Il diario delle vacanze 2008

3 Agosto

Dire fare baciare
lettera testamento.

Tra fatti ed intenti si dividono le parole e laddove sfortuna unisce, fortuna divide.
Siamo cerchi centrati su cosa?
Mentre il raggio delle nostre azioni è chiaro, cosa possiamo dire del punto attorno al quale ruotiamo?
Siamo incerti, ecco il punto. E l’unica certezza che abbiamo a questo mondo è data dalla nostra indifferenza.
Questo, purtroppo, è il centro che cerchiamo, la costante della società.

Le luci muoiono senza parole.

4 Agosto

La differenza tra il giusto e lo sbagliato è soltanto un’approssimazione.

L’egoismo è una delle espressioni di tale approssimazione.
La frase che elogia come dovrebbe essere gestita la libertà è solo un clichè. La mia libertà, infatti, termina dove termina il mio egoismo. Tutto quanto vada contro ciò è una violazione della libertà stessa, un abominio della democrazia.
Le ragioni del buon vivere sono solo il risultato di sconfitte, non di vittorie. Esse rappresentano il futile tentativo di raggiungere un compromesso che ci metta meno in ombra.
Tutto ciò di cui non c’importa viene ignorato, considerato superficiale.

Il vero miracolo sarebbe invertire una tendenza così negativa, ma siamo così abituati ad ignorare, a non pensare ai fatti, che il mondo ci risponde con l’unico dolore che meritiamo.

5 Agosto

Favore o dovere?

Da un po’ di tempo il limite che separa queste due parole si è fatto labile, incerto.
L’elemento che più va a rappresentare questo cambiamento è la nostra delusione, alle volte la nostra rabbia.
Se un favore non viene fatto allora siamo stati oltraggiati, ma dovrebbe essere così?
Un favore non è, appunto, una gentilezza concessa?

Forse questo cambiamento è anche l’indice di “vizio” di questo secolo, o molto più probabilmente l’indice del nostro egoismo.

6 Agosto

C’è Riccardo che cerca la musica negli anfratti del cuore. Guarda lontano verso orizzonti che ora neanche immagina e si ferma a toccare il terreno a tempo, per segnare ogni ritmo, ogni riff.

C’è Daniel che ora ronfa tra i silenzi che non dice, a volte è il timore ad essere, altre a fare. In lui si combatte quel tacito silenzio che teme tanto il futuro tanto il passato.

C’è chi dorme nell’amore, diviso solo da una coperta, e chi l’amore non se lo può permettere.

C’è Marco e le sue parole, che capitombolano giù. Quando hai così tanto da dire speri sempre di trovare un qualche miracolo che ti aiuti.

C’è il vento e le cicale che salutano la notte, per dire soltanto: ci siamo.

7 Agosto

Gli amici sono fatti dalle parole che dicono e da quelle che esprimono.

I fatti, le condizioni, sono un contorno al piatto. Un amico sono le parole e la forza di dirle anche se fan male, un amico è la carezza che cura le ferite.
Un amico alle volte è anche silenzio, ma mai come soluzione.
Un amico sono dieci cento mille parole tra le righe di un diario, ma nessuna è giusta abbastanza.

8 Agosto

Vorrei potervi dire che tutto si può riparare, aggiustare, ma non è così.

Ci sono cose che, una volta rotte, vanno ritrovate altrove, in altri luoghi che tu non hai mai visto. Quello che possiamo fare è cercare di salvare il salvabile anche con l’ultima preghiera.
E se qualcosa andrà storto dovremo partire da zero, su una nuova strada.

Vorrei poter inoltre dire che l’esperienza aiuta, ma la seconda volta non è mai come la prima. Come un malato che non si cura siamo sempre in cerca della soluzione senza mai conoscerla.

Il tempo forse curerà alcuni tagli nel passato, ma sta a noi evitare che la storia non si ripeta, sta a noi costruire la strada su cui sogneremo su cui dovremo perdere qualcosa.
E starà ancora a noi scegliere cosa perdere, quando sarà il momento.

9 Agosto

Il tempo scorre sempre. Anche quando il suo tic diventa impercettibile. Anche ad orologio fermo. Anche quando tutto muore.

