Serve informazione

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C’era una volta l’informazione, e sembra davvero di essere in una fiaba quando se ne parla oggi. Una di quelle fiabe caratterizzate da un evidente mix di amarezza e realtà, di immaginazione che non troppo altera il vero.
Ognuno può descriverla con i toni che meglio crede, a volte eccedendo in fantasia come quando diciamo di essere in dittatura, o quando si dice che siamo sotto regime. La realtà, probabilmente, è che siamo di fronte ad un cambiamento di pensiero sempre più radicato, che va spargendosi in ogni emittente nazionale.
Vuoi perchè il governo può condizionarne i vertici, vuoi per paura di alcuni giornalisti, o vuoi perchè ormai si ritiene nella normalità un certo comportamento.
In altri tempi (ed altre rivoluzioni) non sarebbe mancato qualcuno che, tra i tanti, avrebbe alzato un pò di fumo.
Adesso, il poco fumo che ci arriva cerca alle volte (vedesi Repubblica con il caso Beppe Grillo) di nascondere anch’esso parte dell’informazione. Metodologia subdola che anch’esso critica.

Ma cosa mi ha portato a fare un’introduzione così?
Come probabilmente già molti sanno oggi il Guardian ha mosso un’accusa molto pesante all’italia, quella che alcuni rappresentanti del G8 abbiano sia criticato l’operato del governo da un punto di vista dell’organizzazione, sia che venga esclusa dal G8 stesso. (link http://www.guardian.co.uk/world/2009/jul/06/g8-considers-expelling-italy ).
Il Guardian si preoccupa bene di non far nomi, e Berlusconi, dal canto suo, risponde a tutto tono.
Ed in questa diatriba, nei contenuti della stessa, non voglio entrare. Che siano giusti o sbagliati, veri o falsi. C’è un problema che avviene ben prima di questa notizia.
Nei titoli iniziali del TG2 di oggi 7 Luglio 2009 non c’era niente che accennasse all’evento. Dubbioso sui contenuti del TG ho deciso di continuare a seguirlo per vedere in che modo, toccando inevitabilmente il tema del G8, avrebbe affrontato l’argomento sollevato dal giornale inglese.
Quello che ne è risultato è la conclusione perfetta di questo cambiamento italiano. La frase “Berlusconi risponde duramente alle polemiche del Guardian” è seguita dalla risposta di Berlusconi che non spiega minimamente nè rende evidente, l’argomento della polemica. Lo spazio dedicato alla questione dura al massimo uno o due minuti ed è contenuto all’interno della discussione su quali sono i temi del G8 di domani.

Questo non è un regime, questa non è una dittatura, questo non è servilismo. Siamo di fronte ad un cambiamento di rotta, una scelta chiara e distinta di non informare del tutto. Scelta peraltro composta da motivazioni etereogenee tra di loro. Per alcuni timore, per alcuni soldi, per altri chissà. Non è possibile stillare una lista precisa e veritiera di tutto questo, ma si può guardare all’unico fatto qui presente: quante persone sono state realmente informate, durante il TG2 di stasera, del problema sollevato dal Guardian?
Se la matematica non è un’opinione (e non lo è) il risultato non cambia: nessuna.

Andrea (sdl)

Follia Omicida

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Nessuno di voi si è domandato niente? Sembra che ora la stampa italiana abbia di fronte alla lista di avvenimenti solamente omicidi e immigrati.
Le interviste, sommarie, fanno puntare solo ad un piccolo, evidente elemento: Dobbiamo sconfiggerli.

Tolta la sinistra, ecco il nuovo nemico italiano, l’immigrato e l’immagine della sicurezza.
Sapevate, ad esempio, che i reati sono andati diminuendo negli ultimi anni?
Ciononostante ci sentiamo meno sicuri, perchè?
Perchè la sicurezza è una percezione, e la percezione è data dalla rappresentazione della realtà, che nel nostro caso è incanalata esattamente nelle televisioni.
Strano? Sorprendente?
Normale, direi. E’ normale essere approssimativi, non siamo dei computer. E’ normale basarsi sull’unica porta del mondo che abbiamo per avere una visione più ampia.
Ma che succede se invece di ampliarla, la restringe?

