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Racconti

Il Sogno Più Profondo – Racconto 14 – Indizi

Perfection
immagine appartenente al rispettivo autore (~jjjohn~, su Flickr)

Questo racconto fa parte di una serie di racconti creati da “indizi” dei commentatori del blog. (vuoi saperne di più?)
L’indizio è di Michele con le parole: “Sono solo tre parole”

In fondo spiego come è nato il racconto e di come l’ho creato partendo dal ‘dividere’ la frase.
Leggi fino alla fine per leggerlo.

Il Sogno Più Profondo

— 1 —

Sono le cinque del pomeriggio di un fottuto natale mentre due persone si muovono nei dintorni di una porta d’ingresso in legno laccato.
Le spalle basse e le orecchie sintonizzate su ogni possibile rumore emerga dalle vicinanze.
Se qualcuno potesse vederli in quel momento noterebbe le seguenti cose:

  1. Entrambi indossano vestiti neri piuttosto aderenti
  2. Hanno freddo, ma il motivo per cui tremano è ben diverso (beh, forse questo non lo noterebbero)
  3. Stanno facendo qualcosa di losco

E’ soprattutto la terza opzione che salterebbe immediatamente all’occhio di un passante, le altre due invece sarebbero una naturale conseguenza.
Sono buffamente loschi, si potrebbe dire.

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Racconti

Nessuna Zona D’Ombra – Racconto 13 – Indizi

in a minority of one [Explore]
immagine appartenente al rispettivo autore (aluedt, su Flickr)

Questo racconto fa parte di una serie di racconti creati da “indizi” dei commentatori del blog. (vuoi saperne di più?)
L’indizio è di Feny con le parole: “Inizio, Nuovo, Quasi”

In fondo spiego come è nato il racconto, anche se questa volta era davvero dura.
Leggi fino alla fine per scoprirlo.

Nessuna zona d’ombra

Sapeva che tutto sarebbe finito in pochi millesimi di secondo.
E’ quello il tempo necessario a terminare ogni cosa, riazzerarla, annullare il pregresso e finalmente ricominciare.

Sandro lo sapeva benissimo.
Era tutta una questione di nervi saldi e concentrazione. Non c’entrava nulla la paura, non c’entrava l’adrenalina.
Quelle erano le tecniche che usavano i bambini e gli adolescenti per passare gli esami.
La paura che avevi prima dell’esame ti teneva sveglio, ma è solo quando riuscivi ad essere freddo e vigile che le cose cambiavano davvero.

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Pensieri

Perché Dire Addio E’ Così Difficile

Turning Tables
immagine appartenente al rispettivo autore (white ribbons, su Flickr)

Quanto sarebbe più semplice se non ci fossero gli addii.

Potremmo semplicemente continuare a vivere i nostri giorni senza problemi, senza quell’ansia e quel dispiacere che fa capo dallo stomaco ogni volta che realizzi che “devi lasciar andare”.

Perchè non raccontiamoci le balle: un conto sono gli addii che sai prevedere ed un conto quelli che realizzi in ritardo.

A volte mi sento davvero stupido in questo, perchè mi rendo conto sempre troppo tardi quando qualcosa è andato alla deriva.
I rapporti sono come fiori, vanno coltivati.
Protetti nelle stagioni fredde, e riparati dalle stagioni calde.

Ma, a volte, giungono ad una fine.

