Dedica senza voce

Non possiamo nè dobbiamo fuggire dal dolore. Il dolore è un segnale d’allarme ed un modo per imparare. Per dare forma al mondo, alle nostre esperienze, a ciò che vediamo e tocchiamo. A ciò che siamo e ci rappresenta.
Per questo, oggi, io prenderò ciò che ancora non ho voluto prendere.
C’è un tempo per ridere, un tempo per dare la mano, un tempo per baciare e c’è un tempo per soffrire, anche solo un pochino alle volte.

Ho perso qualcosa, ho perso qualcosa e non lo ritrovo. Faccio squilli sparuti nel mezzo delle notti in cui mi sembra di toccarti. Non sono un perseguitatore, perchè di squilli ne ho fatti pochi, e solo quando sapevo che nessuno li avrebbe sentiti. E’ un pò come gli angeli custodi, ci sono ma non li vedi. Ho paura a dire il mio nome nel buio, quasi a confermare l’esistenza di me stesso, ed alle volte mi domando se io non stia fuggendo sempre e solo dall’ombra di qualcuno.
Non ho pianto, ma avrei voluto. E’ stato tutto troppo bello per piangerci su, non avrebbe senso. Sono quelle cose che ti ghiacciano l’anima e non le puoi sciupare così. Era tutto bello.
Anche quando tutto è stranamente finito, quei tuoi dannati occhi, come mi si può chiedere di dimenticarli? Come posso scordare quello?
Ho perso qualche parte di me nelle notti che vennero. Sto cercando di ritrovarla ma ogni volta il cuore mi manca per andare avanti. Vado avanti con molta forza ovunque, ma c’è una parte di me che si è fermata, non ad aspettare ma fermata proprio. Non c’era altro per lei. E non mi ero ancora permesso di star male. Non per una questione di forza, ma proprio per tutto l’amore che c’era.
Alle volte cerco ancora i segni di quando ti portai sulle spalle. Quelli sono scomparsi, ma è come se ci fossero ancora. Come quando una persona perde un arto e gli rimane la percezione dell’arto detto fantasma. Ecco, con te è più o meno così. Ti vedo passare per casa, vedo i tuoi occhi, ricordo la tua voce, il tuo calore, le tue mani, il tuo sapore. Ti scrivo anche lettere che non leggerai mai.

Come gli angeli custodi. Ci sono, a volte li percepisci, ma non li vedi mai.

Andrea (sdl)

[ Scrittura Cooperativa V2Nuovo racconto! : Rendez-vous ]

Waiting

Immagine appartenente al rispettivo autore

Le attese possono uccidere sapete? Come l’attesa per sapere dove mettere un anno e qualche mese di vita condivisa, passata insieme. E’ un’attesa snervante. Le attese per le risposte che decidono la tua vita sono in se e per se snervanti. Sono l’ago della bilancia che non ti appartiene e sul quale non hai potere. 

Accettare o combattere? Sono sempre questi gli interrogativi che ci separano, che ci dividono. E per risolverli abbiamo solo l’opzione di aspettare o anticipare. Non c’è un tempo buono, non c’è un tempo adatto. Il tempismo in queste cose è una chimera senza età. Sbaglieremo, basta solo decidere come.

Ed il peso del nostro errore ci rimarrà addosso.

Andrea (sdl)

Darkness can blend in you, light will change you

Rintocchi sulla punta dei piedi la primavera che saluta e l’estate che ti entra in casa e si appoggia sul divano. Ritorna, come ogni anno, quel momento dove mi sento invaso, incapace di reagire, da tutto questo mondo.
Ridotto all’osso del discorso mi perdo nelle domande che vorrei fare e sentire, nei mille interrogativi. E mi accorgo solo ora del valore di alcuni cerchi della nostra vita. Dei mille ritorni di pensieri che ti invadono nella notte.

Io Amo.
Amo quando la notte si risveglia e ti ricorda che c’è anche lei. Quando si alza dal suo letto di stelle e nuvole, e con l’odore dell’erba ti carezza.
Amo gli occhi degli innamorati, di coloro che sono capaci di vedere oltre. Oltre la siepe, oltre il destino, oltre la morte. Amo, profondamente, tutto questo, come tutto il mondo, nei suoi dettagli impercettibili, ed ad ogni estate lo vorrei ribadire, e ripetere. Vorrei poter trasmettere questa profondità alle altre persone, vorrei piangere perchè questo mondo è infinito, e contemplarlo nei suoi infiniti odori.
Amo gli odori, già. Ogni odore è un ricordo che non posso dimenticare.
E più di ogni altra cosa Amo le debolezze, di quelle che non temiamo.

Perchè siamo umani, ed è proprio questa la cosa più bella di tutte.