Andrea (sdl)

La vera politica


Ecco la vera politica del 2008. Ecco i veri volti che ci porteranno al nostro futuro (o disfatta, a ciascuno il termine che preferisce).
Il vuoto cosmico li accompagna. Riempiti o vuoti questi cartelloni hanno lo stesso valore, gli stessi contenuti. Qualcuno dice che la politica ora è più semplice. Ma già sembra tutta cosa passata. Tra 10 anni ci domanderemo cos’era la sinistra? Probabile.
L’incapacità da un lato di rispondere ai bisogni degli italiani è stata la conferma che questi volti erano tutti inutili. La capacità degli italiani è altresì stata la non-memoria. A partire da chi parla di nuova politica, di parrucconi, e porta al governo gli stessi volti, la stessa memoria di 15 anni fa. Come se l’italia si fosse fermata a metà strada nella propria esistenza.
Ha vinto l’italiano. Ha vinto l’italiano medio. A un mese dalle elezioni mi sento di poterlo affermare con certezza.
Ha vinto la paura, il timore. Ha vinto l’incapacità di ricordare tutta la fuffa detta, di distinguere il vero dal falso. Ha vinto la mancanza di contraddittorio. Ha vinto il triste astensionismo di chi “si lamenta di decisioni prese da altri”.
Ecco cosa ha vinto, o forse dovremmo dire: chi ha perso.

Andrea (sdl)

Paradossi elettorali


Come se fosse possibile curare qualcosa…

Andrea (sdl)

Nubi e precipitazioni sparse

Per chiunque legga : Questo è un post politico, politicizzato, e politicizzante.

E’ caduta l’Italia, assieme al governo Prodi. Anche se nessuno se ne rende conto (e forse mai se ne renderà) questo è il triste accaduto.
Non perchè il governo del centrosinistra fosse la perfezione in termini pratici, ma perchè, la sconfitta ha delineato con orrida forma, la distinzione tra le due Italie.
La famosa “Italia che lavora”, quella che si arroga il diritto di superiorità, ha mostrato la pasta di cui è fatta, evidenziando lo stato delle cose Italiano.
Anzitutto, con la caduta di questo governo c’è una cosa di cui dobbiamo prendere atto, ovvero che va a rompersi, quel ciclo benefico che permetteva una sana alternanza (totalmente Italiana anch’essa) tra liberismo eccessivo e risanamento forzato. Questa curva che ha rappresentato un po’ la forma dell’itala, e la sua bilancia, si è rotta pochi giorni fa. Con la caduta di Prodi. Unico personaggio, ad oggi, capace di vincere contro Berlusconi.
Perchè il risanamento dei conti pubblici in un anno e mezzo non è certo stata una briciola di pane, ed in 5 anni di governo Berlusconi era solo un’idea. Ma ancora ricordo come molte persone si lamentavano dei conti pubblici.
Peccato che ci sia quest’Italia che lavora (o che si vanta di essere la sola a farlo). Perchè ad oggi, e per un pò, io la considererò la feccia di questo mondo. Non per divergenze politiche, no, quanto per questioni morali e sociali.
E’ l’Italia che lancia il sasso e nasconde la mano (qualcuno ricorda il ponte di messina?), l’Italia del sensazionalismo, delle grandi parole. Il famoso ponte, stanziato con soldi che non esistevano per mobilitare denaro mafioso, o ancora, gli annunci di abbattimento dell’ici o del patto con gli Italiani. Quest’Italia che considera le parole (e non i fatti) il vero valore aggiunto. Più le parole aleggiano, più ci abboccano come dei pesci all’amo. E’ l’Italia delle generalizzazioni e degli stereotipi, fortemente voluti dall’opposizione di centrodestra. L’Italia incapace di parlare dei problemi reali e di portare soluzioni costruttive. L’Italia del “Prodi non va bene”.
L’Italia incapace di guardare oltre i propri bisogni, di comprendere un quadro più grande. E’ questa l’Italia che lavora, per me. Quella che si lamenta solo delle tasse e delle toghe rosse, quella dei comunisti cattivi e del governo ladro, quella che non conosce la lealtà. E quest’Italia è quella che abbiamo visto in parlamento. Una scena macabra, deplorevole, pietosa, ed infine vergognosa.
Vergognosa perchè mi ha portato di fronte agli occhi lo stereotipo perfetto dell'”Italia che lavora”. La famosa, l’unica, l’irripetibile (speriamo).
Ed è per questo che avrò sempre più sfiducia in ogni personaggio di destra, perchè chiederei sempre di fare un piccolo sforzo mentale, e di immaginarsi un pò di questioni molto semplici.