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Racconti

Contro La Solitudine Dell’Era Digitale

Joshua Tree, Sunset.  Southern California.
immagine appartenente al rispettivo autore (Randy Weiner Photography, su Flickr)

Ci sono vuoti che non siamo capaci di colmare.
Iridescenze nella notte che non siamo capaci di nascondere.
Le chiamiamo paure quando non sappiamo dare loro altro nome, ma la verità è che avremmo preferito fare diversamente, scegliere una via migliore.
Con tutti i buoni propositi di una vita ci guardiamo e ci chiediamo: Potevamo fare meglio?
Si, decisamente.
E allora salgono tutti i dubbi legittimati dalla domanda.Cosa ho sbagliato, perché.
Ci ripromettiamo di essere padri migliori, figli migliori. Facciamo fioretti per un anno migliore ed alla fine dell’anno contiamo come siamo stati incapaci, e allora abbassiamo il tiro, o lo alziamo.
In entrambi i casi alla fine d’anno successiva saremo ancora tutti qui, a dirci che avremmo potuto fare meglio.
Che nel mondo non dobbiamo arrenderci, che dobbiamo renderlo più bello, più accogliente. Ma poi alla resa dei conti, nel rush finale, ci accorgiamo di esser senza fiato. Inutili, abbandonati.”

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Racconti

Indizi – Racconto 12 – L’ultima luce prima del tramonto

Family twilight dusk sunset
immagine appartenente al rispettivo autore (B℮n, su Flickr)

Questo racconto fa parte di una serie di racconti ispirati da “indizi” dettati dai commentatori del blog. (maggiori info)
Il commentatore che ha ispirato il racconto è Silvia con le parole: “specchio, ombra, spirito”

Vuoi sapere come è nato il racconto? Leggi fino alla fine …

L’ultima luce prima del tramonto

“Purificami, con il tuo sangue, con il tuo corpo.
Bagnami del tempo che è scorso, dell’odio delle battaglie che l’uomo ha combattuto.
Illuminami nella notte, perchè mai più sia buia, e sii la mia luce eterna.
Per sempre.”
“Per sempre”
Akila si sentiva sempre intimorita nel recitare quelle frasi.
La chiesa sulla scogliera poi non era mai stata così tenebrosa come quella sera. Mancavano pochi minuti prima del buio completo e già in tutta la chiesa la luce faticava a filtrare.
Le prime file in legno erano già divenute un’ombra nella punta della cattedrale.
Il rumore del mare era quasi impercettibile.

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Pensieri Racconti

Lo sai che nessuno piange la clorofilla?

Skittles - Birilli
immagine appartenente al rispettivo autore (Robyn Hooz, su Flickr)

Domandati chi sei.
La prima cosa che dovrai fare al mattino. Domandarti chi sei, da dove vieni, dove vuoi arrivare.
Qual’è il tuo problema? Riflettici. Sei di fronte ad uno specchio, la tua barba è incolta, i tuoi capelli spettinati. E’ mattina ma le occhiaie della notte non se ne sono andate via.

Dove sei stato? Te lo ricordi a malapena, c’era rumore, luci rosse verdi viola.
Fumo alla vaniglia, la disco che balla e tunza tunza tunza ritmicamente tunza ripete tunza ripete con noia mortale ripete e poi basta. Sei caduto, scivolato, qualcuno dalla pelle morbida ti ha visto, e ti ha ripreso, portato su. Rimesso in piedi.

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Pensieri

Come uscire dal tunnel senza arredarlo


immagine appartenente al rispettivo autore (lukaskulas, su Flickr)

Prima di tutto mettiamo in chiaro una cosa: Se arriverai fino in fondo a leggere e per te non sarà cambiato nulla, beh.
Mi dispiace per te.

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Pensieri

Quanto importerà tutto questo, tra 10 anni? (Assumere con moderazione)

365.042 - AAARRRGGGHHH!
(immagine appartenente al rispettivo autore CrazySphinx, su Flickr)

Riflettiamo per cinque minuti su un semplice punto: Le incazzature e le intolleranze.
Su come ci coinvolgano, ci stravolgano.

Ci annoino fino al vomito.

Incazzarsi è una cosa comune. Ci si può arrabbiare per qualunque cosa: Dalla tazza del cesso ad una singola parola, passando per tutti gli intercalari necessari quali
Cose non dette, cose già dette, lavoro, etc etc etc.
Elencate pure quelle che vi vengono in mente.

