H.A.N.T. The world


I sogni, quando ti svegli, paiono sempre una soffusa realtà. Un‘indecifrabile memoria che non sai distinguere, che non sai chiarire.
Hanno i loro contorni, e quei contorni si perdono nella sottile leggerezza della mente.

Poi c’è la realtà. Che sempre ha come termini “Cruda”, “Difficile”.
Per fortuna esistono le eccezioni, e per fortuna che le eccezioni si ripetono.
Alle volte è solo un passo, e noi che proviamo ad afferrarlo quel futuro. Quel passo che sembra così labile, così indeciso, così insicuro. Un passo che non fai in poco tempo, come mettere su un gruppo musicale, un “Incredibile sforzo democratico“, dice la mia insegnante di canto (a ragione), o come riuscire a fare un mini concerto tra amici. Solo per dire “Ci siamo”. Aspettateci e arriveremo.
Quello che due anni fa poteva sembrare solo un’immagine al risveglio, adesso piano piano prende quei contorni duri e crudi, tipici della realtà, ma conditi da una verità così dolce (per quanto poi ci si domandi sempre se l’indulgenza dell’amicizia nasconda troppo la critica vera) da rendere tutto speciale.
E quello che era un compleanno (anzi : tre ) diviene un piccolo evento che fa smuovere e legare, che non fa dimenticare.
E quando le luci si spengono e i microfoni perdono la voce
quando scendi da quel palco alto 10 centimetri costruito col sudore
quando tutto finisce, rimane solo quel dubbio.
Guardando i contorni ancora incerti di questa realtà tutto sembra un sogno.
Ma a volte così non è.

Grazie a chi l’ha reso possibile

Andrea (sdl)