Chessò : Un collega di lavoro che, mentre sei al lavoro ti dà della “Checca squallida” (Nino Strano, AN) nino strano

Oppure vogliamo aggiungere gente che stappa lo spumante al tuo licenziamento? (AN,FI) Thanks ImageShack!

Oppure tutta la ditta la insulta e tenta anche aggressioni personali per una scelta non condivisa? (UDEUR e Barbato) Thanks ImageShack!

Una persona di destra, con una moralità e quant’altro, accetterebbe dei comportamenti così? E come ci si può sentire rappresentati se nell’aula più “sacra” dell’Italia tutto ciò succede proprio per mano della parte politica che votiamo?
E’ pietoso ed indegno, non tanto che tutto ciò sia successo, ma che nessuno, ripeto, nessuno (parlo dei votanti del centrodestra) abbia espresso rammarico, dispiacere, per questo comportamento che di professionale non ha nulla.
Oppure vi sentite rappresentati da qualcuno che cita frasi sbagliando l’autore in un aula di parlamento (Mastella, UDEUR).
Ecco da cosa nasce la mia profonda sfiducia, che ora si è aggravata in una vera e propria intolleranza, quasi simile all’ira.
Non da una divergenza d’intenti politici, ma di questioni morali e di rappresentanza. Come posso io rapportarmi con qualcuno che non condanna la propria parte politica per un comportamento così? Come, ditemi come?

Non è giustificabile, neanche per esasperazione, tutto ciò. Soprattutto se ci aggiungiamo l’indegno voltafaccia mostrato.
Nessuno infatti, si è chiesto come mai fini fosse così interessato a cambiare la legge elettorale?
Ed anche berlusconi.
Ma non erano forse loro (e la loro coalizione) ad averla già modificata? Qualcosa per caso non andava bene?
Ed ora che il governo è caduto, dopo due mesi di consultazioni, si parla di elezioni subito.
Possibile che nessuno, dico, nessuno, trovi sospetto questo comportamento? Questo voltafaccia?
Mastella non lega neanche le scarpe a personaggi del trasformismo come questi. E pensare che un tempo la destra era l’immagine della coerenza, della forza morale ed etica, della legalità.
Io, che sono di sinistra, rimpiango una destra così. Una destra che avrebbe potuto far bene all’Italia.
E invece oggi cosa abbiamo?
Nulla.
Ecco il vero problema.

Per questo e per quanto detto prima, dovrò fare uno sforzo sovrumano per non sputare in faccia, per non dare della checca squallida e per non brindare al dolore altrui, di tutte queste persone che prima o poi (parlo ancora dei votanti), dovrò incontrare.
E’ uno sforzo che parte stimolato anzitutto dal rispetto che continua ad essere una via morale per la mia vita, e soprattutto perchè gli errori altrui non ci autorizzano ad errare.
Però, vi giuro, vorrei.
Perchè quest’Italia ora io, la disdegno.

Andrea (sdl)

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Pensieri

Il grillo per la testa

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E’ davvero difficile non affrontare il tema “Beppe Grillo“. Ancor più difficile viste le miriadi di posizioni prese da ogni personaggio in vista : giornalisti, politici, opinionisti.
Giuro che in vita mia non ho mai visto così tanti personaggi “pubblici” esprimersi in considerazioni così sfaccettate. Considerazioni che, in molti casi, condividono una base di pensiero, ma la portano avanti con individualità e senza aggregazione.