Sono anni ormai che in questo giorni guardo le stelle, cercando una speranza da raccontare.
Mi piacerebbe una storia da scrivere sottovoce. Di quei piccoli segreti che non si dicono ma che fanno sognare.

Il tempo inganna e le stelle scivolano in cielo. C’è chi guarda il mondo e cerca una sicurezza, e chi se la augura nella scia di un astro.

Qualcosa vola in cielo. Un’altra volta ancora chiudo gli occhi e sospiro, e desidero. Attorno a me le cicale non si fermano mai, non si sono mai fermate fin dall’inizio.
Come il vento, come il tempo. Che ha continuato a scorrermi via.


Andrea (sdl)

Marche 07 – A book without a name

Marche 2007 : A journey. A memory. Or probably, just a travel…

– –
Desideri e speranze differenti.

Il passato è una reliquia senza condanna.
Il presente un treno da prendere.
Ogni altro confronto non ha senso.
Non qui
non ora
nè mai.

Il resto… è storia.




– –

Gli occhi non mentono.
Le parole e la loro malinconia sono la verità nascosta nella bugia.
Il mare è lo specchio di ogni dolore.
Le sue onde sono gli immobili battiti del nostro cuore.

Il resto… è uno scroscio d’acqua

– –
Le stelle cadevano sul mare con riflessi ambrati.
Le luci della notte scomparivano tra urla senza paura nè parole.
Non era sentito da nessuna delle anime in fila per la vita.
Solo un tempo da tenere.
Tum.
Niente altro.

Il resto… sono luci sparse.



– –
La base di ogni discussione è un bivio. Una divisione del pensiero. Un differente punto di vista.
Sono rare le volte dove uno scontro fa delineare un giusto ed uno sbagliato. Non esiste bianco e nero ma una costante nebbia grigia che rende tutto indefinito alla vista e delineato iperrealisticamente alla mente.

Il resto… sono parole al vento.




– –
Ci sono occhi che non dimentichi. Occhi che imprimono nella tua memoria una cicatrice senza forma nè colore.
Occhi che sanno disegnare di fronte a te un’autostrada di futuri dove le mani si incrociano.

Ci sono anche le persone che imparano a mostrarsi. A non nascondere la loro dimensione, la loro realtà.
Quel tridimensionale di pensieri che ci rende unici ed individuali.

Il resto… è l’odore di brioches calde al mattino.


– –
Cade la pioggia, lava via queste frasi non dette o quelle che vorresti dire.
I rintocchi melodici dell’acqua scandiscono i rumori della vita come una colonna sonora senza strumenti.
La città acquista sapore ed odore. Prende forma il lato romantico, la rosa di ogni storia. Quella che ti fa piangere lacrime così forti che sembrano pioggia.

Il resto è… il cuore che batte.


– –
Se la pioggia concilia il ghiaccio divide. E l’inevitabile conto alla rovescia si fa sentire. Con quel tic immutabile e ripetitivo. Un saluto alla fine prima della scomparsa.
E vai a cercare i memento che non dimenticherai. Forse il sole o le canzoni cantate. Forse le corde di una chitarra o una marea di problemi.

Il resto… è tic tac del tempo.


– –
Il valore del rispetto non si misura in favori.
Come l’amicizia il rispetto non è (e non dovrebbe essere) una merce scambiabile liberamente.
Il rispetto e l’amicizia sono date dalle attenzioni, i dettagli, i pensieri.
E’ nel preoccuparsi degli altri che si manifesta la forma più alta di questa qualità. E nel non farlo si manifesta una delle forme più ricorrenti in questo secolo : il menefreghismo.

Il resto… è inutile.


– –
La posa per un quadro è la vendita di un pezzo d’anima.
Il pittore a sua volta stringe un patto segreto, quasi come due amanti, con la ragazza ferma di fronte a lui. Un eterno contratto dove gli occhi del pittore vorranno sempre e solo vedere una realtà diversa, unica, irripetibile.

Il resto è… caleidoscopio.



– –
E guardare il tempo chiudersi ancora su di te.
E scoprire legami che non credevi possibile, sentire cose che sembrano rare sapendo che c’è sempre spazio nel cuore.

Il resto èmusica.


