Impariamo a contare

C’è un tipo di persone che non sopporto. E c’è un motivo preciso per il quale non le reggo.
Sono le persone che prendono decisioni da sole, quando queste decisioni influenzano altri e richiedono almeno una banale consultanzione.

Oppure decidono coscientemente di scomparire.

Oppure fanno scelte che non condividono.

Mi domando cosa le porta a fare queste cose. E’ stupido, infantile, senza senso. Ad un’età “matura” (ma non chiedetemi mai di esserlo) dovremmo essere capaci perlomeno a parlare no?
Eppure siamo bravi a scherzare, a offendere. Perchè abbiamo quest’infinità problematica nella comunicazione?
Cosa ci vuole a trasmettere qualcosa?

Andrea (sdl)

Hear the bass, sing the piano

Sono affogato in note di pianoforte, in occhi senza più contorni. Oltre il mare e l’oceano, oltre il tramonto e l’alba. Questa vita è una sfida ed io l’ho accettata.
Verrò punito per i miei errori.
E graziato per le mie giustizie.
Non esistono premi in fondo alla strada.
A volte però ti viene concesso il calore di una mano. A volte ti viene concessa una striscia bianca in cielo a ricordarti quante cose hai ancora da fare prima che tutto finisca.
Prima che la notte torni a regnare, prima che tu non possa più dire niente.
Prima che la vita si perda per la strada, prima che tu perda gli altri.
Ricordare a se stessi e al mondo il loro valore. Trovare i propri traguardi, e vederli oramai sorpassati. Guardare il proprio passato e sorridere.
Morire d’amore per una canzone, sentirsi in balia di onde senza fine, perdersi nella notte dei tempi. Quella delle favole. Qualcuno la ricorda?
Vi ci siete mai persi in quella notte? E’ quella dove ognuno sa sognare e ricorda cosa sogna.
E’ la notte dei poveri. Di quelli che le emozioni non le comprano.
Nè di quelli che le cercano con ossessioni.
E’ la notte di coloro che guardano il cielo e si ricordano com’è salata una lacrima.
E’ la notte dei telefoni che squillano ma non hanno mai niente da dire. Di quelle notti che vorresti essere altrove perchè dentro te ci son troppe cose da dire, da fare, che forse vorresti finirla lì. Come può bastare una sola vita per fare tutto questo? come può bastare un solo cuore per sopportare tutto ciò? Nella strada poi c’è sempre quel desolato che non consola, e nel cielo sempre quelle stelle, che hai visto con altri cento occhi.
E il pianoforte suona. Altrove, o forse dentro. C’è sempre una melodia che ti ricorda chi sei. Parte con un paio di accordi e finisce con trascinarti e legarti ad una porta che non si apre. Tu la guardi immobile ma non le sai proprio cosa dire.
E la musica è tutto. La musica davvero sa essere tutto. E’ solo uno dei tanti modi per dire “Ti amo” per ricordare quanto si è amato. Per stare vicini da lontani. Per non essere bianchi o neri, per non essere belli o brutti. La musica è quel viaggio che ci porta oltre i nostri limiti.
E ci fa tornare bambini. Quando la cantiamo, quando la balliamo.
Buttiamo giù tutte quelle barriere che vorremmo vedere scomparse nella storia.
Quella scritta da noi. Che nessuno leggerà nei libri.
Quella di quelli qualunque. Con 3 Q e 3000 cose scritte nella lista della spesa.
Con il supermercato della vita chiuso, e bisogna arrangiarsi, bisogna stringere i denti per un attimo, far cadere la lacrima e levare lo sguardo al cielo.

Solo per sperare.

I will carry on your troubles on my shoulder

ON AIR : Pride of Lions [Live in Belgium] Stand by you (ALTAMENTE CONSIGLIATA a chiunque)

I will stand by you

Andrea (sdl)

Trattieni l’anima

Cosa succede quando trattieni il respiro?

