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There are other blogs in space

Per chi leggesse questo blog, e non fosse tra coloro che cito, dò un consiglio su alcuni blog che ho trovato interessanti

Il primo è il blog di Natolibero. Blog molto nuovo e che personalmente adoro. Per il profondo valore che viene attribuito alle immagini e l’uso sapiente di parole come note di pianoforte.

L’altro blog è quello di Kla, per la varietà e la bellezza, e per il fatto che semplicemente, mi piace leggerlo.

Natolibero Blog

Se avete tempo visitateli (non è pubblicità, è solo un semplice consiglio)

Kla Blog

Andrea (sdl)

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Felicità

Quando riesci a guardare un cielo blu,
a sorridere con dolcezza alla profondità di quell’infinito spazio
a compiacerti del sole e del vento
e a sorridere dentro te
allora ti accorgi che i pro sono maggiori dei contro

e che, da zero a dieci

ora siamo sicuramente
sopra il 6.

Andrea (sdl)

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E’ un pò così

E’ un pò così.
Nel silenzio di una stanza a volte si sentono suoni che non vorremmo mai far uscire.
Si sentono i gemiti, dolcezza dell’amore.
Si sentono gli urli, crepuscolo dell’essere.
E si sentono i pianti, termine corsa del treno.
E le lacrime continuano a cadere, le serrande rimangono chiuse e nella stanza
sarà sempre notte.
Sempre.
Come nell’ormai tiepido cuore, ferito e abbandonato, in uno di quei cassetti
che non sono per i sogni, ma che, forse, un tempo lo erano stati.

E’ un pò così. Mettiamo così tante cose nei cassetti.
E’ un pò come se la vita fosse un semplice cassetto. Un disegno geometrico tridimensionale,
nulla più.
Eppure quante cose c’entrano.
Ci possiamo mettere i sentimenti e non si daranno mai noia.
Amore, odio, voluttuosità, tutti staranno assieme, e all’occorrenza saranno là
in quel cassetto in alto a sinistra, e noi in punta dei piedi sulla soglia dell’esistere
a chiedere un’altra volta
di amare.
A chiedere un’altra volta
disperatamente
di amare.

soltanto

di


amare.

Andrea (sdl)
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Elezioni, commenti e riflessioni

Qualunque sia il proprio lato politico più o meno “centrale”, queste elezioni regionali hanno sottolineato una situazione, forse ancor più un problema, che c’è in italia.

Prima di tutto una perdita di consensi del centro-destra, a dimostrazione che, forse, non tutto andava bene, non tutto era oro colato e non tutto era poi così “sotto controllo” come immaginavano.

Ma le riflessioni non si fermano qui. C’è un grosso problema qui in Italia. Un gigantesco problema.
Mettendo la parte la questione di dove votare, di cosa votare e soprattutto del perchè votare, c’è un problema che fatica ad farsi notare.
L’insulsa competizione politica ai danni dei cittadini.

Il problema maggiore, dal mio punto di vista di ignorante (quindi prendetelo con le dovute precauzioni) è infatti questa competizione “parolaia” questa sfida fatta sulle immagini e sui confronti, invece che un dialogo aperto e costruttivo.
E’ totalmente assente infatti una vera forma di dialogo tra maggioranza e opposizione (e a volte anche all’interno delle varie “fazioni”). Ciò comporta che ci saranno sempre attriti, sempre problemi, sempre cose che non si sapranno risolvere per la mancanza di principi base del rapporto umano.

Poi, vabbè, ci sono altre questioni, ma non voglio far diventare questo blog un blog politico.

Questo è solo un flusso

silenzioso

di pensieri.

Andrea (sdl)

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Amen : e così sia.

Sabato 2 aprile 2005 : Papa Giovanni Paolo II muore.

Morte è sempre una parola troppo grossa e troppo terminante perché un uomo possa accettarla, ma così e’.
Indipendendemente da cosa giace per la strada davanti a noi, da quanti lucri verranno fatti su questa persona, da quante immagini verranno usate e abusate, ci sarà sempre da ricordare questo Papa.
Ci sarà da ricordarlo sia nel mondo cristiano, sia in un qualunque credo rimanente (atei inclusi, che, cmq, credono a qualcosa anche loro.).
E’ la persona che ha fatto la differenza, la persona che, con le capacità e le doti ha potuto mostrare al mondo che qualcosa è possibile, che la scelta può essere diversa. La persona che ha tentato di unire culture diverse, di riappacificarle. La persona che ha lottato contro violenze di ogni genere e che, con una forza a noi impensabile ha tenuto duro fino alla fine.

nei giorni passati ho avuto dei seri attimi di commozione pensando al fatto che questo Papa se ne sarebbe andato. E non per un sentimentalismo ipocrita, ma per la figura e il carisma che questo Papa aveva. Per l’amore che trasmetteva, e per come era tenacemente attaccato alla vita.
Lo stimavo, lo stimo e continuerò a stimarlo anche ora.
Non voglio però stare ad ascoltare tutte le iconografie che verranno fatte dalla TV, tutte le storie strappalacrime e roba varia.
Se piangerò, lo farò di mia unica scelta, e non indotto da delle immagini tristi di una mera TV.

