Wonderful Life

Sentire gli attimi scoccare le loro ultime esalazioni.
Immersi nel costante buio di stress depressione ansia.
Affoghiamo nelle nostre paure. Paura di aver paura. Terrore della paura. E siamo ancorati ad un timore.

Ed alle volte lo dimentichiamo. Com’è il cielo.
Com’è la sensazione di quando stai bene e guardi quell’infinito azzurro, mentre un sorriso nasce sottinteso tra le tue labbra.
O la sensazione del vento che ti accarezza, e tu che per un attimo nella tua vita frenetica ti fermi, lo assapori, e poi torni a camminare.
O ancora il batticuore di un bacio, gli occhi che ti guardano, o il sorriso delle persone a cui tieni.
Dimentichiamo tutto questo. Dimentichiamo le birre che legano, contrariamente a quelle che ubriacano. E con esse le notti a guardare la luna con il proprio futuro all’orizzonte, tra le onde del mare che si increspano nel buio.
Scordiamo, in posti di cui non sappiamo l’esistenza, le volte che abbiamo tenuto per mano o che abbiamo riso talmente di gusto da non respirare.

Perdiamo tutto ciò, e per noi questo è il nostro sangue, la nostra linfa. Lo facciamo diluire dalla frenesia, ci facciamo anestetizzare dal buio e dalla sua negatività. Quand’invece dovremmo contrastarla. Dovremmo tenere a mente quella sensazione, come rotta maestra della nostra storia.

Perchè, in fondo, nonostante il dolore, nonostante tutto quanto di brutto c’è al mondo e non solo : it’s a wonderful life.

ON AIR : Zucchero[ All the best ]Wonderful life

Andrea (sdl)

Le radici del peccato

Come si coglie la prima mela, ignari ancora del dolore che provocherà, così il peccato nasce. Con ingenuità, con tensione. A volte rabbia. A volte anche vendetta.
Il peccato è una macchia sul cuore che non si lava via con i detersivi. E quando la vedi ti senti un pò male.

It beats for you

perchè quel battito che senti nascere ha un che di innaturale. Batte fuori tempo, e non è un cuore a chiedere vita. E’ qualcosa di diverso. Come per i vampiri che devono uccidere per vivere. Così noi alle volte dobbiamo perdere qualcosa, soffrire nell’accecata risoluzione del desiderio. Guardare la nostra decadenza ignari (ma stranamente consapevoli) della fine che si avvicina.
Del sangue che vedremo scorrere.
Del dolore che vedremo nascere

it bleeds for you

Ma questo non ci ferma mai. Neanche la rossa visione del male. Quel battito ci tradisce come noi tradiamo altri. Ci inganna e ci fa credere che ci siano due soli in questo mondo.
Ma uno dei due vive di luce riflessa.
Un riflesso nato da noi stessi, dai nostri bisogni, e forse anche dalle nostre inquietudini. Ecco dov’è l’inganno.
Il tradimento non è che lo specchio di una parte della nostra anima che rifiutiamo di esporre, di vedere. Il tradimento è l’ultimo inganno che concediamo al nostro essere.
Quello che dall’inganno nasce, e nell’inganno ci farà morire.

For there is
in all the world
no greater love than mine

E spesso è solo la realizzazione della fine o della solitudine che ci fa cambiare strada. A volte non sappiamo mai quale fosse stato il vero sole. Finiamo col restare a guardare le ultime ceneri di due fuochi, che un tempo ardevano, ed ora sono solo carbone, nero come la macchia sul nostro cuore, nella nostra anima.

ON AIR : Annie Lennox[Dracula B.S. Soundtrack]Love song for a vampire

Andrea (sdl)

Winter

Non hai mai il tempo per dirle, certe cose. Si parte con un “Ti amo” ma piano piano il mare ti mangia un pò di spiaggia. E’ come se la scogliera del tuo essere venisse piano piano a mancare. Ed il tuo tempo scompare con essa.
Inizi a temere che tutto possa scomparire.
Gli addii si gestiscono male in questi modi. Diventano di un freddo tremendo. Talmente gelido da bloccare anche la lingua dal muoversi. Non per baciare, ma per parlare.