Special ON AIR :
Yves LarockRise up
3 Doors DownHere without you
ChambawambaI get Knocked Down

E la musica di una chitarra che ha suonato (tra i tanti) i seguenti titoli (in ordine sparso):
Ligabue – Piccola Stella senza cielo
Vasco Rossi – Albachiara
Blues Brothers – Everybody needs somebody
U2 – One
Nomadi – Sangue al cuore
Nomadi – Io Voglio Vivere
Mr. Big. – Shine
Guns and Roses – Knockin on heaven’s door


Andrea (sdl)

London : Find the gap

Scrivere di Londra come un semplice viaggio sarebbe troppo semplice. Basterebbe elencare le varie cose. Descriverle e tutto finirebbe lì.
Ma non rappresenterebbe niente. E’ importante poter osservare Londra nelle piccole cose che la caratterizzano. E anche se in tre giorni non si può avere una visione precisa della città possiamo comunque delineare alcuni tratti caratteristici e particolarmente unici di questa City.
Quali? Io ne voglio guardare solo uno.
Il gap.

“Mind the gap” dice la voce della metropolitana. “Mind the gap”. Attenti al gap. Alla distanza, al vuoto, al niente ed al tutto. Nel mezzo tra tu e il tuo arrivo.
Quello è il gap. La divisione. Una voce orwelliana te lo ripete ogni volta.
Ogni volta che ti si aprono le portiere della metro davanti.
Ogni volta che fermo ad aspettare vedi le persone scorrerti attorno come ruscelli di campagna.
Ogni volta che dovrai farlo, quel passo, che salta quel gap a volte invisibile
Un gap presente ovunque. Che a volte scompare, altre riappare.
Il gap tra le razze. Un disegno di colori perfettamente integrati tra loro. Un gap così sottile che fai fatica a vederlo.
In italia vedi un marocchino, un giapponese, un thailandese, un qualunque personaggio e parlano la loro lingua.
Lì parlano tutti inglese. Non c’è distacco, non c’è gap. Tutto è mescolato con maestria tra le case originali di lontra, tra le auto e i bus rossastri che si aggirano tutto il giorno nelle strade londinesi.
Il gap è anche la distanza. Tra una parte di londra e l’altra. Infinita la città, infiniti gli universi che riesci a scorgere da là dentro o da la fuori.
Trovi una periferia che sembra uscita da un giocattolo con Barbie e Ken, oppure arrivi in città, e mille sono le architetture che giocano con la tua fantasia, che si distinguono, che si differenziano, che si distanziano.
Gap. Appunto.
Come il gap tra i piccoli negozi e quegli angoli così dannatamente uguali.
Eat. Garfunkel‘s. Angus Steak. Burger King. Cafè Nero.
Parole scritte ovunque. Ma non sono Graffiti. Non sono affreschi, non sono memoriali.
Sono commercio. Quello gigante, delle multinazionali. Che stona con tutto il resto.
Perchè vedi città diverse dentro Londra, ma vedi sempre quegli angoli così uguali con quei maledetti nomi a ricordarti che siamo ancora lì. Che c’è ancora quel terribile presentimento che un giorno tutti non avranno nomi. Che saremo solo un unico pensiero stagliato dentro questa misera vita.
E non conteremo più gli anni, non ordineremo più qualcosa al ristorante.
Perderemo tutti quei dettagli che ci rendono unici, indimenticabili, umani.
Ma per fortuna non muore di questo, la città. Non affoga in questi luoghi comuni, sebbene si senta, quel marcio tremendo a corroderla.
A volte è anche contrasto.
Come quando, dentro Harrods, senti quel tremendo odore di fritto.
Fish and Chips, dicono loro.
E il capitan findus ringrazia.
Un bastoncione findus pronto ad essere annegato da salse improbabili e a rendere irrespirabile l’aria di mezza londra. Che non è lo smog il problema. Ma il fritto.
Però anche questo non basta.
Le orde di friggitrici in ogni angolo, in ogni casa, non bastano a far dimenticare il resto. Perchè londra è davvero troppo. E’ davvero tanto.
Londra è vedere che tutti hanno le stesse possibilità. E’ vedere che nonostante le multinazionali esistono ancora piccole realtà. Esiste la forza di sognare, di cambiare. Di credere che ci possa essere qualcosa di diverso.
E qui ti senti all’estero. Ma non un estero nemico.
Perchè il gap tra ciò che è estero e ciò che ti fa sentire a casa, è davvero poco.

