Tra le quali (tante) di Ligabue.
Così, di fronte alla richiesta di una mia amica di andare al concerto a Firenze, non me la sono sentita di rifiutare. Un pò d’aria nuova, un’uscita diversa non fanno mai male. Il prezzo si paga, e a conti fatti probabilmente è un pò sovrapprezzato per la qualità dello show. Ma va bene così.
Il concerto era scontato (non il prezzo 🙂 ). Un riarrangiamento praticamente inesistente delle canzoni. Una folla di chitarristi (3 più Ligabue….). Normale l’intrattenimento del cantante, fattosi presente solo alla fine con un meritato ringraziamento al pubblico che s’è fatto una doccia fuori programma (e per fortuna anche Ligabue ha voluto farsela, nonchè il violinista Pagani, che suonava sotto la pioggia).
Il risultato gli sarà arrivato poi, visto che la sua voce a volte finiva soffocata da quella del pubblico.
C’è stata anche un immagine bellissima. Ad un certo punto c’era una canzone da “saltare“. Di quelle che non puoi star fermo come uno zombie. E’ naturale buttarsi. E nel prato tutti cercavano di avvicinarsi al cielo con i salti.
Nelle tribune invece c’erano i “signori” calmi. Seduti a godersi la scena.
Ma non tutti.
Nascosti al centro c’erano due persone che “saltellavano” sulle sedie mentre eran seduti.
Quello fu l’inizio, comico. Alla fine tutti saltavano, anche i più anziani.
Bellissimo anche lo striscione in foto 😀
E, a proposito di foto, ho preferito farne poche e godermi la musica. Non so voi se avreste fatto altro…
Essere al concerto mi ha fatto riflettere. Nei momenti in cui non cantavo e non saltavo, nei momenti in cui riuscivo ad ascoltare, finivo col ripensare alle canzoni che mi hanno segnato.
Fu così che alcune canzoni mi fecero venire un magone al cuore.
Io ti ho vista già, eri in mezzo a tutte le parole che
non sei riuscita a dire mai.
Eri in mezzo a una vita che poteva andare ma
non si sapeva dove…
Ti ho vista fare giochi con lo specchio
e aver fretta di esser grande
e poi voler tornare indietro quando non si può.
Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.
C’è un posto dentro te in cui fa freddo
è il posto in cui nessuno è entrato mai
quella che non sei.
Fu poi il tempo di riflessioni sulle guerre. E fu interessante ( ma da verificare ) l’informazione che i megaschermi trasmisero : Un giorno in guerra in Iraq equivale a qualcosa tipo 70 ospedali e 700 scuole, a livello monetario. (nonchè qualche morto in meno)
Io dico si, dico si può
sapere convivere è dura già, lo so.
Ma per questo il compromesso
è la strada del mio crescere.
E dico si al dialogo
perchè la pace è l’unica vittoria
l’unico gesto in ogni senso
che dà un peso al nostro vivere,
vivere, vivere.
Io dico si dico si può
cercare pace è l’unica vittoria
l’unico gesto in ogni senso
che darà forza al nostro vivere.
E ci fu quella frase, così calda, così amichevole, quel “Capita a volte di dover affrontare dei grossi problemi. Questa è dedicata a tutti quelli che ci sono dentro” o forse era diversa, ma il risultato fu uguale…
Quando tutte le parole sai che non ti servon più
quando sudi il tuo coraggio per non startene laggiù
quando tiri in mezzo Dio o il destino o chissà che
che nessuno se lo spiega perché sia successo a te
quando tira un pò di vento che ci si rialza un pò
e la vita è un pò più forte del tuo dirle “grazie no”
quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà.
Sopra il giorno di dolore che uno ha…
Arrivò poi il duro sapore della verità, a ricordarmi come alcune cose siano uguali per tutti, come sia dura cambiare, o modificare se stessi (Cambiato per niente, ma neanche scontento, avrebbe detto Ligabue)
Ho messo via un pò di illusioni
che prima o poi basta così
ne ho messe via due o tre cartoni
comunque so che sono lì.
Ho messo via un pò di consigli
dicono è più facile
li ho messi via perchè a sbagliare
sono bravissimo da me.
Mi sto facendo un pò di posto
e che mi aspetto chi lo sa
che posto vuoto ce n’è stato ce n’è ce ne sarà.
Ho messo via un bel pò di cose
ma non mi spiego mai il perchè
io non riesca a metter via te
Ho messo via un pò di legnate
i segni quelli non si può
che non è il male nè la botta
ma purtroppo il livido.
Ho messo via un bel pò di foto
che prenderanno polvere
sia su rimorsi che rimpianti
che rancori e sui perchè
Penultima in ordine d’apparizione fu poi l’inimitabile. Il marchio a fuoco di ligabue. Per cui rischierebbe i suoi ascoltatori se si azzardasse a non farla
Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’è.
Certe notti se sei fortunato bussi alla porta di chi è come te.
C’è la notte che ti tiene tra le sue tette un po’ mamma un po’ porca com’è.
Quelle notti da farci l’amore fin quando fa male fin quando ce n’è.
E quindi saluti e ringraziamenti.
Anzi no. Prima ci sarebbe da spiegare il titolo (e quindi la canzone di chiusura del concerto).
Perchè Ligabue fa come i bambini? Ma daiii, non ci siete arrivati?
Come vedi sono qua:
monta su, non ci avranno
finchè questo cuore non creperà
di ruggine, di botte o di età.
C’è una notte tiepida
e un vecchio blues
da fare insieme,
in qualche posto accosterò
e quella là sarà la nostra casa, ma
credo che meriti di più
e intanto io son qua
e ti offro di ballarci su:
è una canzone di cent’anni almeno.
Urlando contro il cielo.
oooooooooooooooo
Andrea (sdl)