L’inverno ed i suoi addii. Li senti, li percepisci. E’ come se una parte di te dovesse rimanere là, in quell’indefinito patibolo dove dovrà morire.
Poi bussano alla porta. Ed un altro giro parte. E sempre meno tempo, sempre meno sempre meno
che il tempo non lo pagano
mai.

A volte vorrei piangere.
Penso non sia un segno di debolezza ma solamente un segno. Se uno si arrabbia non dimostra forza, mostra solo uno stato d’animo.
Ed io vorrei piangere un po’. Piangere aiuta tutti. Ma non vorrei piangere di disperazione. Vorrei piangere di un cocktail con ingredienti strani. Malinconia, dolore, felicità.
Vorrei che il mondo potesse piangere più spesso. Ricordarsi la prima cosa che ha fatto nella propria vita, renderla viva all’interno di se quando siamo adulti.
Chissà come mai ci siamo convinti che non sia giusto piangere.
Che non sia giusto neanche liberarsi.
Che sia tutto da tenersi dentro.
Davvero, guardatevi dentro per un po’. Alle volte sarà buio, ma trovatela quella piccola lacrima in fondo al vostro cuore.
Vi aiuterà.

ON AIR : Josh Radin[ Scrubs Season 3 ] Winter

Andrea (sdl)

If there ever was love


Se mai l’amore fosse esistito, che nome gli avremmo dato?
Se mai fosse nato, con che faccia lo avremmo accolto?
Se mai l’amore fosse stata una parola bandita, da scrivere solo con caratteri strani, come l’avremmo raccontato?
E se mai ci fosse un modo per non amare mai, lo useremmo?
Nonostante le volte che odiamo Dio nel cielo, nonostante tutte le volte che abbiamo pianto.
Nonostante questa vita, lo useremmo?
Se mai le parole fossero state troppo poche, e la speranza ci fosse sfuggita di mano?
Se mai l’amore fosse stato un ricordo, che memorie potremmo cullare?

E se fosse stato pioggia, avremmo pianto prima?
Se mai l’amore fosse stato una parola, l’avremmo usata?
Tutte le volte che l’amore ci ha traditi, tutte le volte che l’amore ci ha stupiti. Tutte le volte che l’amore ha saputo mostrare il suo volto senza nome, e tutte le altre in cui l’amore si è dimostrato qualcosa di più.
Tra i suoni di cristallo, l’amore urlerebbe mai?
E i vuoti a rendere di un bicchiere senza vino, l’amore li racconterebbe?

Se mai l’amore si potesse scrivere, che parole troveremmo sulla carta?
E se l’amore fosse carta, i bigliettini d’auguri, cosa diverrebbero?

Ma se in fondo l’amore fosse niente e fosse tutto. Se l’amore non fosse solo un amore semplice, se potesse variare nella cromatura dei sentimenti ed assumere una miriade di nomi.
Ed essere leggenda.
Se l’amore fosse così, potremmo noi chiamarlo amore?

Nella giornata che tutti ricordano per l’avvento, io voglio ricordare (controcorrente) l’Amore.
Perché se c’è un punto da cui arriviamo, è sicuramente quello.
E se dovessi dare un nome al posto dove voglio scomparire, lo chiamerei Amore.

ON AIR : Counting Crows [August and everything after]Raining in baltimore

Andrea (sdl)

H.A.N.T. The world


I sogni, quando ti svegli, paiono sempre una soffusa realtà. Un‘indecifrabile memoria che non sai distinguere, che non sai chiarire.
Hanno i loro contorni, e quei contorni si perdono nella sottile leggerezza della mente.