Andrea (sdl)

Malta : Il contrasto sul filo della lama

Commentare Malta non è facile. Soprattutto se l’hai vista solo per 3 notti e 4 giorni.
Anche se è una piccola isola il tempo a disposizione non è sufficiente per esprimere una considerazione definitiva, ma di sicuro consente di tracciare un piccolo schizzo, un’improvvisazione di ciò che malta può essere o rappresentare.

Malta, e lo dico per i meno informati, è tra le locazioni con la maggiore densità di popolazione al mondo. 400mila abitanti sulla punta di un unghia circondata dal mare.
Dall’alto, di notte, si vede come la concentrazione delle case sia solo in alcuni punti dell’isola, mentre il resto è vuoto. Nulla. Verde.
Uno scende dall’aereo e si aspetta grattacieli epocali, o comunque un barlume di evoluzione urbanistica verso l’alto.
Invece no. Facendo un paragone con il mondo dell’informatica Malta rappresenta un file compresso. Invece di cercare spazio altrove hanno ben pensato di comprimere il precedente.
E’ per questo che alcune città dell’isola hanno un inquinamento fuori dalla norma, e sicuramente fuori da quanto uno potrebbe aspettarsi da un’isola.
Ma Malta non è solo questo. Malta è uno squarcio tra epoche e parole. Detto così saprebbe pure di romantico, ed in fondo un filo di miele nella storia ci sarebbe, ma forse non basta a rendere meno amare altre verità.

Malta è anzitutto mischia. Intesa come mescolanza di elementi. A partire dalla lingua, una donna figlia di troppe madri. Così che quando senti parlare il maltese ci senti l’italiano, il tedesco, il francese, l’inglese. E alla fine non ci capisci nulla uguale anche se come assonanza ricorda qualche dialetto del sud italia. Per fortuna che la seconda lingua ufficiale è l’inglese, che un pò aiuta.
Ma non è quella l’unica cosa che viene evocata. I paesaggi cittatini sono figli di arabi e pugliesi. Ci vedi la bianca ostuni e le bianche città di altri lidi. Eppure quando ci passi dentro trovi tutt’altro. Trovi l’economia, le pubblicità dietetiche (unica grande importazione americana : l’obesità), trovi la mescolanza etnica ma quella tel’aspettavi.
Ma più che questo trovi il contrasto. Un contrasto eterogeneo che non armonizza.
Come una costruzione avveniristica che si staglia sopra case abbandonate o in decadimento.
Alle volte, quando svolti un angolo di strada ti trovi davante case con design avanzato, altre invece sono sempre le solite case pronte a cadere, memoria di un passato oramai lontano.
E questa evidente dissonanza la si trova ovunque : nei bus, alcuni usciti freschi dagli anni 60, altri moderni (ma tutti con l’obbligo della “Porta aperta“. Ovvero di tenere la porta aperta dell’autobus durante il viaggio).
O ancora il divertimento. Quello l’hanno rinchiuso in un quartiere : Paceville. A metà tra superman e ghandi il nome, a metà tra il tutto e il niente, il fatto. Un quartiere per un isola intera il sabato si riempie di tutto e di tutti. Le folle accalcate, le ragazze svestite (il clima fa da padrone, non dimentichiamolo), la polizia a circoscrivere quel rumore assordante di voglia desiderio fuga.
Poi svolti nuovamente l’angolo ed il rumore pare meno forte, guardi di fronte a te e vedi una strada vuota.
Torni indietro e sei di nuovo in quel casino assordante.
Ti rigiri e nulla. Come nel miglior trucco di magia non c’è inganno. E’ davvero così.
Così come le chiese chiuse di domenica o dopo mezzogiorno, nell’isola più vicina al cristianesimo.
Come la strada principale della capitale deserta la domenica pomeriggio.
Come le persone rinchiuse a guardare il panorama in auto. Tutte in fila, come le formiche, a portarsi il loro tempo sulle spalle e guardarlo morire sulle scogliere.

