What we are

Ero lì. Ma nessuno avrebbe notato il modo in cui cercavo una dimostrazione negli altri. Ero lì, come altre decine di persone. Immobile, a tratti.
Come un protagonista al rallentatore osservavo i volti degli altri, i movimenti degli zigomi, le guance.
Vedevo gioia, vuoto, tristezza, piacere, dubbio, rabbia.
E tutti lì, nel buio psichedelico.
E tutti lì, nel rumore senza forma.

Ci sono sempre state cose per cui mi sono sentito disposto a combattere. Compromessi che non volevo accettare. E’ naturale che sia così. Si chiama gioventù. Quando sai che il tuo è un prezzo non barattabile. Con la crescita tutto acquisisce un valore. Il tuo amore, la tua casa, le patatine del bar, il sesso.
Tutto ha un prezzo. Tutto è commercializzabile.
Non hanno venduto l’amore nei sacchetti di patatine solo perché non hanno trovato una buona idea di marketing. Non perché sia impossibile.

C’erano persone che rappresentavano il compromesso stesso. A cavallo tra ciò che potresti chiamare gioventù e quella che inevitabilmente è la maturità.
Si dice gioventù bruciata. Forse perché i giovanissimi sono impulsivi.
Ma a me viene da dire che siamo tutti in un incendio, che qui sta bruciando tutto. La casa è in fiamme e gli inquilini rimangono impassibili al suo interno.
Certi compromessi hanno un prezzo che nessuno di noi comprende. Noi paghiamo, ma il conto ci verrà portato troppo tardi per correggere l’errore.
Ed eccoli quindi. Loro.
Gli occhi pieni di desiderio. Come chi cerca di affogare i dolori nell’alcol c’è chi affoga la solitudine nel sesso.
Come se fosse davvero possibile sentirsi meno soli con degli sconosciuti.

E noi, che dovremmo imparare da tutto questo. Noi, la gioventù a cui manca poco per quella meta. Quella del compromesso. Cosa dovremmo imparare?
Qual’è il significato dietro tutto questo?
Ogni ragazzo, ogni bambino, da piccolo ha detto: Io non sarò come lui.
Che fosse un padre, un amico, un parente.
E poi, senza che fosse evitabile, la vita lo ha catapultato in quel mondo. Dove siamo tutti comprabili. Dove non esistono gli eroi.
Ed anche lui è diventato come loro.
Anche lui è stato corrotto, compromesso, cambiato.
Cosa dovremmo imparare?
Cosa dovremmo imparare da chi si tradisce, cosa dovremmo imparare da chi ha lasciato lontano il cuore per dimenticarsene, cosa dovremmo imparare da tutto questo?

Non penso che ci siano insegnamenti. Come non credo che sia possibile evitare certi cambiamenti. Semplicemente succederanno, per la strada. Un giorno ci volteremo ed il paesaggio che ci eravamo lasciati alle spalle sarà diverso. Cambiato.
Come noi.
Ed allora, senza nemmeno saperlo, saremo altri. Diversi.
Forse addirittura odiosi rispetto a quello che volevamo diventare.
E nonostante il nostro impegno per non essere così, eccocì lì, nella bordeline della nostra destinazione.
Viene da pensare che l’affanno, il sudore, per essere persone diverse, migliori, non sia altro che l’arma usata dal destino per portarci esattamente dal punto che volevamo fuggire.

Siamo sfortunati.
Questa è la verità.
Le luci saltano, le ombre cadono a terra senza rumore. Gli sguardi, oh si, gli sguardi, sanno parlare. Ci possono provare a raccontare un mondo intero.
Mentre fissavo tutti quei volti, pensavo che ognuno di loro avrebbe avuto una storia da raccontare, che tutte le loro vite erano in qualche modo speciali, ma che io da solo e soprattutto in quel momento, in questa vita, non avrei potuto mai sentirle scoprirle.
Dobbiamo scegliere di quale sogno morire, perché non possiamo vivere di quelli degli altri.

Andrea (sdl)

Di Andrea Grassi

Scrittore, programmatore di siti web. Appassionato da sempre di ogni forma di scrittura (copywriting, marketing, romanzi). Vivo a Montevarchi e non me ne pento.

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