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Ma che sfiga

Ed eccomi ancora qui, ancora malato, a districarmi tra una tonsillite che non si è ancora decisa a cambiare casa ma che ormai m’ha arredato la gola.

E gli antibiotici debilitano quasi di più della malattia stessa, perchè non è lei che temi, ma la condizione in cui ti pone. Sono diventato un muto, o forse un fantasma visto che, a volte, riesco pure a parlare, anzi, a “soffiare” qualche parola nell’aria, che ovviamente nessuno capisce, rendendomi vittima di un’handicap naturale e semicronico ormai.

Ma che sfiga!

Andrea (sdl)

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Pensieri

Siamo solo uomini

Tra i detti più usati dalla storia e dalle persone c’è il detto
“Errare è umano”.
Che si traduce in un semplicissimo “Siamo uomini, si può sbagliare”.
Giustificazione o preparazione al peggio? Sinceramente non m’interessa, ma tra le cose che maggiormente si sottolineano nella vita di una persona c’è anche il fatto che, maggiore è la responsabilità, maggiore sarà la “punizione” che si dovrà subire nel caso si faccia un’errore, qualora non ci si renda conto dello sbaglio fatto e non si tenti di riparare.

Questa banale frase è alla base degli insegnamenti forniti ai bambini. CHiunque, penso, abbia più o meno ricevuto un’educazione simile. Magari in maniera più velata o con problematiche diverse, ma il succo è quello. E vi prego di non trascendere il significato della frase prendendo troppo alla lettera la parola “punizione” o prendendola in accezioni fin troppo violente.

Una punizione è un qualcosa che serve a far capire che si è sbagliato. E che ci può mettere in condizioni di riprovare di nuovo oppure no. Una punizione non è un deterrente, ma un modo per dare attenzione ad un problema, per farlo “sentire”. Per permettere al punito di comprendere le cose che non è riuscito a capire al tempo giusto.

Spesso le punizioni sono usate come deterrenti, spesso invece non vengono proprio fornite.
Ed è qui che mi domando :
Siamo tutti uomini in fondo, e ci è concesso di sbagliare, per carità, ma perchè, mi domando io, più si va in alto nella scala gerarchica fornita dalla politica e meno sono le punizioni effettuate e “sentite”?

Il problema risiede in un concetto molto semplice della legislazione in genere: a maggiori responsabilità corrisponde maggior potere. E il potere fornisce, purtroppo, alcune innegabili libertà che invece a volte sarebbe necessario ridurre.

Non sto cercando di fornire una soluzione ad un problema. Non ne ho le capacità. Sto solo cercando di mostrare un problema, in nome di tutti i morti, di tutti i torturati, di tutte le punizioni che, alcuni capi di stato, parlamentari, monarchi e quant’altro si sarebbero meritati.

Il potere acceca le menti,
sia di chi lo ottiene,
che di chi lo subisce.

Andrea (sdl)

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Gli amori

Gli amori vanno e vengono.
Ci travolgono col loro sentimento immutabile nella mente e, a volte, nel tempo.
Ci rendono diversi, malleabili, a volte dolci, a volte più rudi.
Gelosi, timidi e indecisi. Gli amori ci mostrano le strade da percorrere con un’illuminazione diversa.
E sai sempre dove vuoi andare a finire, perchè lì c’è il tuo amore.

Ogni amore è un qualcosa di particolare, ma dentro se mantiene la certezza, la sicurezza della sua esistenza.
E quello lo vedi dagli occhi. Gli occhi di persone che non sanno smettere di guardarsi, anche quando ormai dormono. Gli amanti non dimenticano mai il viso dell’innamorata/o, e si lasciano cullare tra le onde di un mare che mai sarà mosso.