E appena esci un pò da questi ammassi di vita morte e miracoli di petrolio uno trova paesaggi da nuovo mondo. Immacolate distese di verde pronte solo ad essere amate.

Questa è Malta. Il contrasto. Teso a metà tra la lama dei cavalieri e quella dei turisti.
E alla fine quando ti accorgi di allontanarti dall’isola ti rendi conto che non ti sei sentito troppo straniero, non ti sei sentito all’estero e neanche troppo lontano da casa. Così in te non rimane quella strana sensazione di scoperta che accompagna ogni viaggio.
Rimane forse un contrasto, l’ultimo.
Tra quello che ti aspettavi, e tra quello che hai trovato.

Andrea (sdl)

Elba Showtime

C’è sempre una storia dietro ad un viaggio. La storia è fatta di racconti. Una fiaba a volte nasce così, da un viaggio. E così nel viaggio si scoprono nuove mete, si cambiano gli orizzonti. La terra smette di esser piatta e piano piano affiora la sua sferica realtà. Ci si sbaglia e ci si corregge. Si cerca disperatamente quella modesta verità che a volte unisce ed altre divide.

Showtime…

05/08/2006

Taglienti le parole. Radono peli sulla lingua senza pietà alcuna e risparmiano l’ottusa ipocrisia di chi ha perso i valori in cui credeva da troppo tempo ormai.
L’incapacità di
concepire un modo di vivere diverso dal proprio è tanto lampante quanto triste. Mi è difficile crederci ma spesso tutto è solo la copia malriuscita di un quadro e noi qui ad ascoltare quest’intreccio senza incroci queste strade senza città.
Sorridere nell’impotenza della propria esistenza. Strappare al mondo un vestito cromato di falsità solo per non affrontare od esporsi.
E pretendere quella sincerità e comprensione così tanto
negata al mondo. Esigerla in modo viscerale, come una droga senza fine, quest’ipocrisia senza meta lacera con inquietudine gli animi mentre sorride con ciniscmo.

Fa quasi senso dover scrivere. Vedere nuovamente la calligrafia delineare me stesso tra quadretti di mezzo centimetro. In mezzo centimetro non c’entra una parola, ma mezzo centimetro è quanto basta per chiudere tutto.

06/08/2006

Sembra che il sonno mi voglia bene. Dopo il traghetto alle 5 di mattina di ieri e dopo aver ammirato il solitario splendore dell’alba sopra i sassi di una spiaggia faccio fatica a trovarle, quelle 18 ore di sonno.Nascono un paio di occhiaie che mi fan sembrare drogato mentre invece son solo dorato con due occhi similmente oscurati.

Tutto quà, lontani dal mondo (il mio) tutto sembra girare. Per una volta riesco a vedere calde strade attorno a me e le osservo da lontane, certo che tra esse vi è il mio futuro.

La luna sembra volersi nascondere dietro le nuvole, la troverò?



07/08/2006

L’alba è una cosa un pò strana.
A volte rasenta il
miracolo, oltre la creazione oltre la fine di qualcosa.
La
seconda alba in tre giorni ha stamani reso dorati i sassi della spiaggia e noi, cercatori di tesori, per un attimo ci siamo persi nel lamento di quel bambino senza età.
Così l’alba è spunto di
riflessioni, di come ci siamo mossi in avanti dentro questa vita.
Io ho trovato
nuove passioni prima celate, altri sicurezza e paure. Tutti con la propria barca da mandare avanti.

Sono lontani i tempi delle medie, quando ero l’ultimo della fila, il peggiore.
Oggi sto felicemente
nel mezzo. Guardando attraverso il bicchiere vedo ancora il riflesso della mia parte buia ed introspettiva che difficilmente cesserà di esistere, ma di sicuro ora posso sorridere di più.

Si chiude il sipario e le comunicazioni. Spiaggia, carte e sogni.
Il
mare nasconde molto più del suo colore.
Il mare è il sogno.

09/08/2006

L’alba è mancata per poco. Rimane comunque la luna alle cinque la mattina che rispecchia nell’acqua e parole (tante) che volano nell’acquitrinio digitale degli sms.
Rimane solo il
volere di amare, credere in quello strano sentimento.
Ai” : “Amore” in giapponese.
Forse un giorno lo
leggerete sul mio corpo, scritto il color carbone su di me per non dimenticare mai chi sono e chi sarò.
Così avviene la
quarta alba.
Quattro albe e quattro amici che di fronte al riflesso lunare si raccontano.