Poi c’è la realtà. Che sempre ha come termini “Cruda”, “Difficile”.
Per fortuna esistono le eccezioni, e per fortuna che le eccezioni si ripetono.
Alle volte è solo un passo, e noi che proviamo ad afferrarlo quel futuro. Quel passo che sembra così labile, così indeciso, così insicuro. Un passo che non fai in poco tempo, come mettere su un gruppo musicale, un “Incredibile sforzo democratico“, dice la mia insegnante di canto (a ragione), o come riuscire a fare un mini concerto tra amici. Solo per dire “Ci siamo”. Aspettateci e arriveremo.
Quello che due anni fa poteva sembrare solo un’immagine al risveglio, adesso piano piano prende quei contorni duri e crudi, tipici della realtà, ma conditi da una verità così dolce (per quanto poi ci si domandi sempre se l’indulgenza dell’amicizia nasconda troppo la critica vera) da rendere tutto speciale.
E quello che era un compleanno (anzi : tre ) diviene un piccolo evento che fa smuovere e legare, che non fa dimenticare.
E quando le luci si spengono e i microfoni perdono la voce
quando scendi da quel palco alto 10 centimetri costruito col sudore
quando tutto finisce, rimane solo quel dubbio.
Guardando i contorni ancora incerti di questa realtà tutto sembra un sogno.
Ma a volte così non è.

Grazie a chi l’ha reso possibile

Andrea (sdl)

Pictures of you

Pictures of You.
Di nuovo.

Alla fine di un amore rimane il dolce sapore di miele e qualche foto.
A volte digitale, a volte cartacea.
Uno potrebbe voler tappezzare le pareti di amore, ma poi finisce con il tappezzarle di foto. Ci si accontenta. Come se bastasse. Come se ci fosse amore in quella carta.
C’era amore nel gesto. C’era amore negli occhi.

Quelli si che sono la parte peggiore dell’amore.
Uno li vede una volta e, zac!, eccoli gli occhi innamorati. Sono troppo belli. Ci affoghi dentro gli occhi di qualcuno che ti ama. Li vedi, e non vedi altro che te. Sono peggio di uno specchio, nello specchio i difetti li vedi, negli occhi vedi solo quella tua immagine così perfetta,così libera da errori, che ti fa paura.
Non eri peggiore un tempo?
TI specchi in ciò che non sarai mai e ti fà seriamente paura, ma poi comunque vada finirai per cercare di nuovo quello sguardo. E’ tremendo ed inevitabile. Gli occhi di un’innamorata sono più belli di qualunque tesoro, non c’è storia.

Se poi entrambi vi amate la cosa è ancora più spettacolare.
Tu guardi lei e vedi te stesso assolutamente perfetto.
lei guarda te e vede se stessa assolutamente perfetta.
Insomma, in due non ci vedete un cazzo.

Perfetto no?

ON AIR The cure [Disintegration] Pictures of you

Andrea (sdl)

Buongiorno buongiorno

Abito in una mansarda. Piano sopra l’ultimo piano. Che poi significa essere gli ultimi a scendere e i primi a salire. Almeno verso l’alto.
Nel mio palazzo c’è un simpatico signore. E’ abbastanza anziano, ma allo stesso tempo molto spensierato.
Ogni volta che lo vedo mi mette quella strana allegria. E allora io lo saluto.
“Buongiorno buongiorno” dice.
Due volte. Mai una.
Come se volesse sottolineare che è sempre un buon giorno che non esistono giorni cattivi.

“buongiorno buongiorno”

Oggi, dopo averlo salutato mi sono messo a guardarlo un attimo. Io ero ad aspettare l’ascensore e lui era appena uscito.
Andava al suo orto.
Niente di strano fin qui no? Se non fosse che l’orto è a 5 metri da casa. e siamo in centro.
Il suo orto è nato e sta incredibilmente vivendo in una piccola conca. Lunga circa due metri e mezzo. All’inizio c’era solo sudicio lì. La gente la usava per buttarci le peggio cose. Lui invece l’ha trasformata in un orto nel mezzo al cemento.
Tra l’altro la conca è esattamente dietro ad un distributore di benzina. E’ già tanto che le piante stiano resistendo.