In un primo momento niente. Tutto sembra andare come speri, tutto è tranquillo e non ci sono problemi. Poi? Poi inizi a sentire qualche problema. A percepire l’assenza ed il bisogno d’aria. Poi? Poi arrivi sempre più vicino a quel limite fino a quando devi scegliere. O te o loro.
Così è per molte cose. La pipì, o nella vita di tutti i giorni.
A che serve trattenersi?
Serve a mantenere l’ideale immaginario del “Siamo forti” del “non gliela daremo vinta” del “Non mi vedrai piangere“, quando invece nella realtà il trattenersi, con la sua base introspettiva, ci ferisce ancor più che non dire in faccia le cose.

Mi odi? Dillo.
Mi Ami? Dillo.
Mi desideri? Dillo.
Ho sbagliato? Dillo.
Ho fatto bene? Dillo.

Sono piccole cose, frammenti e frazioni, attimi e secondi, che passano via e si accumulano come l’assenza d’aria se non dette. Continuano a ferire, a nascondere via ogni cosa fino all’oblio.

E quindi questo è un invito. A chi si trattiene, a chi si nasconde, a chi ha calcolato la propria vita per mostrarsi diverso, a chi ha paura.
Il miglior modo per vincere è mostrarsi.

6… 5… 4…
3… Wake up! You’re running late
2… The lights are now turned off, and
1… The street is like a snake

ON AIR : Meganoidi Inside the loop

And I’ll come back to talk about a lonely love

Andrea (sdl)

Il flusso indelebile

Pioggia, di nuovo. Come sempre.

E’ un cerchio che si chiude attorno a noi.
Pioggia che stavolta separa distrugge. Bagna capelli e vestiti. E tutti si appiccicano tra loro a simulare un amore impossibile.
Pioggia che allaga e ti annebbia la vista. Quelle piogge così fitte che non vedi oltre. Sembra nebbia, ma invece è pioggia.
Pioggia che separa e allontana. Pioggia di silenzi. Pioggia di lacrime.
Pioggia di parole.
Goccia su goccia cadono inesorabilmente qui, dall’alto. Se guardi in su vedi solo la pensilina della stazione rotta che fa cadere altra acqua, altra pioggia, altri rumori scroscianti di rotture reali.
Rimani imbambolato e non sai perchè.
Sai solo che piove.

Pioggia che altrove, in altri luoghi e speranze, sarebbe romantica. Da guardare abbracciati in un letto. Sotto un lenzuolo leggero. Sentirla ticchettare sui vetri come piccoli colibrì. Bussare e non farla entrare. Pioggia romantica sarebbe stata, si.
Ieri però, pioggia libera da ogni contesto d’amore. Pioggia violenta e scatenata. Lampi che trapassano la mente e ti fanno intravedere chissà quale evenienza.

tic tac tic tac

Andrea (sdl)

Fate and destiny

“Ognuno c’ha i suoi sentimenti. E’ poi la fortuna o il destino a farti capire con chi devi condividerli”

Una frase semplice prodotta da uno di quegli amici che non puoi semplicemente dimenticare. Una di quelle persone a cui non daresti una lira e che, senza volerlo, diventerebbero povere per te.
E pare proprio che la sfortuna capiti a chi non se la merita.

Ti viene da domandarti se sia giusto così. La domanda è legittima. E tra i temi che i suoi occhi vorrebbero farti capire noti che tutto il suo dolore e i suoi problemi (e anche i suoi difetti) sono solo un’ingiusta sfortuna.

D’altronde questo destino non ha preferenze per nessuno. Siamo tutti allo stesso pari per lui. E’ solo una questione di testa o di croce.
La prima è la tua, la seconda è di molti.

Andrea (sdl)

Your own way

Non siamo eroi. Siamo uomini.

Viviamo per confrontarci. Sbagliamo ed impariamo da errori.
Delle infinite strade percorse ci ricordiamo solo dell’ultima, quella che si intravede girandosi.
Proviamo ad avvicinarci ad un Dio in cui a volte neanche crediamo. Tentando di coglierlo con le punta delle dita che a malapena sfiorano le foglie di un albero speriamo di arrivare oltre le nuvole del cielo. Superarlo per poi finalmente dire la propria. Concordi o discordi.
Dire la nostra dalla punta di un grattacielo. Urlando le nostre parole all’orizzonte dove tutto il resto del mondo esiste. Osservarne la curvatura per poi buttarsi giu e sentire i metri dell’aria che si comprimono contro di noi, vedere i visi delle persone insicuri che ci osservano.
Stendere un sorriso prima dello schianto.

