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Monologhi (Parte 3 – Halleluja)

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immagine appartenente al rispettivo autore

Questa è la terza parte del “mini-racconto” Monologhi. In totale saranno 5 parti. Cinque improvvisazioni di cinque anonimi protagonisti. Nessuno di loro ha un nome. Nessuno di loro l’avrà mai.

Prefazione e Parte 1: Somewhere over the rainbow
Parte 2: All you need is love
Parte 3: Halleluja
Parte 4: Coming of age
Parte 5: Bed of roses


Halleluja

Chiudete gli occhi adesso. Con le mani giunte verso il cielo immaginate l’odore della cera di una candela accesa vicino a voi. Focalizzatevi su di essa. Gli occhi della vostra mente devono sentire l’erosione di quella candela, immaginare la luce del fuoco che la uccide. I vostri occhi devono vedere il riflesso rosso della fiamma sul piccolo lago di cerca che circonda lo stoppino di tessuto imbevuto nella candela.
Dovete ricordare com’era, quando giocando agli innamorati, vi cadeva bollente sulla pelle, ed un gemito, forse un urlo, vi sfuggiva.
Mani giunte. Verso il cielo.
Lui non avrà occhi per voi, ma potrete comunque credere che, oltre quelle nuvole, vi sia un Dio per voi.
Più misericordioso di voi. Che sappia davvero dire cosa è meglio. Qual’è il bene. Com’è che si fa, questo bene.

Io non l’ho mai capito. Lo giuro.
Tutte quelle volte ci ho provato. E tutte le volte ho fallito. Nella spirale di eventi che mi ha portato qui, forse, non ho fatto la scelta giusta.
La droga non era una porta, ma una direzione.
E l’alcol di certo non era una medicina, ma una malattia.
Ho bisogno di cure. E di un Dio che possa capirmi.
O che probabilmente possa perdonarmi. Perché Padre, io ho le mani sporche dei miei peccati. E quando le lavo non vanno mai via. Mi rigiro ogni giorno le mani nel sapone Padre. E sono sempre sporche.
Sporche di me, di questa vita.
Come posso lavarmi via?

Siamo tutti pecore di un gregge. Cerchiamo una guida, il nostro pastore. Colui che ci guiderà nel buio.
Alcuni hanno la fortuna di chiamarlo Amore. E lui apre una strada di fronte a loro. Dice loro quale scelte prendere. E loro, incauti ed ignari lo seguono.
Ma quando tutto finisce, beh, siamo soli Padre. Siamo sempre soli.
Non c’è Dio Padre. Non in questa notte. In questa camera che puzza di fumo, e le coperte non lavate da settimane mi ricordano la sporcizia in cui vivo e mi sveglio. In cui faccio quello che tutti gli uomini fanno.
Mi sporco Padre. Perchè questo so fare.
Se Dio esiste e mi ha creato, perchè mi ha fatto così?

Figliolo. Figliolo. Non è stato Dio a crearti. Ma tua Madre.
Dio ha creato il resto. Dio ha permesso che il resto potesse essere lì. Ma non concederti questo dubbio. Dio non decide le azioni di nessuno. Non può dire a nessuno di evitare di uccidere altri uomini. Dio non può salvarti in questo modo. Se potesse, non avresti la cosa che più vanti di avere: Il libero arbitrio.
Dio non è la soluzione alla stupidità umana Figliolo. Dio, nel peggiore dei casi, potrebbe esserne stato la causa. Ma anche lì ci sarebbe da vedere cos’altro ha creato.
Non solo stupidità.
Figlolo. Mani giunte verso il cielo. Lo vedi quell’immenso blu?
Se non Dio, chi altri lo potrebbe mai aver immaginato un blu così splendido?

Ora vai. Non girarti. Non voltarti. Questa chiesa non scomparirà. Io forse un giorno ti abbandonerò e tu sarai solo, come sei sempre stato.
Ma sappi, ricorda. Dio c’è e ci sarà sempre. Ti ascolterà quando vorrai. E ti perdonerà se ti sentirai colpevole. Anche se tutto questo non è il suo lavoro.
I piani di Dio non possiamo saperli. Ma della sua gentilezza son sicuro. Vai in pace.

Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

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