Luca che inizia a parlare. Di fronte ad un pc che non ha voce.
Luca le ha perse quelle parole. Un tempo le sapeva giostrare, sapeva dare loro quel brio segreto, magia e condanna, bugia e realtà.
Luca che vorrebbe piangere e non sa perché.
Luca guarda le stelle e non trova niente che cada, e tutto è già a terra, steso in un prato senza desideri.
Luca che si guarda intorno e non ci sono risposte ai suoi punti interrogativi.
Luca che vorrebbe urlare dentro di se ma la voce li è finita.
Luca ed il cuscino contro cui combatte, l’avversario di ogni notte.
E quel sonno che lo fa dannare, quei dubbi che lo torturano.
Luca e le catene di cui ha perso la chiave. Luca e le porte a cui ha smesso di bussare.
Luca e gli indirizzi che si è dimenticato.
E le persone che parlano parlano parlano, e lui non le ascolta. Luca non ci riesce ad ascoltarle. Le loro parole, psichedeliche come le luci di una discoteca, non gli danno soddisfazione, per lui sono solo echi lontani.
Luca e le cose da dire. Ci ha provato davvero. Aveva fatto una lista di cose da ricordare, da regalare, da fare e poi l’ha persa di nuovo, dove non si sa.
Luca che vorrebbe di nuovo amare, ma si domanda come dove quando.
Luca che è uno nessuno centomila, pirandelliana figura senz’ombra che vaga per casa e non sa dove va.
Luca che scompare nella notte e che quando chiude gli occhi, è un pò tutti noi.
Andrea (sdl)