Non c’è stato infatti un “La maggioranza dice” o un “L’opposizione dice”. Non c’è stata aggregazione, ma quella che sembrerebbe una corsa totalmente irrazionale da parte di ogni persona, in seguito ad una bomba.
La bomba in questione è l’ormai straparlato (tra le righe) V-Day. Un movimento popolare che ha dato da pensare (ed in fondo questo era il suo scopo, sollecitare una riflessione). Laddove infatti i girotondi di Moretti terminarono con un nulla di fatto qui si apre una nuova interpretazione più partecipativa al movimento, più realistica e concreta.
Sembra infatti impossibile non tenere di conto il numero di persone che hanno aderito all’iniziativa. Ancor più impossibile ignorare l’esplosione della notizia avvenuta unicamente dopo il suo avvenimento. Messo tutto insieme si capisce come quest’evento è stato attenuato da tanto cotone mediatico che non ha permesso un’ulteriore espansione di se stesso.
Cosa significa? Significa che poteva esser peggio. Ogni tipo di sondaggio mostra come molti italiani si trovino d’accordo con la proposta di legge offerta da Beppe Grillo. Proposta che si articola nei tre punti fatidici che potete trovare all’interno della rete.
Mi permetto però di fare un distinguo, una separazione. E’ importante infatti separare la sintesi dal contenuto. La sintesi serve per non soffermarsi troppo sulle virgole, il contenuto della legge invece, per evidenziarle. Ho sentito parlare spesso varie parti politiche al riguardo di tale legge, ma nessuna si è mai espressa apertamente sul contenuto reale. Sono state fatte perlopiù considerazioni sulla manifestazione (pacifica, senza disagi, senza offese. ci sarebbe da imparare…) sul metodo espressivo, ed infine alcune riflessioni sulla sintesi della legge.
Ribadisco : sintesi.

Perchè come non molti sanno la legge proposta è più articolata di quanto specificato in quei tre punti ed analizza delle situazioni più complesse, come ogni legge dovrebbe fare.
Vorrei quindi analizzare, da profano, e tramite alcuni estratti, tale legge, per poi passare a più ampie considerazioni sui commenti di persone che ammiro e sulle varie reazioni suscitate.
Anzitutto quindi, come vieni scritto qui da Grillo il testo di legge lo potete scaricare in pdf da quest’altro link.
Esaminiamo alcune parti :
“Non possono essere candidati alle elezioni coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva per reato non colposo ovvero a pena detentiva superiore a mesi 10 e giorni 20 di reclusione per reato colposo. ”
Una delle frasi che piu spesso ho sentito dire ultimamente è “Tutti i condannati?” la risposta è No. Anche se il limite è basso viene fatta una distinzione, come potete leggere, sulla base del reato e della condanna. Non c’è un utilizzo indiscriminato di questa necessità ma anzi viene in un qualche modo regolato, seppur in maniera opinabile.
Sempre riguardo alla sospensione per reato viene aggiunto
“La sospensione cessa automaticamente in caso di successiva assoluzione dell’imputato. “il che indica comunque che vi è una flessibilità della legge qualora vi siano dei “ripensamenti giuridici”.
Mi fermo qui ad analizzare la legge, principalmente a causa del fatto che gli altri due punti sono difficilmente interpretabili in più modi, ed anzi rappresentano una chiara ed efficace sintesi del contenuto, a differenza di questa casistica.