Li ho presenti anche io, quegli occhi.
Chissà perchè poi l’amore sembra far parte dell’estate.
Li ricordo ancora, gli alberi verdi ed il sapore del mare. Quei tempi in cui l’amore ti poteva davvero cambiare la vita, e forse alla fine te la cambia davvero.
Ricordo tutti quegli sguardi, quei sorrisi, quelle parole nascoste e conservate in cassetti della memoria che non si possono trovare con semplicità.
E con loro ricordo la sabbia, l’acqua salata, le carezze e l’ingenuità del banale ma non troppo mano nella mano.
E ancora case, viaggi, treni che corrono, paesaggi che fuggono. Sembra quasi che l’amore stesso sia l’ambiente che ti circonda, quando lo vivi, quando lo vivi davvero.

Ed a chi non ama o non ha amato mai, ma soprattutto a chi fugge dall’amore perchè ferito, ricordo una semplice cosa :
L’amore è un sentimento, come l’odio, la rabbia, l’invidia. Perchè fuggire solo da uno di questi sentimenti quando gli altri, in sincerità, portano solo danni, mentre l’amore ti colora la vita, seppur sia così precario?

E a chi pensa che i sentimenti siano solo una reazione chimica rispondo con l’ultima frase di questo discorso :
imparate a sognare.

Andrea (sdl)

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Someday

Slowly fading away
a dream lies
naked
in the middle of the road.

Silently walking
silently shading
It was just standing there.
Looking for something
Looking for someone.

And then, it kept
walking
down that road.
Making it more wet
because of its cries.

Slowly fading
away
where no one could ever touch it.
Neither me
nor you.

And it was just there,
that dream,
when we were passing
with our time
and our life.
passing away
from it, and from another dream
we stopped dreaming.

Andrea (sdl)

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E del mare s’innamorò

Del mare si finisce sempre con l’innamorarsene.
Il suo rumore, a volte melodia di pace, a volte coltello mortale che ci fa bagnare dell’unico sangue che non riusciamo a lavare via : quello del cuore
Quanti di noi si sono sentiti morire con quel morbido rumore delle onde, che al primo attimo sembrava portare solo dolci memorie, e al fluire via, ci trascinava nei profondi ricordi, quelli che ti obbligano a fare solo una cosa : Piangere.

Finalmente (per chi fosse interessato) ho una foto migliore di quella di un Cartone Animato (di cui comunque rimango appassionato). Visto che sembra proprio sia Castiglione Della Pescaia l’unico luogo dove mi sento completo, vivo.
E proprio per questo che magari quella è l’unica foto in cui ho un volto presentabile!

Le vacanze sono vicine, come i soliti esami
ognuno ce li ha
qualcuno scritti, qualcuno orali
e qualcuno sentimentali.
C’è chi non riesce a convincersi abbastanza, chi non si decide a piangere
chi non si decide a ridere.
Chi è contento di aver finito la maturità, chi non l’ha finita e spera che questa sia la volta buona, chi tenta di dare troppi esami e finisce col darne pochi, chi si dilemma sul da farsi, chi fa squilli a notte fonda, chi compra borse improbabili con la sola speranza di sognare un altro pò, chi s’infiamma per poco, chi continuerà a mantenere una faccia da persona Felicemente segnata dall’amore, chi dell’amore non si ricorda il viso, e chi dell’amore non vuol saper più niente.

E chi scrive di questi altri Chi. Amici miei, tutti non vi posso scrivere, velati tra le righe di una frase, tutti non vi posso raccontare, ma sappiate che siete nel mio cuore e che per sempre ci rimarrete.
Dall’amore all’amico, non dimentico.

e se per caso tra un qualche Chi vi ritroverete non dubitate, siete voi.

Andrea (sdl)

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Good things happens

E’ incredibile come gira il mondo. Dopo quello che in questo blog ho scritto ieri, dopo quell’incredibile sensazione di paura, mi trovo oggi a dover parlare di argomenti collegati, ma di natura positiva.

Già, perchè, nonostante la pessima apertura di giornata che mi è successa (abbonamento a casa…) mi sono trovato in un treno diretto a siena,
prima fermata : firenze rifredi.
Davanti a me una donna, che mi chiede se il treno va ad empoli. Me lo chiede senza che io capisca un gran che, le rispondo che non lo so.