Tanto basterebbe forse.
Ma non siamo eroi. Non siamo capaci di azioni eroiche. Combattiamo per ideali nostri. Non esistono ideali del mondo. Sono solo stampe al più che dicono cosa dovremmo fare. Ma cosa faremo e le cose in cui crederemo saranno nostre unicamente.
Chi non crede in Dio riesce a credere nel resto. Lo vedi da come parla. C’è chi non crede in Dio ma finisce per avere bisogno di un Credo. E lo cerca altrove. Pare strano. Forse non sarà neanche così. Le mie sono autostrade di parole che non arrivano nè fanno arrivare. (“L’importante è arrivare per partire. Non per arrivare” dicevano). E’ importante il tragitto e non il passaggio. E’ importante l’inizio non la fine.

Mai fermarsi,
mai bloccarsi,
mai
nascondersi.

Non abbiamo bisogno dell’alcol per ubriacarci.
Non abbiamo bisogno delle stelle per innamorarci.
Non abbiamo bisogno di un cuscino per far l’amore.
Non abbiamo bisogno di una sedia per scrivere, nè di un computer per trasmettere.
Non abbiamo bisogno di foto per ricordare.
Non abbiamo bisogno di ventole per raffrescare.
Non abbiamo bisogno di auto per viaggiare.
Non abbiamo bisogno di telefoni per comunicare.
Non abbiamo bisogno di canzoni per piangere.
Non abbiamo bisogno del cielo per sorridere.
Non abbiamo bisogno di carta per raccontare.
Non abbiamo bisogno di luce per vedere.
Non abbiamo bisogno del sonno per sognare.
Non abbiamo bisogno di niente per essere noi.
Ma abbiamo un disperato bisogno degli altri per rimanere come siamo.
Perchè la solitudine, quella vera, è un buco nero di niente.

Non abbiamo bisogno di parole per far capire, a volte.

ON AIR : Tiziano Ferro – Ti scatterò una foto

Andrea (sdl)

Uccidiamo i mulini a vento

Scusatemi se ho scritto poco ultimamente. Capitano periodi nella vita dove le parole fanno fatica ad uscire. Perchè il tempo ti gioca contro in una partita a scacchi e lui, di tempo, ne ha sempre più di te.
E quindi si raccolgono cocci e tentativi che si risolvono in chiare sconfitte contro di esso.
Ma questa è un altra storia.

A volte mi vien da pensare un pò ai vari perchè e percome. Alle scelte che le persone prendono nella vita. Scelte incontestabili e sincere, perchè una scelta non è mai una bugia. Bugia è semmai ciò che dici, mai ciò che fai.
E’ facile provare a combattere contro i mulini a vento. Un pò meno facile ucciderli. Per uccidere i mulini a vento devi dare del reale alla tua fantasia ed errori. Li devi in un certo modo mascherare in modo tale che “Siano mulini a vento ma sembrino…”. Questo è il modo. E’ un meccanismo celebrale che si fa strada a volte tra i nostri mille errori.

Così, a volte, capita che riusciamo ad ucciderli, squartarli fino al cuore.
Dentro di essi, nascoste, ci sono le azioni che vogliamo nascondere o le nostre incoerenze.
Perchè può divenir facile uccidere mulini a vento. E’ facile parlare dei mulini a vento.
Un pò meno facile è dire cosa sono. Ammettere la realtà e distinguere le nostre scelte tra se e ma.
E’ davvero facile pensare certe cose…

Andrea (sdl)

Touka Kouka

Dovrebbe (correggetemi) significare “Scambio equo” in giapponese. Il T.K. é il nostro dare ed avere. Oggi però, in risposta ad un post su un blog che leggo spesso, mi è uscita dal nulla la frase