Ora, quello che stupisce è come tutti si siano dati all’attacco di questi tre punti, senza analizzarne alcuni nel dettaglio. Molti politici, ed altrettanti giornalisti, si sono preoccupati solamente di quell’apparenza che sa tanto di populismo (come dicono loro) e con aria altrettanto populista hanno inneggiato contro questa legge, senza però affrontarne le vere caratteristiche. Come Travaglio diceva giustamente in un articolo pubblicato sul quotidiano “L’Unità” :
“A leggere i giornali di regime (molti) il V-Day è stato il trionfo dell”antipolitica’ del ‘populismo’ del ‘giustizialismo’ e del ‘qualunquismo’. In un paese che ha smarrito la memoria e abolito la logica, questa inversione di marcia ci sta tutta: la vera politica diventa antipolitica, la partecipazione popolare diventa populismo, la sete di giustizia diventa giustizialismo, fare i nomi dei ladri anziché urlare ‘tutti ladri’ è qualunquismo.”
Interessante riflessione questa, che concede gli spunti più disparati al riguardo dell’evento. Travaglio ne è certo stato sostenitore, e quindi è “di parte”, ma non si può negare che ci sia un grande fondo di verità nelle sue parole. C’è stato un rovesciamento dei significati, laddove non si è inneggiato a considerazioni qualunquiste (ma ad una ben precisa definizione) si è parlato di qualunquismo, laddove molti italiani si sono sentiti non rappresentati si è parlato di antipolitica.
E questo fenomeno ambivalente va secondo me analizzato da due fondamentali punti di vista che discernono l’essere attaccati od il sentirsi a rischio. Il primo punto di vista è quello della piazza, di quei 300000 che hanno firmato, e degli altri che non hanno potuto firmare causa esaurimento fogli. L’altro invece è di chi ha visto, in questo atto, un rifiuto della politica ed un movimento populista e qualunquista.

A tal proposito mi permetto di citare l’illustre E. Scalfari del quotidiano Repubblica, che in questo interessantissimo articolo espone i propri punti di vista. Scalfari non è uno stupido, e sa perfettamente cosa dire (soprattutto come). Il suo utilizzo della lingua è sapiente, ben dosato e saggio. Le sue conclusioni realistiche e sensate. Il giornalista infatti riconosce in questo movimento un movimento assolutamente antipolitico la cui natura non può essere positiva. Scinde comunque chi ha votato da chi partecipa al “grillismo” (termine impropriamente usato direi). Cioè permette che vi sia una demarcazione tra chi ha votato perchè crede nel comico genovese e chi ha votato per interesse alla legge o alle sue conseguenze.

Al capo contrario di Scalfari (ma senza comunque sbilanciarsi troppo) troviamo un inaspettato Bertinotti, che ieri sera a “W L’italia”, programma della Rai, ha espresso considerazioni altrettanto interessanti e degne di nota. Scalfari considera le reazioni del presidente della Camera come un tentativo di cavalcare positivamente l’onda di questo movimento. Le parole di Bertinotti però, non rappresentano un romanzo di fumo, bensì uno degli altri punti di vista che vanno ad influenzare questo caso tutto italiano.
Bertinotti afferma che l’attuale scontento per la politica è dovuto
all’inefficacia della politica stessa. Anni fa non ci si scontentava della politica così, oggi invece avviene. Questo perchè ci sono problemi che sono troppo sentiti dai cittadini, e questo fa sentire maggiormente il divario ed il costo che i politici hanno.
Per questo oggi la politica è costosa e prima invece non pareva tale.
Dopodichè intraprende una piacevole (ma probabilmente poco apprezzata dai più) divagazione sui tentativi di cambiamento che vi sono stati in
questo governo. E’ difficile darne atto in un contesto così esterno, anche se, va riconosciuto, vi sono stati cambiamenti unici rispetto al passato (ed in positivo).

Tornando al tema, Bertinotti afferma che vi sia un vuoto nella politica, un vuoto che va colmato. Questi vuoti compaiono ciclicamente, e inizialmente vengono riempiti “da quello che c’è”.
E’ ovvio infatti,
che non sia il mestiere di un comico quello di condurre la politica italiana. Ed è altrettanto ovvio che c’è un bisogno di competenze ben diverse.
Bertinotti però non nega che ci sia la necessità di
ascoltare ciò che la piazza ha da dire. 300.000 sono un numero non da poco, sono un indice, un segnale che qualcosa non va. E c’è il bisogno di ascoltarlo.