A conti fatti, oggi stesso, mi sono sentito schifato di avere a che fare con persone che, durante il tg (dove trasmettevano da piazza san pietro) certe persone, in una situazione così, erano capaci di preoccuparsi di “vedersi trasmettere in tv” e non facevano altro che saltellare da un lato ad un’altro. Mi demoralizza pensare che ci siano persone che, pur vivendo lì, non sentano tutta la tristezza che ora scorrerà a fiumi per quelle strade. Ma suppongo sia normale.

Molti saranno a cena fuori, molti ad un concerto, molti scopriranno solo domani l’avvenuto, ma indubbiamente tutti ne sentiranno la mancanza. E’ stata una figura talmente presente negli avvenimenti recenti che ignorarla era davvero impossibile, a qualunque credo si appartenesse.

Ma di una cosa sono sicuro, e questa cosa farà il mio dolore più dolce, e la mia lacrima più felice.
So che la morte, per il Papa, è stata comunque vissuta con quell’amore che lo contraddistingue. So che, di sicuro arriverà al suo Dio e con esso potrà continuare a vegliare su di noi. E so che sarà felice, perchè questa morte è per lui solo un passaggio, non termine di tutto.

possa egli riposare in pace.

Andrea (sdl)

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I nonni

I nonni! Come faremmo senza di loro?
Sono quell’inesprimibile concentrato di affetto e amore incondizionato.

Si mettono accanto alla tua vita, in silenzio, e ti fanno compagnia, con la loro vita, quella più immensa, quella che ne ha vissute a milioni di esperienze. Con quei lineamenti morbidi che si perdono nelle loro memorie. Iniziano a parlarti di cosa succede, come se ogni cosa fosse meraviglia, come se fossero tornati bambini con l’avanzare dell’età.

E forse è così.

E’ uscito da poco mio nonno da questa casa, dopo avermi inondato di quei racconti, di quelle storie che non sono scritte in alcun libro, ma che più di qualunque cosa ti fanno capire che la vita, loro, l’hanno davvero vissuta. E quando, con quel sorriso si è incamminato per le scale di casa, quando si è girato e si è messo a camminare, quelle spalle da nonno
mi hanno fatto capire,

quanto gli volessi bene.

Andrea (sdl)

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Incidenti

Oggi ero su di un autobus che ha fatto un’incidente.
E’ stato terribile principalmente per un fatto : durante tutto l’accaduto vedevo il motorino che si avvicinava e l’autobus che non rallentava nè cambiava traiettoria. Era come avere per un’istante la percezione futura e rendersi conto di quanto impotenti davanti ad essa siamo. Non avrei mai fatto in tempo a fermare quella serie di avvenimenti.

La persona sul motorino, dopo il volo fatto (e meno male che entrambi andavano piano) ha scansato per un filo il semaforo, altrimenti era probabilmente in un mondo che non ci compete.

Dicono che non si sia fatta niente di grave. io mi domando come stia quel conducente. Può sembrare strano che il mio pensiero vada a lui, ma quell’uomo sembrava che ci fosse stato lui sotto il proprio autobus, e non l’altra persona. Probabilmente dopo aver sentito il botto si sarà pure visto la propria vita passare davanti, chissà. La stanchezza gli avevano annebbiato la vista e probabilmente era un pò distratto.
La ragione non importa

quell’uomo mi ha messo tanta tristezza, era come se riuscivo a percepire l’infinito senso di solitudine e di perdizione che gli era capitato. Nessuno intorno a lui poteva realmente rassicurarlo, e lui lo sapeva. Mi ha addirittura ringraziato dopo che ho fatto la deposizione della testimonianza, quand’infine non ho alcun merito, anzi, forse avrei qualche colpa, ma non saprei davvero dirlo.

E domani, se il cielo lo permetterà, la persona incidentata si scoprirà di non avere danni seri, tra quelle due persone, chi è quella che starà peggio? Personalmente voterei per l’autista, se questo fosse un sondaggio, perchè davvero, mi è sembrato talmente triste per ciò che la sua involontaria distrazione aveva prodotto.

Avrei voluto davvero poter fare qualcosa, ma a volte si è impotenti.