“Per dare, devi avere”.
Riflettendoci essa, pur mostrando il lato consumistico, mostra sinceramente anche un lato nettamente più umano del “Per avere devi dare“, un punto di vista diverso su cui vorrei tutte le persone riflettessero. Perchè non si parla di ottenere, si parla di dare e di “trovare“. Mentre nel “Per avere devi dare” sa più di scambio, qui nel “Per dare, devi avere“, è più un dono, un sincero regalo. Ma un regalo prodotto da un’individuo sufficiente a sostenerlo.
Se osserviamo anche la semplice “Dare per avere” ha un’interpretazione che può distaccarsi di molto dal primo. Lo scopo della frase qui è infatti “Avere” e non “dare“.
Sono punti di vista e visioni, però quella frase, nata in me con molta spontaneità mi ha fatto riflettere, perchè l’ho vista alla base di frasi fatte come “Per amare qualcuno devi prima saper amare te stesso“. E’ un pò come dire che bisogna prendere coscienza che il vuoto non potrà mai generare nulla. Dobbiamo capire che non siamo vuoto e trovare il valore, per poterlo concedere.

A volte è dentro, a volte è fuori. E sono solo la fortuna e la volontà a farci avvicinare ad esso.

Andrea (sdl)

Tutto e solo

E’ solo una questione d’interesse. L’addio o l’arrivederci si distinguono da questo. La presenza e l’assenza. Tutto sembra davvero ridursi a questo. Una pietosa scelta di bisogno.
Finchè servi, finchè hai uno scopo, avrai il tuo posto.
Tant’è che le amicizie (e anche le cose che vanno oltre) iniziano a divenire distorsioni per noi poveri sognatori. Quando tutto va a ridursi ai minimi termini e trovi questo pietoso comportamento da persone che rispetti e che sempre ti hanno detto che “Mai e poi mai farei una cosa del genere
Mai dire mai.
Mai è una parola troppo grossa. Come “Sempre“. Solo i bambini se le possono permettere. Non per ignoranza, ma perchè loro ci credono davvero in parole così.
Noi invece iniziamo piano piano a non crederci. Disillusi da questa realtà che rassomiglia alla fogna cittadina più che ad altro.
Chissà perchè è così facile arrendersi, gettare la spugna e credere che sia tutto davvero così schifoso.
Solo perchè siamo stati ingannati, stracciati, buttati via, una dieci cento mille volte, cosa ci autorizza ad arrenderci?
Cosa ci autorizza a credere che finisca con la siepe il mondo?

Cosa ci autorizza a smettere di sorridere, di scherzare, di vivere?
Forse i legami.
Il vero problema quando inizia la disillusione e vieni messo a confronto con la forza del mondo è che tu nel “Sempre” ci credi, loro non c’hanno Mai creduto.

Andrea (sdl)

Ritmi ed epoche

Somewhere over the rainbow there’s a Stairway to heaven that is Not what you see.
If you Look around you’ll see Something about you, Something beautiful.
It may sound strange, since then you’ll hear the Sound of silence but there’s nothing to fear. Except probably the Fear of the dark, or the fear of someone.
But Don’t fear the ripper, it’s not like he’ll kill you. He’s In quest for a rare thing : some Tears of the Dragon.
It’s not easy to find them, and when you’ll be there, there won’t be an Easy way out.
So take a good look on you, and Don’t look any further, the answer is there, between the love you give, and the love you get, My funny Valentine, there’s no other thing like love.
You Can’t help falling in love with someone, it’s just as easy as it’s difficult to mantain, and you may also say, one day : “I can’t stop loving you“.
So Don’t stop believing in This life, It ain’t over yet.

The show must go on, but I should end it here, or perhaps I’ll continue it another day.
Somewhere in time.

So what can I tell you
If life’s the length of this play
Perhaps God gave the answers
To those with nothing to say
The years are forgiven
If God’s forgiving and kind
Perhaps we’ll all find the answers
Somewhere in time

[Savatage – Somewhere iun time]

Andrea (sdl)

(ed ora vediamo quante ne beccate 🙂 e scusatemi degli orrori di inglese)