Quest’estate lui si è preso cura di questa sua piccola creazione. L’ha cullata ed ora è lì.
Così, inevitabilmente, mentre l’ascensore si richiudeva oltre me mi è tornata in mente una canzone che ascoltai tempo fa.

Faceva così…

E la vita è così forte
che attraversa i muri senza farsi vedere
la vita è così vera
che sembra impossibile doverla lasciare;
la vita è così grande
che quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire

ON AIR : Roberto Vecchioni [Sogna ragazzo, sogna] Sogna ragazzo, sogna

Andrea (sdl)

Ritmi ed epoche

Somewhere over the rainbow there’s a Stairway to heaven that is Not what you see.
If you Look around you’ll see Something about you, Something beautiful.
It may sound strange, since then you’ll hear the Sound of silence but there’s nothing to fear. Except probably the Fear of the dark, or the fear of someone.
But Don’t fear the ripper, it’s not like he’ll kill you. He’s In quest for a rare thing : some Tears of the Dragon.
It’s not easy to find them, and when you’ll be there, there won’t be an Easy way out.
So take a good look on you, and Don’t look any further, the answer is there, between the love you give, and the love you get, My funny Valentine, there’s no other thing like love.
You Can’t help falling in love with someone, it’s just as easy as it’s difficult to mantain, and you may also say, one day : “I can’t stop loving you“.
So Don’t stop believing in This life, It ain’t over yet.

The show must go on, but I should end it here, or perhaps I’ll continue it another day.
Somewhere in time.

So what can I tell you
If life’s the length of this play
Perhaps God gave the answers
To those with nothing to say
The years are forgiven
If God’s forgiving and kind
Perhaps we’ll all find the answers
Somewhere in time

[Savatage – Somewhere iun time]

Andrea (sdl)

(ed ora vediamo quante ne beccate 🙂 e scusatemi degli orrori di inglese)

Quello che fa ooo (come i bambini, non come i piccioni)

Non sono un esagerato amante della musica italiana. Ciò non toglie che ci siano molte cose (soprattutto passate) che apprezzo di essa. E con essa molte canzoni hanno segnato la mia vita.
Tra le quali (tante) di Ligabue.


Così, di fronte alla richiesta di una mia amica di andare al concerto a Firenze, non me la sono sentita di rifiutare. Un pò d’aria nuova, un’uscita diversa non fanno mai male. Il prezzo si paga, e a conti fatti probabilmente è un pò sovrapprezzato per la qualità dello show. Ma va bene così.
Il concerto era scontato (non il prezzo 🙂 ). Un riarrangiamento praticamente inesistente delle canzoni. Una folla di chitarristi (3 più Ligabue….). Normale l’intrattenimento del cantante, fattosi presente solo alla fine con un meritato ringraziamento al pubblico che s’è fatto una doccia fuori programma (e per fortuna anche Ligabue ha voluto farsela, nonchè il violinista Pagani, che suonava sotto la pioggia).
Il risultato gli sarà arrivato poi, visto che la sua voce a volte finiva soffocata da quella del pubblico.

C’è stata anche un immagine bellissima. Ad un certo punto c’era una canzone da “saltare“. Di quelle che non puoi star fermo come uno zombie. E’ naturale buttarsi. E nel prato tutti cercavano di avvicinarsi al cielo con i salti.
Nelle tribune invece c’erano i “signori” calmi. Seduti a godersi la scena.
Ma non tutti.
Nascosti al centro c’erano due persone che “saltellavano” sulle sedie mentre eran seduti.
Quello fu l’inizio, comico. Alla fine tutti saltavano, anche i più anziani.
Bellissimo anche lo striscione in foto 😀
E, a proposito di foto, ho preferito farne poche e godermi la musica. Non so voi se avreste fatto altro…


Essere al concerto mi ha fatto riflettere. Nei momenti in cui non cantavo e non saltavo, nei momenti in cui riuscivo ad ascoltare, finivo col ripensare alle canzoni che mi hanno segnato.

