In fondo cosa potremmo mai desiderare se non un pò di autodistruzione. E’ in tutti noi, c’è chi fuma e lo chiama “mi fa rilassare”, ma in realtà è un lento bruciare dell’anima e della mente. C’è chi si perde nell’alcol. E vede la nebbia ogni notte. Ed ogni notte non vorrebbe svegliarsi mai. Siamo tutti in cerca di un modo come un altro per fregarci. Perchè alle volte, in fondo, ci piace sapere che toccando il fondo sapremo dove possiamo andare a finire. Ci tiene in vita. Ci tiene in vita l’idea che ci taglieremo le vene in una vasca da bagno, con il sangue che cola lentamente dalla mano e va a scolarsi via, mescolato con l’acqua nel nostro tubo dello scarico. Dove ci sono i nostri capelli, un pò di dentifricio, i capelli della nostra fidanzata, e qualche fluido corporeo non ben identificato.
Il sangue passerà di lì come fosse acqua, ma con molta più discrezione. Non farà rumore, non spingerà per passare. Sarà un passante tra i tanti. Niente di speciale.
La forza per non fare questo non cel’hanno tutti. Alcuni si fermano prima. E nessuno sente la loro storia. I nomi di queste persone non vengono scritti sui giornali, alle volte i loro funerali sono scarni. Nessuno li piange nel pubblico, ma c’è qualcuno che sicuramente, nonostante il degrado, sentirà la loro mancanza. E loro non erano peggiori di nessun’altra persona. Solo più deboli. E magari neanche di tanto.
La distanza tra una follia ed un altro passo è un semplice pensiero.
Basta quello per innescarla. Basta pensarlo e siamo già in volo verso la fine del baratro, con l’aria che ci accarezza i capelli, e gli orecchi che sentono uno sbatter d’ali.
Poi tutto potrebbe finire, o forse potremmo guardare avanti.
Allontanare la bottiglia, la siringa, la sigaretta, il preservativo, la carta, la mano, gli occhi, le orecchie, il mouse, la bocca, il sesso, le parole, le pasticche, le medicine, il bicchiere, il libro, il telecomando, la forchetta, le dita, il vetro, il coltello, il telefono, o qualunque altra cosa, da noi.
Basterebbe così poco, davvero.
Prima potevate essere degli aspiranti suicidi, ed ora invece state costruendo. E’ questa la vera magia. Lo potevate fare prima, ed ora già siete per la strada giusta.
Contrariamente a quello che si può immaginare la differenza sta tutta in un pensiero. Un pensiero può gettarti nel baratro, è vero. Ma può anche salvarti.
Può tirarti fuori. Un “Perchè no” può ridarti quello di cui avevi davvero bisogno.
Non si può sempre avere gli occhi di tutti per noi. Anche se ci sentiamo soli, non è questo il modo per richiedere attenzione. Magari alziamo la voce o semplicemente diciamo: Ehi, ci sono anch’io.
Molti non vi snobberanno di certo. In fondo, siete come loro.
Andrea (sdl)