Giulio Says : Solo il fatto di essere qui è un buon motivo per essere felici

11/08/2006

The day before the end.
Ieri sera non sarà facile da
dimenticare.
Stelle cadenti giocavano tra gli astri
parzialmente oscurati da una luna piena.
La
quinta alba di questi giorni porta sorprese e mostra come non sia davvero importante cosa si sceglie nella vita, ma saper convivere con la propria scelta. Quello importa.
E’ inutile fare scelte ipocrite per far finta di
esser grandi o emulare altri per un infantile desiderio di competitività. Bisogna trovare la forma del proprio essere che ci rende felici, non soltanto appagati. E questo è possibile solamente se, mentre scrutiamo il nostro cuore teniamo conto dei cuori del mondo.

Fattostà che per alcuni i desideri sono stati esauriti. Ora bisogna solo percorrere la difficile strada di fronte a noi con forza e sentimento.


to
/da/y

Non ci sono state scritture oltre la penultima. C’è stata la sesta alba, la conclusiva. Un giorno in piedi a girovagare nel vento di portoferraio e a condividere una memoria.
C’è stata la certezza che questa vacanza
sarà una cicatrice per molti. Ma una cicatrice simile ad un tatuaggio. Quelle che vuoi e che scegli. Che ti fan stare bene guardandole.
In questa vacanza tanto è successo e tanto
non verrà dimenticato. Tra i labirinti della memoria finiranno forse i pranzi e le cene (i primi quasi assenti), i locali (quandomai di un piatto vi ricordate il contorno?) i cocktail… no quelli no.
Rimangono dopo
7 giorni due gruppi di 5 e di 8 persone, che incredibilmente si sono avvicinati ed han condiviso qualcosa. Forse oltre la vacanza l’ubriaca euforia che li ha colpiti svanirà nell’aria, forse invece sarà destinata a rimanere, un piccolo legame di persone che, senza tutto ciò, forse non si sarebbero mai davvero conosciute.
E con loro altri dentro le cerchie si sono
approfonditi od han confermato le loro fragili certezze, ora avvalorate da una forte verità.
Così che alla fine, non sono
i fogli del traghetto a rimanere, non è la valigia piena nè le foto scattate. Non è il sorriso nè il cuore sdolcinato (che si è commosso per una cartolina regalata dalla stessa venditrice), non è il sonno nè le occhiaie, non è la vita che torna a riprendere, ma è quel ricordo scavato nella pietra che non verrà mai cancellato.

Un saluto speciale a :

Giulieo e Rometta

I Sorelli e le Fratelle

I Gonfi.
Il Finocchio.
Il Tequileiro
L’ainstain club.

Coooooke
La spiaggia.

I bambini inorriditi da una costruzione sabbiosa.
Il mostro della pubblicità dell’Heineken.

Le patatine Amica Chips
I ventilatori.
Il venditore di teli.

Il venditore di accendini.
I 3 Cerbiatti (o cosa erano).

La luna.

Il mare.

E tutto il resto.

ON AIR (delle varie auto e delle case):

Van Halen
– The Best of Both Worlds
Negramaro – Estate / Nuvole e lenzuola
Mr. Big – [canzoni varie tra cui Shine/To be with you/Just take my heart]
Ligabue – [varie]
Journey – Faithfully/Open Arms/Don’t stop believin/Any way you want it
System of a Down – Toxicity
Zero Assoluto – Svegliarsi la mattina
Caparezza – [varie]
Baustelle – La guerra è finita
Mana – Esenciales – Sol
Giuliano Palma and The Bluebeaters – Believe
Meganoidi – Zeta reticoli

Andrea (sdl)

ps : per altre (poche) foto, andate qui

Summer of ’06

Non è l’estate 00 di vodafone (che indica le palle) ma è quest’estate. Da oggi e per un periodo che rasenterà la settimana (10 giorni max) il blog si prenderà una vacanza.
Anzi, non il blog bensì il creatore del blog!

Che ognuno si goda le proprie vacanze.

See you, space cowboy

Andrea (sdl)