E augurargli di stare meglio era il massimo che ho prodotto, assieme ad un’altro augurio alla persona sull’ambulanza.

Andrea (sdl)

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BASTA!

BASTA! Possibile che non esista una soluzione a tutte queste guerre? Possibile che siamo sempre e solo destinati ad ucciderci all’infinito?
Siamo così deboli, così infimi da ricercare la parola in una pallottola? Non è la pallottola a regalarci la ragione nè le bombe, nè i sacrifici umani.

Stiamo qui a guardare tv, a disegnare a discutere, mentre in mezzo mondo esistono solo due parole possibili
vita
morte.
Nient’altro. E la vita è più sopravvivenza che felicità, è solo un continuo avvicinarsi a qualcosa che non ci è dato di ottenere per la goduria di altri, per uno dei 7 peccati capitali tanto banditi, tanto sventolati, tanto pubblicizzati.

Mi domando che senso abbia avere i manicomi, quando la sola differenza tra pazzia e sanità è il saper parlare.

Andrea (sdl)

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Can’t sleep

“I want you to know I can’t sleep anymore
By the nights
By the nights
Day after day I want you to say
That you’re mine
You are mine”

Pain Of Salvation – Second Love

Quante sono state le notti dove nessuno di noi ha dormito?

Quante se ne contano, di quelle maledette notti insonni, di quelle notti passate a piangere, a raggomitolarci in un letto?
Personalmente ne ho passate molte, ma ogni volta che ci rifletto giungo all’infame conclusione di aver sofferto probabilmente meno di molta altra gente.
Mi domando cosa dovrei fare per capire meglio le altre persone, per aiutarle, ma la risposta non c’è e non si può trovare, c’è un limite invalicabile tra le persone, un muro che non siamo capaci di superare, un muro di Berlino del cuore, dove si spara a vista.

Eppure, eppure ci sarà qualcosa, mi domando.
La felicità, ognuno ha il diritto di averla, almeno di assaggiarla, eppure ci sono persone che non si accorgono di un cielo blu la mattina, ci sono persone che camminano nella nebbia nonostante l’aria tersa e limpida, ed io, io non posso fare niente, posso solo influenzare leggermente il corso dei loro pensieri.

“Siamo tutti protagonisti di contorno, nella vita degli altri” diceva un libro.

Forse è vero, ma non me ne capacito. L’essere in un periodo positivo pur sapendo che molti altri soffrono, è tremendo per certi versi.

“I want you to know I can’t sleep anymore
By the nights
By the nights
Day after day I want you to say
That you’re mine
You are mine”

Vado nel mio letto, a ricoprirmi di quelle solite coperte, in cui un tempo ho pianto, un tempo volevo morire, un tempo volevo non risvegliarmi.
A conti fatti è solo un’effusione della mia ipocrisia forse,
ma non voglio smettere di credere che si possa aiutare gli altri

nonostante tutto.

‘notte a tutti

Andrea (sdl)

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Notti magiche

Ci sono notti che ti ingoiano nella loro immensa solitudine, che ti trascinano in un baratro di buio da cui non vuoi più uscire.

Ieri notte è stato così, almeno per me.
Camminavo, da solo, nella mia città, verso casa mia.
Normalmente, pur essendo una cittadina piccola passa sempre qualche auto, anche a mezzanotte.
Invece, per qualche motivo, ieri sera ci furono dei “vuoti” che potevano durare anche qualche minuto.

Ed io ero lì.
In quell’arancione indefinito, che ricorda più un film dell’orrore o un qualche colore da cinema. Ero in quel film muto, dove il silenzio regnava sovrano, e stavo semplicemente camminando.
Camminavo, in quel vuoto sonoro, e l’unico rumore erano i miei passi. Io ero l’unico rumore, io ero l’unica imperfezione di quel piccolo mondo in quel minuscolo istante.

Sarà stato il silenzio, sarà stato l’arancione o un pò di malinconia, ma ho sentito pronfondamente che avrei potuto camminare tutta la notte, se mi fosse stato concesso tutto il silenzio di cui avevo bisogno.
Se avessi potuto avrei visto la mia città coperta dal crepuscolo notturno, laddove prima qualcuno giocava ora l’asfalto solo giace incontrastato a non produrre suono alcuno. E io sarei stato il giocatore di quella notte, e l’avrei conosciuta, davvero, quella notte infinita, passeggiando per questa piccola cittadina.

Ma il silenzio che cercavo ovviamente non potevo averlo, ho aperto con tristezza la porta di casa, sentendo il rumore di ogni meccanismo della serratura, assaporando il mio silenzio perduto, la mia vita alternativa persa tra i mille miei “se”.

E ho chiuso la porta.

Andrea (sdl)