Nei 3 sedili alla mia sinistra, due extracomunitari, madre e figlio, a mangiare patatine fritte.
Un quadro abbastanza comune, niente di che.
Eppure…

All’arrivo del controllore la donna davanti a me dice di non aver soldi, il controllore la informa che, se non paga subito, sono 40€. Che pochi comunque non sono di multa, altrimenti soltanto 5€.
La discussione va avanti, e Rifredi si avvicina. Dopo poco sarei dovuto scendere.
Mi alzo, con imbarazzo, ed esco dalla carrozza.
Ed è poco dopo che mi sia alzato, e poco prima che sia sceso, che l’extracomunitaria fa un gesto.
Un semplice gesto.
Decide di pagare per la signora.
Senza conoscerla, senza sapere nulla di lei. Sapendo che quei soldi probabilmente erano gettati al vento, che non li avrebbe mai riavuti.
Nessuno saprà mai se la donna senza soldi fosse in buona fede o no, e sinceramente non m’interessa.
M’interessa invece la candida reazione della madre vicina. Quell’altruismo senza limiti che forse, ai tempi d’oggi
stiamo iniziando a dimenticare.

Andrea (sdl)

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Il sottile sentimento della paura…

Ultimamente rimango sempre piu’ sconcertato da ciò che leggo, da ciò che sento.

Violenze sessuali, ancora, ancora ed ancora. Ancora pianti ci saranno, ancora sangue scorrerà.
Mi domando se è sempre stato così, o se semplicemente ora stiamo sentendo il problema, se semplicemente ora ne parlano.
Il dubbio, davanti ad un sistema d’informazione come il nostro, sorge sempre.

Ma al di là del legittimo dubbio, è la paura, quella che mi viene trasmessa, da queste storie, da queste violenze.
Come possiamo, di fronte a questo horror, ad esserne indifferenti? Quanti di noi guarderanno con timore gli stranieri?

E’ destinato ad essere così, a rimanere così.
E chi ha letto Justine, di De Sade, il cupo marchese (e neanche troppo) si domanderà quanto sia fiction e quanto realtà.
Ma a conti fatti, poi, nel suo letto, finirà col concedersi un sonno rilassato, solo perchè ancora non è successo niente.

Solo per questo…

Andrea (sdl)

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New Home

Un cane che abbaia nel buio. Questo il mio nuovo silenzio, la mia nuova pace.
Lontano, oltre il teatro della finestra, luci di una villa, e poi solo i colli.
Se invece sono le mie gambe a tenermi e non una sedia, vedrei alcune schiere di case anticipare il verde e il suo innato silenzio.
Le colline, viste da qui, da questa stanza illuminata da due luci di PC che sembrano quasi acciecarmi, sono buio crepuscolare, un nero denso e viscido, se si potesse definirne le forme.
E in questo nero solo queste 5 stelle, le luci di una casa.

Il cane continua ad abbaiare. La stanza non è silenziosa, non lo era prima, e non lo sarà mai. Ora però, almeno, posso dormire nel silenzio, pensare nel silenzio, rilassarmi.
E guardare il cielo.
Una cosa che si pensa sia così banale, ma che racchiude la potenza della vita.
Un semplice sguardo al cielo, nella malinconia di una notte d’estate, nel silenzio dei miei silenzi,
nella mia vita,
e posso dormire.