La verità però, come è ben noto, è un mix di realtà, di punti di vista. In linea di massima (e concedetemi questa breve divagazione), si ha che ogni punto di vista è veritiero, perchè affronta ed analizza caratteri del problema differenti dagli altri. Per questo, spesso e volentieri, si hanno punti di vista inconciliabili, perchè le tematiche profonde che affrontano differiscono, vi è un bilanciamento differente degli elementi del problema, ed ognuno enfatizza i propri.

Personalmente trovo il mio punto di vista a metà tra tutte le parti interessate. Riconosco anzitutto i timori di chi chiama questo movimento “Antipolitico”. Vi è per molti un ripudio per la classe politica italiana, e per molti altri per lo Stato stesso (il famoso “Governo Ladro”). Vi è uno stereotipo fortissimo di uno stato ingiusto in primis, e poi di politici mangiasoldi.Uno stereotipo che è sempre più forte all’interno dell’Italia e che si fa sentire. Ma non credo altresì che l’intera manifestazione fosse guidata da questo spirito, penso anzi che lo spirito fosse il desiderio del cambiamento. Però, a dirla tutta i timori espressi da molte persone sono fondati, ma non in questa sede. Riconosco anche che il disegno di legge proposto, come il movimento stesso, sia proprio quel “ciò che di meglio troviamo” atto a riempire un vuoto causato dall’intera politica odierna. E credo che sebbene non potrà fornire soluzioni reali, potrà stimolarne la ricerca. E concordo infine che il testo del disegno legge sia controverso ed opinabile. Non concordo invece quando vedo attaccare questa folla come una folla che non sapeva che faceva, come un branco di asini che seguivano una carota.
La folla in effetti un volto cel’aveva,
ed era quello di Grillo. Ma ancora non è successo nulla che porti a far valutare posizioni così catastrofiste. In fondo, se guardiamo indietro, l’unico evento simile (quello dei girotondi) si è poi risolto in un nulla di fatto. I girotondi si sono rotti, rompendo migliaia di persone che si stringevano per mano
Speriamo che in questo caso, vista la situazione,
la gente non smetta perlomeno di ridere

Andrea (sdl)

La destra siamo noi, la sinistra siete voi

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Nel mondo delle ignobili idee calcistico-politiche italiane abbiamo vari gironi.
Ognuno per ogni stereotipo (triste ma reale) che contraddistingue oramai il nostro scenario sociale e politico. Stereotipi nati grazie all‘odio, alla rabbia e all’incomprensione.
Erba da tagliare che però non si può tagliare con così tanta leggerezza. Perché non è la persona il problema. Ma il modo in cui ragiona (ed è differente dal cosa pensa).
Nel primo girone, il più semplice, c’è il gruppo dei “La destra siamo noi, la sinistra siete voi, mia autocitazione. Se la volete invertire fate pure, a me non cambia niente e la par condicio sarà rispettata. Dicevo del primo girone.
“La destra siamo noi, la sinistra siete voi”. Inter e milan, Juventus e Fiorentina. Ecco la base del concetto di squadra che, spesso e volentieri, caratterizza la discussione politica.
Mi domando se vi siano anche delle persone che si “Affezionano” ai candidati. Che si dimenticano che sarebbe meglio fare un bel riflusso di politici e cambiarli con nuove persone (Travaglio docet). Insomma, il primo errore di questa visione calcistica della politica (ma poi dove inizia la politica e dove il calcio. Calciopoli è un nome così dannatamente azzeccato…) è quest’insensata arroganza di bianco e nero (o quasi). Si etichettano le persone in men che non si dica, dimenticando che il pensiero di ognuno è così vario e dettagliato da rendere tutto difficile da mettere in categorie predefinite. Comunque questa è la realtà. A destra si distingue la schifosa sinistra. Anzi, la schifosa sinistra moderata e la schifosa sinistra radicale. A sinistra invece la destra fa schifo tutta, in egual modo. (Ovviamente, parlo di una parte del panorama italiano. Non ho l’arroganza di credere che siamo tutti così. Ma se uno fa due più due scopre che…)

Il secondo girone è quello dei “Se non ci fossimo stati noi“. Ovvero : ringraziateci che è meglio. Inutile dire che ogni girone è un ulteriore approfondimento del precedente. In questo ogni lato (O se vogliamo : ogni estremista dell’estrem pensiero) è assolutamente convinto che sia grazie al PROPRIO operato (di persona di destra o sinistra) che le cose siano migliorate o stabilizzate.