Fu così che alcune canzoni mi fecero venire un magone al cuore.

Io ti ho vista già, eri in mezzo a tutte le parole che
non sei riuscita a dire mai.
Eri in mezzo a una vita che poteva andare ma
non si sapeva dove…
Ti ho vista fare giochi con lo specchio
e aver fretta di esser grande
e poi voler tornare indietro quando non si può.

Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.

C’è un posto dentro te in cui fa freddo
è il posto in cui nessuno è entrato mai
quella che non sei.


Fu poi il tempo di riflessioni sulle guerre. E fu interessante ( ma da verificare ) l’informazione che i megaschermi trasmisero : Un giorno in guerra in Iraq equivale a qualcosa tipo 70 ospedali e 700 scuole, a livello monetario. (nonchè qualche morto in meno)

Io dico si, dico si può
sapere convivere è dura già, lo so.
Ma per questo il compromesso
è la strada del mio crescere.
E dico si al dialogo
perchè la pace è l’unica vittoria
l’unico gesto in ogni senso
che dà un peso al nostro vivere,
vivere, vivere.
Io dico si dico si può
cercare pace è l’unica vittoria
l’unico gesto in ogni senso
che darà forza al nostro vivere.

E ci fu quella frase, così calda, così amichevole, quel “Capita a volte di dover affrontare dei grossi problemi. Questa è dedicata a tutti quelli che ci sono dentro” o forse era diversa, ma il risultato fu uguale…

Quando tutte le parole sai che non ti servon più
quando sudi il tuo coraggio per non startene laggiù
quando tiri in mezzo Dio o il destino o chissà che
che nessuno se lo spiega perché sia successo a te
quando tira un pò di vento che ci si rialza un pò
e la vita è un pò più forte del tuo dirle “grazie no”
quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà.

Sopra il giorno di dolore che uno ha…

Arrivò poi il duro sapore della verità, a ricordarmi come alcune cose siano uguali per tutti, come sia dura cambiare, o modificare se stessi (Cambiato per niente, ma neanche scontento, avrebbe detto Ligabue)

Ho messo via un pò di illusioni
che prima o poi basta così
ne ho messe via due o tre cartoni
comunque so che sono lì.
Ho messo via un pò di consigli
dicono è più facile
li ho messi via perchè a sbagliare
sono bravissimo da me.
Mi sto facendo un pò di posto
e che mi aspetto chi lo sa
che posto vuoto ce n’è stato ce n’è ce ne sarà.
Ho messo via un bel pò di cose
ma non mi spiego mai il perchè
io non riesca a metter via te
Ho messo via un pò di legnate
i segni quelli non si può
che non è il male nè la botta
ma purtroppo il livido.
Ho messo via un bel pò di foto
che prenderanno polvere
sia su rimorsi che rimpianti
che rancori e sui perchè

Penultima in ordine d’apparizione fu poi l’inimitabile. Il marchio a fuoco di ligabue. Per cui rischierebbe i suoi ascoltatori se si azzardasse a non farla

Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’è.
Certe notti se sei fortunato bussi alla porta di chi è come te.
C’è la notte che ti tiene tra le sue tette un po’ mamma un po’ porca com’è.
Quelle notti da farci l’amore fin quando fa male fin quando ce n’è.

E quindi saluti e ringraziamenti.
Anzi no. Prima ci sarebbe da spiegare il titolo (e quindi la canzone di chiusura del concerto).
Perchè Ligabue fa come i bambini? Ma daiii, non ci siete arrivati?

Come vedi sono qua:
monta su, non ci avranno
finchè questo cuore non creperà
di ruggine, di botte o di età.
C’è una notte tiepida
e un vecchio blues
da fare insieme,
in qualche posto accosterò
e quella là sarà la nostra casa, ma
credo che meriti di più
e intanto io son qua
e ti offro di ballarci su:
è una canzone di cent’anni almeno.
Urlando contro il cielo.

oooooooooooooooo

Andrea (sdl)