Andrea (sdl)

If there ever was love


Se mai l’amore fosse esistito, che nome gli avremmo dato?
Se mai fosse nato, con che faccia lo avremmo accolto?
Se mai l’amore fosse stata una parola bandita, da scrivere solo con caratteri strani, come l’avremmo raccontato?
E se mai ci fosse un modo per non amare mai, lo useremmo?
Nonostante le volte che odiamo Dio nel cielo, nonostante tutte le volte che abbiamo pianto.
Nonostante questa vita, lo useremmo?
Se mai le parole fossero state troppo poche, e la speranza ci fosse sfuggita di mano?
Se mai l’amore fosse stato un ricordo, che memorie potremmo cullare?

E se fosse stato pioggia, avremmo pianto prima?
Se mai l’amore fosse stato una parola, l’avremmo usata?
Tutte le volte che l’amore ci ha traditi, tutte le volte che l’amore ci ha stupiti. Tutte le volte che l’amore ha saputo mostrare il suo volto senza nome, e tutte le altre in cui l’amore si è dimostrato qualcosa di più.
Tra i suoni di cristallo, l’amore urlerebbe mai?
E i vuoti a rendere di un bicchiere senza vino, l’amore li racconterebbe?

Se mai l’amore si potesse scrivere, che parole troveremmo sulla carta?
E se l’amore fosse carta, i bigliettini d’auguri, cosa diverrebbero?

Ma se in fondo l’amore fosse niente e fosse tutto. Se l’amore non fosse solo un amore semplice, se potesse variare nella cromatura dei sentimenti ed assumere una miriade di nomi.
Ed essere leggenda.
Se l’amore fosse così, potremmo noi chiamarlo amore?

Nella giornata che tutti ricordano per l’avvento, io voglio ricordare (controcorrente) l’Amore.
Perché se c’è un punto da cui arriviamo, è sicuramente quello.
E se dovessi dare un nome al posto dove voglio scomparire, lo chiamerei Amore.

ON AIR : Counting Crows [August and everything after]Raining in baltimore

Andrea (sdl)

I significati dell’amore


Perchè fa male. Male.
Male da morire.
Iniziava così la canzone dell’oramai conosciuto Tiziano Ferro.
Una canzone straziante, dolcissima. Apprezzata ed odiata senza domande. C’è sempre stato chi l’ha amata senza un motivo e chi invece non la sopportava. Una demarcazione divideva generi e persone e la canzone stava lì nel mezzo, a separare tutti.
Con la voce indiscutibilmente bella del cantante che innegabilmente rappresenta una tra le migliori voci maschili della musica italiana (come tecnica ed espressività. Il genere può non piacere ovviamente).

Così, perdendosi nella notte, nelle autostrade tra firenze e valdarno. Nel buio indistinto della pioggia senza nome che cade.
Nella notte.
Così, un amico mi apre gli occhi sul testo della canzone, che inizialmente sembra scontato.
“E più mi vorrai e meno mi vedrai
e meno mi vedrai e più sarò con te”
Si può vedere in questa frase la semplice definizione dell’amore ( o di una sua parte ), piuttosto che il semplice augurio intuibile ascoltandola. Perchè definizione dell’amore?
Perchè più si desidera una persona e più la si vuole vedere e quindi non basterà mai più uno sguardo non basterà mai più tutto quello che ci era concesso prima.
Mentre invece, quando l’amore si scioglie per la strada e scivola via, la presenza di una persona viene avvertita molto di più, ciò che prima era mancanza ora è una forte presenza di cui faremmo volentieri a meno. Perchè quando non si ama più si accentua maggiormente questo lato.
E così, in una canzone così buia e distruttiva, che non manca mai di far commuovere molte persone, c’è racchiuso quel perchè che molti cercano, quella legge non scritta ma accettata da tutti, questa frase senza parole che ci lascia sempre a bocca aperta.

Come se in quella canzone fossero riusciti a metterci davvero, un pezzo d’amore.


[ Tiziano Ferro – Sere nere ]

Ripenserai agli angeli
Al caffè caldo svegliandoti
Mentre passa distratta la notizia di noi due
Dicono che mi servirà
Se non uccide fortifica
Mentre passa distratta la tua voce alla tv
Tra la radio e il telefono risuonerà il tuo addio

Di sere nere
Che non c’è tempo
Non c’è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male male
Male da morire
Senza te

Ripenserei che non sei qua
Ma mi distrae la pubblicità
Tra gli orari ed il traffico lavoro e tu ci sei
Tra il balcone e il citofono ti dedico i miei guai

Di sere nere
Che non c’è tempo
Non c’è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male male
Male da morire
Senza te

Ho combattuto il silenzio parlandogli addosso
E levigato la tua assenza solo con le mie braccia
E più mi vorrai e meno mi vedrai
E meno mi vorrai e più sarò con te
E più mi vorrai e meno mi vedrai
E meno mi vorrai e più sarò con te
E più sarò con te, con te, con te
Lo giuro

Di sere nere
Che non c’è tempo
Non c’è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male male
Male da morire
Senza te
Senza te
Senza te
Senza te