Il terzo girone : “E’ tutta colpa vostra“. Un pò come il precedente, con l’aggravante dello scaricabarile. In genere questa è la soluzione perfetta quando la prima non va bene.
Ovvero quando si scopre che la propria squadra in realtà ha fatto discretamente schifo. Ed è sicuramente migliore dire “E’ tutta colpa vostra” in quanto, fisiologicamente, ogni governo farà delle cazzate in quantità maggiore delle cose buone. Sono pochi i governi che vengono percepiti positivi dalla maggioranza degli italiani nel breve periodo. Anche se, in alcuni casi, vi sono governi che hanno diviso l’italia in due. Per poi fare finta che l’italia fosse solo dal loro lato.
O chiamarla con nomi diversi…

Il quarto ed ultimo girone è “Parliamo d’altro“. Questo girone è il più inquietante in assoluto, ed è stato raggiunto oramai da pochi esponenti “televisivi” della politica.
Per osservarlo accendete un qualunque tg alla notizia di politica interna. Ed ascoltate. Alcuni non lo faranno, ma altri si. Eccola l’ultima spiaggia del calciopolitico italiano. Lo smettere di discutere delle cose che importano, delle cose che devono fare.
E mentre qualche milione di italiani paga le tasse, c’è anche chi pensa di fare scioperi fiscali o manifestazioni da 15enni in parlamento.
Ma dico, sono l’unico che vuol sentir parlare di politica dalla bocca dei politici?

Andrea (sdl)

Campioni del tondo…


Qual’è il vero problema della politica odierna?
Ci ho riflettuto casualmente oggi.
Non è tanto il fatto che sembra per certi versi un branco di prostitute (mi si passi l’affermazione un pò forte). Non è neanche per le violente ripetute agonizzanti strumentalizzazioni di parole pensieri intenzioni.
No. Il vero problema secondo me è che, ad oggi, in italia ha preso piede un tipo di politica differente : La politica “Ad Personam“.
La politica non ruota più intorno ad ideali, ma a persone. E’ la persona, con il suo vigore, le sue contestazioni a vincere.
Da qui derivano tutti gli squilibri che vediamo altrove, prima fra tutte il fatto che la politica stia cadendo in qualunque argomento di questo mondo.
Un tizio vuole che gli si stacchi la spina?
Non è un problema umano, è un problema politico.
Un tizio vuole farsi appiccicare un peacemaker per stare meglio, e non andare nel proprio paese (ehi… la sanità odierna è derivante anche dai suoi 5 anni di governo…non si fida?…) ma in america?
Non è un problema del’individio. E’ un problema politico. Talmente politico da meritare la prima pagina dei giornali.
Ne volete altri? Gli esempi si trovano in tutti i campi e per tutti i gusti. Con la politica che sposta il suo centro dalle idee alla persona, adesso ogni persona che appartiene alla politica “E’ politica”.
Questo è il vero problema.
Ovviamente ha una seria ripercussione sui voti e su quant’altro ci sia. Ma il problema di fondo è questo.

E questo forse deriva da un altro grosso problema italiano.
Non tanto l’essere un pò tonni, no, questo si sapeva, quanto semmai avere questa visione calcistica della politica.
si “tifa” per un politico.
Ci si incazza se perde. Anche se perde giustamente.
Si chiede lo spareggio, i riconteggi (…), si pretende anche la serie A e B.
Così alla fine penso sia anche normale domandarsi :
A quando la champions league?
E immaginare un grande prato verde (dove muoiono speranze…) con Prodi e Berlusconi come portieri. Fini come punta destra, schifani chicchitto in difesa, bondi come raccattapalle (…), e dall’altro lato un fassino come centravanti, insieme a d’alema e rutelli, mentre in difesa un mastella (…) e un dipietro.
Magari come arbitro Beppe Grillo.

Sarebbe almeno divertente…

Andrea (sdl)