Ma poi, razionalmente, non vi passa mai per la testa il: Ma che senso ha?

L’intolleranza, la rabbia, davvero vi servono?
Suona molto ZEN, lo so. Ma non è questo quello che voglio dire.

Quello che voglio dire è:

Tra 10 anni, cosa vi rimarrà di questo?

Cosa vi resterà della tazza del cesso non messa come volevate.
Delle volte in cui avete reagito male o malinterpretato.
Delle volte in cui vi siete sentiti attaccati.
Etc etc etc (fino a sfinimento).

Nulla. Non ricorderete probabilmente nessuno di questi eventi. Solo i “grandi botti”.
Ma per il resto nisba, nada, ZIT!

Quindi, quando vi trovate in queste condizioni, beh, riflettete: Cosa importerà di questo tra 10 anni? Che segno vi sta lasciando nella vita.

E datevi una risposta.
Forse non vi sbollirete, ma almeno avrete un’idea più ampia di quello che vi succede.

Andrea (sdl)

PS: Questa è una perla di saggezza.
Assumere con moderazione.
L’autore non si prende la responsabilità delle conseguenze di seguire questi consigli.
Ma potete comunque provarci. 

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Racconti

Indizi – Racconto 11 – La centrale

Thorpe Marsh power station 1
immagine appartenente al rispettivo autore (Photography King su flickr)

Questo racconto fa parte di una serie di racconti ispirati da “indizi” dettati dai commentatori del blog.
Il commentatore che ha ispirato il racconto è Spike con le parole: “Bonsai,solitudine,rinascita”

Inoltre, questo racconto è uno dei racconti più LUUUUNGHI che ho scritto.
Quindi armatevi di pazienza e godetevelo
(cliccando su “Continua a leggere, se siete in home!) 

La centrale

Di notte, quando le luci si spegnevano, nella pianura rimaneva acceso un punto. Una capocchia di spillo fatta solo da luci bianche, fintamente alogene, chimiche nella loro forma.
La pianura era vuota, e la si poteva vedere bene di notte, perchè era piatta, come l’acqua di un lago, infinita, come il mare.
E dentro quel mare di terra c’era solo un peschereccio, solitario, a pescar di notte, o forse a pescar la notte. Da dove abitavo si vedeva solo una luce. Fioca. Ma ciononostante ben distinta, di quella che al tempo chiamavamo “La donna di ferro”.
E poi c’era quel ronzio.

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Pensieri

Il coraggio è più forte di ogni arma

Foc de Sant Joan
immagine appartenente al rispettivo autore (SantiMB ., su Flickr)

osa. perdi l’equilibrio. affanna. sogna. disegna. istiga. scatenati. lasciati coinvolgere. stravolgi. immagina. pensa che sia possibile. immagina l’impossibile. illumina. crea. annulla per costruire. istruisci.

spera. spera più forte. spera finchè non senti il rumore. costruisci. non accontentarti di ciò che è comodo. non accontentarti proprio. lascia ciò che non ti appartiene. conquista. osanna. anela. desidera. abbi passione. sii di passione.
stupisciti. sorridi. sorridi ancora. sorridi sempre.

coinvolgi. lascia che la gente creda in te. abbraccia. sveglia. traspari. credi. non stancarti. esponiti. lasciati guardare. osserva il mondo. conquista la bellezza. non aver paura. abbi coraggio. dillo. dichiarati. sii te stesso. trasforma ciò che pensi. altera. libera. mostra. eccitati. emozionati.

corri. corri fino a perdere il fiato. raggiungi. tocca. sfiora. oltrepassa. immagina qualcosa di nuovo. ricrea. combatti. annuncia. pretendi. guida. conduci. astrai. scompiglia. attraversa. concludi. illustra. ama. amati. amali. amale. credici. crediti.

spera. spera di nuovo.

ed infine: abbi fede.

Andrea (sdl)