo di torno dalla nostra casa. Di come un passato si misuri anche in questo. Nelle rimanenze, nelle cicatrici.
C’è chi dice che amare lascia cicatrici, io dico che amare lascia ricordi. Siamo noi a farci le ferite e lasciarle cicatrizzare.

Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

3 risposte su “Su di me”

E io l'avrei letto volentieri se lo avessi scritto. Come ho letto con piacere anche questo… in fondo non sarai uno scrittore di fama ma è cmq bello leggerti.
A risentirci 😉

Ti ringrazio Rospetta. Sembra un'inconcludente autocelebrazione ma alle volte fa davvero piacere sapere di essere apprezzati 🙂

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