Love in the first street

Avere vent’anni e non saperli ancora contare, non saper dire il proprio nome senza vergognarsene.
Com’è amare? Com’è essere inabili ad essere?
Come quando ti paralizzi, come quando perdi tutto ciò che hai imparato.
Amare improvvisamente rappresenta l’embrione, parte da lì e lì arriva.
Da quando ti innamori e diventi una larva in cerca di parole, a quando il tuo amore avrà testa braccia e gambe.
Amare. Ti ricordi com’era?
Le parole che non sei e non sono riuscito a dire.
Che non ci siamo saputi dire.
Amare è anche questo. Perchè nessun discorso vale quanto certi silenzi.
Amare era anche provarci sapendo di perdere. Quell’incredibile realismo così scellerato da farti credere che qualcosa sarebbe cambiato.
Forse poi era vero, ma col senno di poi è troppo facile dirlo.
E com’è ricominciare ad amare? Ci sono regole da qualche parte?
Perchè non accettano le iscrizioni in questa vita?
Cosa diavolo deve fare uno per amare di nuovo?
Nulla. Questa è la risposta.
Deve solo aspettare di trovare quel qualcosa di grande, di enorme, da costringerlo ad alzarsi e camminare. A metà tra lazzaro ed un semplice cretino.
Che un pò sa di miracolo, un pò sa di sfigato.
E poi come si fa ad amare quando si fa troppa autocritica?
Guardarsi dentro così tanto da sapere i propri punti deboli a memoria.
“E se fosse perchè ho solo bisogno di affetto?”
“E se fosse perchè ho troppo amore da dare ma nessuno a cui darlo?”
uno le domande se le fa, ma fanno sempre male.
Perchè non lo sai quando è vero e quando non lo è. Lo sai solo dopo, a mente fredda.
Prima rappresenta solo un tumulto di emozioni sensazioni. Poi la cosa cambia. Quelle rimangono ma…cambiano. Diventa tutto così diverso. Ed uno deve saper accettare il cambiamento, o rifiuterà l’amore.
Ma è sempre troppo dura accettare. Ogni volta è una piccola scommessa.
Una piccola pazzia da annoverare nel nostro diario.
Così i giorni li conti e passano, e passano anche le notti, anche se più lente.
E dolcemente tutto va nell’oblio. Ed uno inizia a perdere i cardini.
Va davvero così bene? Forse si.
Ma non va così tanto bene.
Perchè vorrei traslocare sempre nel cuore di qualcun’altro, ma l’impresa di trasporti è troppo impegnata per aiutarmi.
Io del mio cuore non saprei che farmene.
Ma tu?

Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.