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Monologhi (Parte 2 – All you need is love)

Two way monologue.
immagine appartenente al rispettivo autore

Questa è la seconda parte del “mini-racconto” Monologhi. In totale saranno 5 parti. Cinque improvvisazioni di cinque anonimi protagonisti. Nessuno di loro ha un nome. Nessuno di loro l’avrà mai.

Prefazione e Parte 1: Somewhere over the rainbow
Parte 2: All you need is love
Parte 3: Halleluja
Parte 4: Coming of age
Parte 5: Bed of roses


All you need is love

Voi non vi sentite soli? Io si. Fottutamente sola. Torno a casa ogni sera, ed ogni sera mi metto a piangere. Sapete cosa significa? Piangere ogni sera intendo. E’ fottutamente triste. Entrare in casa e lasciarsi andare al pianto. Incondizionatamente. Perchè, che altro dovrei fare?


Potresti combattere, no?

Combattere contro cosa? Contro il mondo intero? Ho già passato la mia fase rivoluzionaria direi.

Ma non puoi neanche continuare così!

Certo che posso. Cosa ti credi? Pensi di essere migliore di me? Solo perchè sono debole.
Ecco, l’ho detto. Sono debole. Debole come una foglia d’autunno.

E perchè piangi?

Perchè piango? Dovrei partire da Adamo ed Eva per spiegartelo.

Beh, inizia. Chi era Adamo?

Qualcuno che mi ha ferita.

Ed Eva?

Sai fare meglio di così.

Ok. Allora dimmi. Cosa ti ha fatto Adamo?

Nulla. Ecco il punto. Non mi ha fatto nulla. Ed io che avrei voluto. Avrei sperato che lui potesse fare qualcosa. Cambiare, cambiarmi, cambiarsi. E invece no. Hai visto? Il solito grande fallimento della mia vita. Solo uomini incapaci di capirmi.

O forse tu incapace di capire loro?

Ma io sono semplice! Come possono non capirlo? Ogni donna lo è. Ogni donna desidera due o tre cose.

Diamanti a parte, immagino.

Diamanti a parte. Già. Ma perchè deve sempre finire così? Perchè trovo solo uomini stronzi, insensibili?

Il tuo bisogno d’amare forse è diverso. Forse non li trovi, forse li cerchi. E le poche volte che erano diversi? Cosa è successo?

La solita cosa. Non mi andavano bene. Ed ora torno ogni sera in casa a piangere. Ti rendi conto? Una come me che piange. Riesci ad immaginarlo? Mio dio. Neanche ci credo. Ma forse è giusto così. Giusto che io mi senta sola. Perchè magari me lo sono meritato.

Io penso che tu stia semplificando sai?

Semplificando cosa? Come ti permetti tu che non sai nulla di me?

Forse so più di te che non vuoi accettare i limiti tuoi e degli altri. Perchè in fondo, la persona giusta qual’è? Quella che vuoi? Quella che desideri? O quella che semplicemente E’ giusta? Facile dire “Non mi comprende”, o dire “Non vai bene”. Facile trovare errori negli altri senza fare un pò di autocritica. Invece di cercare soluzioni, di cambiare le persone, perchè non migliorarsi?

Facile anche criticare mi pare. Cosa ne sai tu di tutto questo?

Ne so come ne sai tu. Credi di essere l’unica che ha passato tutto questo? Credi di essere speciale? Di aver vissuto qualcosa di unico? No. E’ tutto normale. L’amore, l’innamoramento, e la sua fine. E’ tutto naturale, come quando fiorisce un fiore, o appassisce. Eppure tu non lo capisci. Non capisci che è così che va il mondo. Le cose vanno, e vengono. A volte ritornano, altre invece ci lasciano per sempre. E noi dobbiamo lasciarle andare.

Ma io non voglio lasciarla andare! Non voglio.

Lo supererai. Non sei diversa da nessuno di noi, nè da me. Siamo tutti nella stessa barca. E non ti credere che io sappia meglio di te dov’è che dobbiamo andare per smetterla di soffrire. O di piangere.

Ehm, tu hai mai pianto tornando a casa?

Si. A volte. E probabilmente più di quante tu riesca ad immaginare.

E si smette prima o poi?

Prima o poi tutto finisce. Anche se non sai mai capire se questo sia un bene oppure no.

Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

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