Andrea (sdl)

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Illusioni nel grigio

fu come un lampo nel buio più totale.
Il rumore della metro faceva da sottofondo e poi, come in un qualunque film, la mia coda dell’occhio percepì l’irreale : La neve.
Durò un attimo, forse anche meno, se mi fosse possibile quantificarlo, ma per quell’attimo il mio occhio la vide, Milano, avvolta dalla neve.
I 31°C erano scomparsi chissà dove e la mia mente era impaurita e sconcertata : campi da gioco, palazzi, auto, la neve poggiava su ogni cosa, e il bianco senza vita regnava in quell’istante, in quella percezione d’irrealtà.
Vedevo il fiocchi accumulatisi far smuovere foglie, farle piegare per poi cadere in un volo senza vita verso il terreno cementificato, sentivo il freddo che ti entra dentro che ti spacca le ossa e fa battere i denti, sentivo le gambe rallentate dalla neve e il mio respiro piano piano creava nuvole di fumo nell’aria.
Poi tutto finì come cominciò.
fu come un lampo nel buio più totale,
tornarono i 31°C, Milano e il rumore della metro
a fare da sottofondo al dipinto di un’illusione.

Andrea (sdl)

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Brand new home (and moving on)

Non è una cosa che capita spesso, un trasloco. Si preannuncia come un’odissea, e si conclude con l’incredibile stanchezza di 1000 giornate.

Un trasloco, a tratti, ricorda un’avventura, dove devi cercare di dare il meglio di te.


Finalmente ho traslocato. E’ stata un’esperienza veramente strana, se mi è concesso dirlo. Principalmente perchè ha riempito la casa (e le persone) di mille sentimenti, dalla rabbia, all’ansia, all’interesse per una nuova casa. Mi sentivo come un bambino (e quando i traslocatori hanno tirato a indovinare la mia età uscendosene con un “15 anni” non è che fossi poi troppo felice, in fondo è bello dimostrare meno anni quando l’età è più avanzata, non a 22 anni!) durante tutto il giorno.

Il trasloco è stato tremendamente faticoso, forse anche perchè ho cercato di aiutare tutto e tutti finchè potevo, e non avendo un fisico così allenato, fare un centinaio di volte le scale con pacchi o normalmente, in una giornata, non è stata un’impresa così facile.


Mentre mi spostavo e aiutavo, la Old Home iniziava a perdere tutti i suoi colori, la sua vita. Ogni volta che un’armadio scompariva, il vuoto del muro era colmo di solitudine. Quando la prima parte del trasloco fu ultimata (e quindi tutto era pronto per essere portato di là) rimasi solo in casa, era pranzo ormai,

Decisi di fare delle foto, come un sottile addio a questa casa, che sarebbe comunque rimasta per sempre nei miei ricordi.

Quandi la fotografai la casa emanava tristeza e desolazione. Ogni mia azione, vecchia o nuova pareva, all’interno di essa, perdere significato. Come quando chiudevo le finestre fermandole con un filo, o mi ricordavo di chiudere la porta di camera.

E tutto faceva capire come io non appartenessi più a quel luogo, ed in fondo era così.

Nelle foto la casa era sola, e spogliata d’ogni velo pareva più violentata, che semplicemente senza l’abito da sera.

I traslocatori non fecero un gran lavoro in effetti.


Sentivo la vita che permeava da ogni angolo per fuggire via, ogni luogo della casa aveva impresse più di una decina d’anni di vita, almeno della mia. E la sentivo, la vedevo quella vita, scorrermi addosso, appoggiarsi a me, titubante di quest’addio.


La lacrima che mai scese dal mio viso fu l’addio a quel luogo, che ormai mi sembrava quasi sacro, ma che sarebbe stato sconsacrato in breve, probabilmente.


Fu un’addio silenzioso, quasi assente, io sorrisi, guardai la sedia in camera, sola come me in quella casa, guardai la cucina, vuota e con qualche mattonella rotta, i bagni il salotto. Li guardai, per non dimenticarli mai, per non dimenticare mai cosa furono e cosa sarebbero rimasti. Impressi nella mia mente tutta una vita intera per non lasciarla fuggire via.


Poi arrivarono di nuovo i traslocatori, non feci neanche in tempo a mangiare la pizza.


Era l’ora di terminare (e poi non cel’abbiamo fatta a finire, in realtà).

Andrea (sdl)