Andrea (sdl)

Love in the first street

Avere vent’anni e non saperli ancora contare, non saper dire il proprio nome senza vergognarsene.
Com’è amare? Com’è essere inabili ad essere?
Come quando ti paralizzi, come quando perdi tutto ciò che hai imparato.
Amare improvvisamente rappresenta l’embrione, parte da lì e lì arriva.
Da quando ti innamori e diventi una larva in cerca di parole, a quando il tuo amore avrà testa braccia e gambe.
Amare. Ti ricordi com’era?
Le parole che non sei e non sono riuscito a dire.
Che non ci siamo saputi dire.
Amare è anche questo. Perchè nessun discorso vale quanto certi silenzi.
Amare era anche provarci sapendo di perdere. Quell’incredibile realismo così scellerato da farti credere che qualcosa sarebbe cambiato.
Forse poi era vero, ma col senno di poi è troppo facile dirlo.
E com’è ricominciare ad amare? Ci sono regole da qualche parte?
Perchè non accettano le iscrizioni in questa vita?
Cosa diavolo deve fare uno per amare di nuovo?
Nulla. Questa è la risposta.
Deve solo aspettare di trovare quel qualcosa di grande, di enorme, da costringerlo ad alzarsi e camminare. A metà tra lazzaro ed un semplice cretino.
Che un pò sa di miracolo, un pò sa di sfigato.
E poi come si fa ad amare quando si fa troppa autocritica?
Guardarsi dentro così tanto da sapere i propri punti deboli a memoria.
“E se fosse perchè ho solo bisogno di affetto?”
“E se fosse perchè ho troppo amore da dare ma nessuno a cui darlo?”
uno le domande se le fa, ma fanno sempre male.
Perchè non lo sai quando è vero e quando non lo è. Lo sai solo dopo, a mente fredda.
Prima rappresenta solo un tumulto di emozioni sensazioni. Poi la cosa cambia. Quelle rimangono ma…cambiano. Diventa tutto così diverso. Ed uno deve saper accettare il cambiamento, o rifiuterà l’amore.
Ma è sempre troppo dura accettare. Ogni volta è una piccola scommessa.
Una piccola pazzia da annoverare nel nostro diario.
Così i giorni li conti e passano, e passano anche le notti, anche se più lente.
E dolcemente tutto va nell’oblio. Ed uno inizia a perdere i cardini.
Va davvero così bene? Forse si.
Ma non va così tanto bene.
Perchè vorrei traslocare sempre nel cuore di qualcun’altro, ma l’impresa di trasporti è troppo impegnata per aiutarmi.
Io del mio cuore non saprei che farmene.
Ma tu?

Andrea (sdl)

Dizionario italiano

Amore : Plurale singolare.

Andrea (sdl)

Gimme a kiss

Un tempo il bacio era scoperta, adesso il bacio è conquista.
Cos’è cambiato? Nel passaggio qualcosa si va perdendo e non è la maturità che si guadagna, ma semmai un qualche difetto.

Così mentre prima c’erano quelle scoperte naturali con l’esperienza si impara (impara?) ad abituarsi ai sentimenti. Mentre prima quel bacio, quel tocco leggero delle labbra era qualcosa di incredibile. Ora è il minimo sindacabile.
Inondati da amori televisivi ben riusciti. Costruiti su castelli di cartapesta migliaia di faccie si baciano in tv. Si amano così tanto che fininiamo col credere che sia sempre così. Che non esista fallimento. Oppure il contrario. Guardandoli capiamo che non esisterà mai niente di simile.
Così, il fallimento dei produttori nel trasmettere quel sentimento che provarono da bambini diviene il fallimento degli ascoltatori che, incapaci di guardare fuori dal quadrato, rimangono incollati a se stessi senza muoversi.

E’ l’ossessione della ricerca.
Oggi cerchiamo, prima scoprivamo.
La differenza sta solo nel fatto che se cerchi, sai dove cercare, se trovi non hai un punto dove guardare. D’un tratto la tua vista sarà riempita di qualcosa.
E sarai spiazzato.
Guardando, scoprendo. Dando i nomi.
Cos’era quel bacio?
Te lo ricordi ancora?
Voi ve lo ricordate?
Avete svenduto il vostro bacio, la vostra verginità mentale, oppure l’avete scoperta?
Volevate liberarvene, rimanerci attaccati, o scoprirla?
C’è stato un bacio che non fosse conquista? C’è mai stato?
Magari siamo stati tutti illusi. Magari l’amore non esiste.
C’è chi ci crede. E ammette di non credere in niente.
Strani credi questi.

Così, nelle ombre della notte, provate a ripensarci una volta.
A quel primo bacio.
Non necessariamente il primo in ordine.
Ma quel primo che vi sorprese.
Perchè prima non c’era niente e dopo c’era qualcosa.
E voi eravate semplicemente nel mezzo.

Andrea (sdl)